8 Ottobre

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Alexandra era nervosa, più di quanto lo fosse stata il giorno dei M.A.G.O.

Nella società Purosangue c'erano streghe che curavano il loro debutto per mesi interi, fin da prima delle nozze, seguendo gli insegnamenti della famiglia. Addirittura, c'erano madri che davano indicazioni sull'organizzazione del debutto fin dal fidanzamento, dal momento in cui si individuava la dimora in cui i due promessi sposi sarebbero andati ad abitare dopo le nozze. Alexandra, invece, non aveva vissuto nulla di tutto ciò: le sue nozze erano state improvvise e dettate dalla voglia di fuggire, persino la casa che avevano acquistato, nel quartiere residenziale alle spalle di Diagon Alley, era stata scelta da lei e Barty senza il coinvolgimento delle famiglie di origine. I Crouch e i Turner non avevano mosso un dito nell'organizzazione delle nozze, troppo assorbiti dai rispettivi lavori al Ministero della Magia e al San Mungo.

C'era di più. Non avevano mai messo in conto di dover dare un party e di presentarsi al mondo magico come i nuovi signori Crouch. La guerra li aveva assorbiti completamente, così come la carriera al Ministero della Magia. Ingenuamente avevano pensato che non sarebbe mai giunto il momento. Dopotutto, che senso aveva presentarsi come una coppia se il loro matrimonio era solo una facciata?

Adesso, però, erano le ragioni della guerra a richiedere quel party e lei doveva dimostrarsi all'altezza del ruolo che la società magica si attendeva dalla futura lady Crouch. Certo, non era una Black, e i Crouch erano sempre stati... più borghesi, meno aristocratici degli altri appartenenti alle Sacre Ventotto; inoltre, lei era una Turner e nessuno si attendeva la perfezione da una Turner. Eppure, Alexandra voleva la perfezione, voleva rivendicare la sua formazione impeccabile, voleva dimostrare a sua madre e a Walburga Black che si erano sbagliate e che lei sarebbe stata perfetta come moglie di Regulus, se solo a suo tempo non fossero state così ostinate. Dopotutto, come diceva sempre suo padre, i Turner non erano meno Purosangue degli appartenenti alle Sacre Ventotto, l'omissione da quello stupido elenco era frutto solo di una ripicca.

Il ricordo di Regulus minacciò di far uscire una lacrima dal trucco appena fatto. Si concesse un sospiro dolorante, come ogni volta in cui il pensiero correva da lui, il suo primo amore. Aprì il cassetto della toletta ed estrasse la foto in cui lei, Regulus e Barty sorridevano spensierati, certi che sarebbero stati insieme per tutta la vita. Era stata scattata durante l'ultimo anno a Hogwarts di Regulus Black, quando lei e Barty erano al quinto anno.

Era certa che se fosse morto Barty, se Regulus fosse stato suo marito, non si sarebbe trovata in quella situazione, incastrata in una relazione clandestina con Rodolphus Lestrange. L'angolo della bocca si incurvò in un leggero sorriso e avvertì una stretta allo stomaco. Chi prendeva in giro? Lei era felicissima di trovarsi incastrata con Rodolphus e non avrebbe mai potuto immaginare un modo più intenso di essere amata. Adorava sentire lo sguardo di lui su di sé, come lui trovava il modo di sfiorarla con discrezione, anche quando erano in pubblico, e le parole che le sussurrava con il suo accento francese.

Chiuse di scatto il cassetto e si guardò nello specchio. "Basta sognare, ho una marea di preparativi da ultimare." Per quel debutto aveva preso un giorno di permesso dal lavoro e doveva valerne la pena. Rodolphus era tornato in Cornovaglia quasi all'alba, dopo la notte di amore che si erano regalati. Sorrise ancora una volta e poi scese al piano di sotto a controllare l'arrivo dei fiori e degli addobbi. Aveva scelto garofani bianchi (fedeltà eterna) e rose bianche (purezza), in alcuni angoli c'erano delle composizioni di orchidee (totale dedizione). Sembravano fiori innocenti, perfetti per una coppia di sposi che appartenevano alla società Purosangue, eppure, il linguaggio dei fiori, a chi lo sapeva leggere, dava la cifra della loro appartenenza e fedeltà al Signore Oscuro.

Certo, il fatto che gli Auror del Ministero della Magia non fossero minimamente in grado di decifrare questi sottotesti, era un altro discorso e l'ennesima dimostrazione della degenerazione della società magica.

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