Capitolo 12

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Kaeya's POV

"Ho trovato qualcosa."

Di solito, quando ci si trova in situazioni difficili, che sembrano insormontabili, irrisolvibili, disperate, ci si aspetta che per alleviare il dolore che procurano ci sia bisogno di un gesto eclatante, di un grande discorso, di un miracolo straordinario. Invece poi capita che poche parole dette con cura, al momento giusto, piccoli dettagli che forse in situazioni diverse sarebbero sfuggiti, diventino una fonte di sollievo, un'asse con cui far pian piano leva sul macigno che schiaccia il cuore e opprime lo spirito. Quel macigno di cui si sente tanto parlare, ma che non si comprende veramente fin quando non si è sperimentato sulla propria pelle.

Questo era stato l'effetto di quelle parole su di me, di quella frase, concisa e diretta come al solito.

Mi avvicino al portatore di questo messaggio così atteso, con passo veloce, posizionandomi dietro di lui e guardando lo schermo che mi si pone davanti.

Un nome, un volto, un indirizzo. Poche rilevanti informazioni che così agonizzante avevo cercato nell'ultimo periodo. È questo ciò che mi ritrovo davanti agli occhi. Un ragazzo simile a tanti altri, un nome poco familiare, un indirizzo comune, nel centro della città.

"Ci siamo riusciti." è la prima frase che sussurro dopo alcuni momenti di stupore, dirigendo il mio sguardo verso l'Hero che, noto solo ora, mi sta già guardando. "Lo abbiamo finalmente trovato!"

Nella mia euforia non percepisco il movimento al mio fianco, ma mi ritrovo stretto in un caldo abbraccio.

"Sei stato forte." mi sento dire da una voce metallica, ma allo stesso tempo soffice. La stretta è confortevole e pacifica e io non trovo motivo per allontanarmi da questo momento di pace. Brevemente mi attraversa la mente l'immagine di Diluc, ma decido, per un solo momento, di non pensare alla biforcazione nel mio cuore, ma di godermi il momento di pace tanto meritato.

Un tempo indefinito passa e ci allontaniamo l'uno dall'altro in maniera riluttante.

"Dovresti andare a casa per oggi. Domani goditi la giornata, poi penseremo ad un piano per mettere fine a tutto questo."

Per una volta non protesto, e dopo un veloce saluto mi avvio sulla strada di casa, con la speranza di avere una notte tranquilla, accompagnata da incubi meno feroci del solito.

Il giorno successivo mi sveglio riposato dopo tanto tempo. Mio fratello non c'è, deve essere già a lavoro, mentre Dain è in soggiorno, seduto al tavolo, intento a leggere alcuni documenti. Io mi avvio presto per il conservatorio, notando tutti i piccoli cambiamenti che sono avvenuti in questi mesi, ai quali non avevo fatto caso, troppo preso dai miei stessi problemi.

Arrivato davanti al grande portone non perdo un attimo, entro, e trovo Diluc già ad aspettarmi. Passare del tempo con lui mi porta a provare un senso di ingiustizia nei suoi confronti, ma decido, solo per oggi, di ignorarlo. Quando sarà finito tutto questo potrò dedicarmi alle mie complicate questioni di cuore.

"Oggi stai meglio." è la prima frase che mi rivolge, non sottoforma di domanda, ma di affermazione; lui sa già che io sto bene, lo vede. Questa sua attenzione nei miei confronti mi fa battere forte il cuore ma allo stesso tempo mi provoca un subbuglio nello stomaco, che sento quasi ripiegarsi su se stesso.

Le prove vanno spedite, più serene e spensierate degli ultimi giorni, e anche più proficue, e dopo quello che sembra un attimo mi ritrovo per strada, di notte, accompagnato dalla luna e circondato dalle stelle, trasportato dalla lieve brezza fresca che soffia. Arrivato alla solita palazzina mi rendo conto di essere nervoso: questa infausta avventura sta finalmente per concludersi, sento di avercela fatta.

Percorro lentamente le scale, mi fermo un secondo davanti all'uscio socchiuso, poi spingo la porta con entrambe le mani, facendomi inondare dalla luce biancastra della stanza.

