12 Ottobre

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"Mio Signore," Antonin Dolohov era davanti a lui con il capo chino e il mantello che toccava il pavimento. Lord Voldemort gli riservò un sorriso e allargò le braccia benevolmente. "Alzati, Tony, siamo amici da lunga data, tu non sei tenuto a certe formalità."

Concedere il privilegio dell'informalità era uno dei modi in cui ricompensava i più fedeli, un modo per rimarcare la differenza con gli altri Mangiamorte. Tony, però, era un adepto della vecchia scuola e sapeva cosa fossero l'onore e il decoro. Nemmeno quella volta lo deluse. "Padrone, perdonatemi, ma le formalità sono tutto in questa vita e il rispetto e la gratitudine non vanno mai dimenticate."

"Parla, allora, perché sei qua con questa impazienza nell'animo?"

Dolohov sospirò, quasi incerto su come iniziare a parlare, non era mai un buon segno. "Mio Signore, sapete che due mesi fa è morta la mia prima moglie."

"Una tragedia," tagliò corto. Non gli piaceva parlare della morte. Dolohov incassò quelle specie di condoglianze con un altro inchino. "Grazie, Padrone. Da allora, la guerra, le missioni mi hanno aiutato ad affrontare il lutto, ma anche la vicinanza di Alecto."

Lord Voldemort si voltò verso Dolohov con un sorriso sghembo: "Sei venuto a raccontarmi delle tue avventure amorose, Tony? Non siamo più nel dormitorio di Serpeverde..."

Antonin sorrise impacciato, il volto sembrava ancora più asimmetrico. "A quei tempi, Padrone, eravate voi ad avere molto da raccontare e io vi ho sempre ascoltato."

"Te lo concedo, andiamo, cosa mi vuoi raccontare? Quanto la Carrow sia brava a letto? Vuoi che consoli il suo cuore spezzato? Ti vuoi liberare di lei?"

"No, Padrone, le circostanze sono molto diverse da quelle che ci occupavano da giovani, mi piace pensare che in qualche modo siamo cresciuti e maturati..." Dolohov prese un momento di pausa e poi continuò. "Sono qui perché vorrei sposarla, Padrone, e vorrei chiedervi l'onore di essere voi a celebrare il matrimonio."

Lord Voldemort scoppiò a ridere: "Tony, errare è umano, ma perseverare negli errori..." Notò lo sguardo turbato del suo fedele seguace, la persona più vicina a un amico che avesse mai avuto. Sospirò. I sentimenti erano una sciocca debolezza e, come tutte le debolezze, rappresentavano uno dei fili per poter muovere le vite dei suoi Mangiamorte. Mostrò il suo sorriso condiscendente. "E sia, quando vorresti celebrare il lieto evento?" L'espressione di Dolohov cambiò in poco tempo e dalla delusione passò alla gioia. "La prossima primavera, Padrone, durante il sabba di Beltane!"

"E sia, Tony, non posso dirti di no. Beltane è un sabba potente, fecondo e di buon augurio per una famiglia numerosa, potrai continuare la stirpe dei Dolohov con la tua seconda moglie."

"Grazie, Padrone!" L'inchino che gli rivolse fu ancora più profondo. Era così semplice guadagnarsi la lealtà dei maghi. Un tempo, nessuno avrebbe chiesto a Tom Riddle di celebrare il matrimonio di due appartenenti alle Sacre Ventotto, adesso era un onore che si contendevano per dimostrare la vicinanza a Lord Voldemort. Il potere passava anche da quelle sciocchezze.

Prima di congedarsi, Dolohov esitò un istante per acquisire coraggio e finalmente formulò la domanda che Lord Voldemort gli leggeva da giorni in testa: "Padrone, posso essere indiscreto?"

"No, Tony, non ti risponderò ad alcuna domanda su Bellatrix. Sta dove deve stare."

"Ma voi state bene?"

Quella domanda lo sorprese. Nessuno si preoccupava mai di lui né chiedevano se stesse bene, lo davano per scontato. Prima di Dolohov, solo Bellatrix aveva mostrato un simile interessamento.

"Certo che sto bene."

Era il Signore Oscuro, non poteva mostrare segni di debolezza, non poteva confessare a Dolohov che ciò che lo tratteneva dal mettere mano alla bacchetta era l'aver notato che Rodolphus rimanesse al suo posto e che non cedesse alle lusinghe di Bellatrix. Detestava quella situazione e si augurava che Bellatrix riuscisse a distrarlo a sufficienza per fargli abbassare la guardia e scoprire cosa stesse tramando nell'ombra. C'era la possibilità che ciò che nascondeva alla moglie non riguardasse la fedeltà alla Causa. Doveva sopportare quelle scene indecorose per riuscire a raggiungere il suo obiettivo. Aveva bisogno che fosse Lestrange a scegliere di lasciare Bellatrix pur potendo avere tutto ciò che aveva sempre desiderato. Solo rendendolo libero di ripudiare la moglie poteva assicurarsi Bellatrix senza turbare quegli sciocchi Purosangue.

Rise and FallWhere stories live. Discover now