10 Ottobre

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La Gazzetta del Profeta, finalmente, aveva dato la notizia della morte di Fawley. Quel verme schifoso era stato trovato in un postribolo babbano di infimo ordine, motivo per il quale la notizia era giunta in ritardo nel mondo magico.

Alexandra sorrideva mentre ascoltava gli Auror che si scambiavano i dettagli più raccapriccianti del caso tra i corridoi del Secondo Livello. Era come se l'obiettivo di Rodolphus fosse stato pienamente raggiunto e che tutti gli scheletri nell'armadio di Fawley fossero finalmente stati mostrati.

"Pare che organizzeranno la camera ardente al San Mungo," disse Frank Longbottom al suo collega, Bertie Higgs, che annuiva bevendo un sorso del suo terribile caffé americano. "Suppongo che sia un gesto di riguardo verso la famiglia e l'immagine del collega... Voi inglesi siete sempre più diplomatici di noi americani. Il MACUSA lo avrebbe destituito e sepolto in modo anonimo."

"È una situazione molto spiacevole, ma i Fawley sono una famiglia molto conosciuta. Il San Mungo è un buon compromesso. Non credo che qualcuno del Ministero presenzierà. Il Comitato Scuse per i Babbani è già al lavoro per risolvere la questione diplomaticamente. Di questi tempi, è meglio non inasprire il conflitto tra maghi e Babbani, altrimenti qualcuno potrebbe avvantaggiarsene."

Aveva sentito troppo di quella conversazione ed era riuscita a intuire quale fosse il piano esatto del suo Padrone. Non si trattava solo di punire chi aveva voltato le spalle alla Causa e aveva preferito coltivare la degenerazione del sangue, ma anche di inasprire i tentativi di dialogo. Il Signore Oscuro si dimostrava sempre molto lungimirante nelle sue trame. Alexandra era certa che con la sua guida avrebbe affinato l'intuizione e un giorno sarebbe diventata un'ottima politica.

Prima di allora, però, c'era da affrontare il tè a Grimmauld Place. Salutò la consigliera Umbridge e si congedò, diretta a casa. Si sarebbe cambiata velocemente prima di presentarsi al cospetto di quella che poteva definire la sua famiglia o un plotone di esecuzione. Era pronta a subire un processo al suo debutto.

Rodolphus si era dichiarato ottimista, ma Alexandra era cresciuta con Darlene e Walburga, sapeva che quei tè organizzati all'indomani di una festa erano un modo per commentare liberamente la serata e, ogni volta, screditare la padrona di casa.

Controllò allo specchio il suo aspetto per l'ultima volta, si strinse nel mantello ed entrò nelle fiamme verdi del camino dicendo "Grimmauld Place, numero 12, Londra". Venne accolta da Kreacher con uno dei suoi inchini profondi, le aprì la porta del guardaroba e Alexandra fece fluttuare il mantello sull'appendiabiti. "Benvenuta, lady Crouch, Kreacher è onorato di accoglierla. La Padrona è al piano di sopra con vostra madre." Da quando si era sposata con un membro delle Sacre Ventotto, Kreacher era diventato ancora più ossequioso di un tempo. L'elfo che dava qualche biscotto in più a lei e Regulus era scomparso, lasciando il posto a una creatura annientata dallo stesso dolore in cui era immersa Walburga. Le morti di Regulus e Orion avevano lasciato il gelo in quella casa.

"Lady Crouch, mia signora," annunciò Kreacher prima di farla entrare nel salone. Era da molto tempo che non vedeva i lampadari di cristallo attentamente spolverati e illuminati a festa. Walburga era seduta sulla sua poltrona di pelle scura, quella che un tempo era stata di Orion Black. Stretta in un abito da strega nero, come la sua condizione di vedova le imponeva, la salutò con un cenno del capo invitandola a prendere posto. Seduti sul divano, i suoi genitori la stavano aspettando. Scrutò le espressioni e come ogni volta quella seria di sua madre sembrava non annunciare nulla di buono. Suo padre, invece, sembrava felice di vederla e, al tempo stesso, sofferente. Si domandò se quello stato fosse dovuto all'assenza di Orion. Erano trascorsi due anni, eppure continuava a far male.

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