L'Hero, come sempre, è già pronto nella sua postazione, pronto ad elaborare il piano finale. Prendendolo ad esempio, mi accomodo sulla mia sedia.

"Qualche idea?" domando come prima cosa.

"Dobbiamo essere cauti. Aver individuato il nostro uomo non lo rende meno pericoloso. Le lettere che ha inviato fin ora sono soltanto minacce, mai un ricatto o una richiesta. Facciamogli capire che non è passato inosservato, ma che allo stesso tempo non siamo rimasti con le mani in mano. Giochiamo al suo stesso gioco." dice, quasi con aria solenne il mio interlocutore.

"Cosa intendi fare?" gli chiedo, curioso di quale macchinazione voglia mettere in atto.

"Scriviamo una lettera, proponiamo un incontro." mi spiega lui, quasi con aria fiera.

"Dobbiamo trovare un modo per fargli ammettere le sue colpe. Senza un prova di questo tipo potrebbe essere difficile farlo risultare colpevole." ragiono ad alta voce.

"Farò io da esca." dichiaro infine.

"Assolutamente no. Abbiamo stabilito nessun lavoro sul campo." mi risponde secco l'Hero.

"Le circostanze sono diverse. Se andassi solo tu lo prenderesti di certo, ma la sua confessione? Sarebbe difficile ottenerla. Io assomiglio a mio fratello, riuscirei a fargli ammettere qualcosa prima che si renda conto della trappola. Poi potrai intervenire tu e catturarlo come si deve. Non rischierò molto, te lo prometto. Gli starò il più lontano possibile, e al primo segnale di pericolo potrai intervenire. Fammi prender parte a questa cattura, ti prego. Voglio esserci quando eliminerai la persona che vuole portarmi via una delle poche cose positive della mia vita. È il minimo che devo ad Axel." lo imploro.

"Non penso che tuo fratello vorrebbe che tu ti esponessi a questo pericolo." controbatte furbamente.

"Vorrebbe anche sapere tutto quello che stiamo facendo, eppure non è possibile rivelarglielo. Ti prego, fammi partecipare." rispondo io, guardandolo con occhi supplichevoli.

Vedo l'uomo davanti a me pensarci su, poi giungere ad una conclusione, con cui evidentemente non si trova d'accordo, dato il sospiro che emette.

"E va bene. Vieni con me, ti comporti come se fossi tuo fratello, ma al primo segnale di pericolo voglio che ti allontani il più velocemente possibile, penserò io alla cattura. Tu devi solamente registrare quello che dice. Siamo d'accordo?"

"Si, si, grazie mille." lo ringrazio.

"Agiamo domani. Penso io alla lettera. Ti farò ricevere al più presto l'indirizzo a cui presentarti."

Detto questo, discutiamo gli ultimi dettagli e poco dopo mi ritrovo sulla strada di casa.

Domani sarà tutto finito è quello che penso. Dopo domani Axel sarà finalmente al sicuro, io tornerò a pensare alla musica, ad essere un vigilante della città, sarò di nuovo felice, la mia vita tornerà a scorrere come prima. Risolverò i miei problemi, tutti, mi dichiarerò, finirò la mia canzone, dimenticherò le delusioni che ho avuto fin ora. Dopo domani tutto tornerà ad essere tranquillo, tutto sarà finalmente perfetto.

Stanotte però sono ancora attanagliato dai dubbi, dalla paura, dall'ansia, stanotte ho ancora gli incubi, stanotte sono ancora diviso tra due fuochi. Ma stanotte sarà l'ultima.

Domani sarà migliore.

Domani deve essere migliore, non può che esserlo.









CONTINUA...









**********ANGOLO AUTRICE********

Salve gente, bentornati in questa storia!

Stiamo per raggiungere il momento clou della nostra avventura, non mancate nel prossimo capitolo!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto; se è così, e se vi va, lasciate un commento e/o una stellina.

Grazie per aver letto fin qui

A presto

Kaeya__main💜



























Symphony of love~A Luckae storyWhere stories live. Discover now