13 Ottobre

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Rodolphus non si sentiva libero nemmeno di fantasticare sul futuro con Alexandra. Doveva trattenere il sorriso che gli sarebbe comparso sul volto al pensiero che erano bastati pochi istanti insieme a lei, senza nemmeno avere la possibilità di baciarla, per avvertire la nostalgia di quei giorni spensierati, prima del cambiamento di Bellatrix, quando aveva cullato la prospettiva di un futuro diverso. Se pensava all'intenzione di Barty di sciogliere il matrimonio dopo la presa del Ministero, si diceva che avrebbe potuto veramente avere Alexandra tutta per sé.

"Buonanotte, chérie," disse stancamente mentre si dirigeva verso le sue stanze, dove sarebbe riuscito a liberarsi della presenza continua di sua moglie.

"Aspetta, Rod."

La voce di Bellatrix arrivò alle sue orecchie con una punta di dolcezza, del tutto inusuale. Si voltò verso di lei e la vide osservarlo con incertezza e poi avanzare verso di lui.

"Pensavo..." Bellatrix non esitava mai, cosa era quell'insicurezza? "Pensavo che questa notte avremmo potuto dormire insieme..."

Rodolphus la osservò ancora più perplesso. Quanto voleva spingersi oltre per controllarlo? "Bella, ti senti bene?" le domandò. "Qualcuno ti ha versato qualcosa nel Firewhiskey?"

"Cosa è questa sorpresa? Sei mio marito, dovremmo condividere il letto."

Rodolphus non riuscì a trattenere una risata. "Bella, non abbiamo condiviso il letto nemmeno la prima notte di nozze. Tu sei del Signore Oscuro, l'hai messo in chiaro per dieci anni in ogni modo possibile. Cosa ti succede?"

"Potrei aver cambiato idea. Dopo tutto, la guerra sta per finire e il Ministero della Magia sta per cadere. I Purosangue avranno il loro posto nel mondo."

"Fammi capire, tu vorresti tornare ad essere la lady Purosangue che ti sei sempre ostinata a disprezzare? E il tuo Signore e Padrone?"

Bellatrix sembrò boccheggiare, incerta su cosa rispondere. Rodolphus stava perdendo la pazienza perché sapeva che quella era una messa in scena, si sentiva preso in giro. Come poteva credere che sarebbe cascato in quel modo? Bellatrix lo aveva raggiunto e aveva preso il braccio, le mani erano scese a prendere la sua e se l'era portata al viso. Rodolphus osservava incredulo il modo in cui sua moglie gli stava chiedendo una carezza. La mano si allargò al contatto con la pelle morbida della guancia, il sorriso di Bellatrix sembrava riportarlo ai tempi di Hogwarts, quando erano visti come la coppia di fidanzati perfetti. Lo sarebbero stati, se solo...

Rodolphus sospirò. "Bella, io non posso. Sul serio, non so cosa ti prende, ma ho fatto un giuramento al Signore Oscuro e non posso toccarti..." Bellatrix portò la mano sul petto e Rodolphus si sentì vacillare. "Ho chiesto il permesso, Rod, è tutto a posto."

Rodolphus aggrottò la fronte, ancora più sorpreso. Bellatrix aveva davvero chiesto il permesso al Signore Oscuro e lui lo aveva accordato?

"Sai, questi giorni insieme mi hanno fatto capire quanto lavoro c'è dietro la cura di una famiglia importante come i Lestrange. Non lo avevo mai compreso appieno. Tu riesci a stare dietro a tutto, la politica, le azioni militari, la proprietà e... i commerci francesi, è come se ti avessi conosciuto di nuovo, meglio di un tempo."

Quanti anni aveva atteso prima di sentirsi dire quelle parole? Bellatrix lo aveva finalmente visto? Il cuore palpitò nel petto e superò ogni remora precipitandosi sulle labbra di Bellatrix. Non ci fu nessun allontanamento, la bocca di sua moglie rispose la bacio e iniziò a ricambiarlo mentre il corpo si tendeva contro il suo e lo stringeva a sé.

"Oh, Rod..." sospirò mentre lo guidava verso la camera da letto. Bellatrix lo baciava e iniziava a spogliarlo ad ogni passo che compivano in direzione della porta. La camicia cadde appena varcato l'uscio. Altrettanto fece lui, incredulo di quanto stesse accadendo, felice di poter finalmente ritornare ad essere completo. Era come se il ragazzo che era stato gli stesse dicendo che, dopo tutto, era valsa la pena attendere tutto quel tempo, lasciare che Bellatrix si accorgesse di chi fosse realmente Rodolphus Lestrange, che quelle sofferenze lo avevano forgiato e reso migliore, più maturo.

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