Capitolo 14

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???'s POV

La paura è di per sé un'emozione semplice da capire, è intuitiva, intrinseca nell'uomo fin dalla sua nascita. Quando una nuova vita viene al mondo prova sofferenza, essendo uscita dal luogo sicuro che l'aveva ospitata fino a quel momento, ma forse prova anche paura, per quella che sarà la vita che ha davanti, assolutamente sconosciuta. La paura è quindi collegata all'ignoto. Come si può non aver paura di qualcosa che non si conosce? Eppure non sempre la conoscenza elimina questa paura, anzi a volte la amplifica, trasformandola in terrore. Le minacce che si nascondono nel buio, i mostri sotto al letto fanno paura perché sono invisibili, ma se un giorno iniziassimo a vederli non sarebbero forse più spaventosi? L'ignoto fa paura, ma c'è sempre in questo la possibilità che non si avveri, che sia solo nella nostra testa; quando invece si acquisisce conoscenza di ciò che prima era sconosciuto, questa misera speranza scompare, perché il mostro si materializza e non c'è nessuno che possa farlo tornare ad essere sconosciuto.

Trovare finalmente il mittente di quelle lettere minatorie aveva finalmente portato un certo senso di sollievo. D'altra parte però poter associare un nome e un volto a questa persona l'aveva resa indubbiamente reale, molto più di quanto non lo fosse stata fino a quel momento. L'anonimato del mostro era svanito e aveva portato via con sé la remotissima idea che potesse essere tutto un sogno, un terribile, spaventoso sogno, riportandomi bruscamente alla veglia in un mondo decisamente più terrificante.

Sapevo di essere debole di fronte alle richieste di Kaeya, ma pensavo di poter resistere se fosse stato per il suo bene. Invece il mio compagno di avventure mi aveva esposto argomentazioni talmente logiche da non poterle rifiutare, e in più lo aveva fatto guardandomi negli occhi con quel suo sguardo immenso, pieno di tristezza ma anche di determinazione e di amore.

Il giorno successivo, mentre gli facevo avere la lettera, l'incertezza si era fatta strada e per un momento avevo esitato, non volendo esporre una persona così importante per me ad un pericolo così grave e, soprattutto, non interamente noto. Nonostante tutte le ricerche che avevo fatto su questo Gerd, non avevo nessuna certezza sul comportamento che avrebbe avuto una volta incontrato Kaeya sotto le spoglie di Axel, e soprattutto non sapevo cosa avrebbe potuto fare nel caso avesse scoperto la trappola.

Malgrado i miei ragionamenti, avevo comunque consegnato la lettera e mi ero ripromesso di proteggere ad ogni costo Kaeya.

E così, la sera dello stesso giorno, mi ritrovo al punto d'incontro, davanti a me il mio compagno in questa impresa. Gli spiego brevemente come usare il registratore, giusto in tempo, perché si sentono in lontananza dei passi, probabilmente il nostro ospite di stasera.

Corro a nascondermi in un angolo nascosto che avevo già individuato prima: un luogo perfetto che mi permette di osservare con chiarezza le interazioni tra Kaeya e Gerd, che mi tiene nascosto alla loro vista e, soprattutto, collocato sull'unica via di fuga di Kaeya, così che quando sarà il mio momento di intervenire riuscirò a non allarmare il nostro nemico prima del dovuto.

Vedo le due figure parlare, Kaeya mi da le spalle mentre Gerd ha il viso rivolto verso la mia direzione. Non riesco a sentire molto della loro conversazione, solo poche frasi, ma è ovvio che l'atmosfera sia tesa e carica di rabbia; per un momento tutto sembra tranquillo, quasi pacifico, poi, poco dopo l'inizio della conversazione vedo Gerd sporgere un braccio indietro per afferrare qualcosa, che si rivela presto essere una mazza. Dopo pochi attimi di esitazione con grande sollievo Kaeya muove dei primi passi titubanti all'indietro, i quali si trasformano quasi subito in una corsa disperata nella mia direzione.

Vorrei correre verso di lui e metterlo in salvo al più presto, i miei muscoli fremono per farlo, ma aspetto e tutto sembra muoversi a rallentatore. Nel giro di pochi secondi, che sembrano lunghissimi, Kaeya supera la mia posizione e, proprio nell'attimo in cui la figura del suo inseguitore entra nel mio campo visivo, finalmente mi alzo e lo colpisco, facendo terminare la sua corsa. Lui si gira verso di me con uno sguardo sorpreso.

"Allontanati, qui ci penso io." sento dire alla mia voce distorta dalla maschera, la eco che si propaga per tutto il container.

Gerd, che in poco tempo si è ripreso dallo shock, viene verso di me brandendo in aria la mazza. Io non perdo tempo e mi dirigo verso di lui, con urgenza, sapendo di aver ormai perso l'effetto sorpresa e di dover dare la possibilità a Kaeya di correre il più possibile lontano da qui. Scambiamo diversi colpi, entrambi schivando e attaccando e la situazione sembra essere di completa parità. Decido così di concentrarmi per disarmarlo e dirigo i miei attacchi verso la parte destra del suo corpo, cercando di fargli allentare la presa sull'arma. Dopo una serie di tentativi e di parate riesco finalmente a fargli cadere la mazza e ad allontanarla  da noi con un calcio. Questa azione mi porta però ad un minimo momento di deconcentrazione, non passato inosservato dal mio nemico, che ne approfitta per colpirmi violentemente con il pugno sinistro alla testa. Subito ho una sensazione di vertigine, la mia vista si fa più sfocata e sento del liquido appiccicoso colarmi sulla fronte, bagnando il tessuto e coprendomi parte della visuale. La testa inizia a pulsarmi e i miei attacchi diventano più deboli, comincio a perdere la lucidità e la concentrazione. Il mio avversario sembra non avere interesse nel recuperare la mazza che rimane abbandonata in un angolo, ma anzi continua a sferrare dei colpi molto violenti nella mia direzione, quasi guidato da una sete di sangue irrefrenabile, mostruosa.

Sento di star quasi perdendo i sensi, e cerco disperatamente di trovare una nuova strategia, o potrei non riuscire a vincere. Improvvisamente si sente il suono di un colpo e il mio avversario si accascia a terra. In piedi dietro di lui, tremante e ansimante, c'è Kaeya, terrorizzato ma nel contempo determinato, come sempre. La mazza gli cade dalle mani e io mi alzo con fatica per poi avvicinarmi a lui.

"Ti avevo detto di allontanarti" gli dico, quasi con tono di rimprovero, ma attirandolo a me in una stretta piena di affetto. "È una fortuna che tu non mi abbia ascoltato questa volta." termino, per poi staccarmi da lui.

Mi sento per un momento mancare le forze e devo appoggiarmi a lui. Kaeya lo nota, e, ispezionandomi con occhi più attenti, nota anche la mia ferita.

"Hero! Sei ferito! Dobbiamo subito tornare alla base." dice preoccupato.

Gli faccio cenno di aspettare, poi prendo dalla mia attrezzatura una corda e lego saldamente Gerd ad un palo lì vicino, poi faccio cenno a Kaeya di darmi il registratore e lo lascio vicino al corpo privo di sensi del ragazzo. Infine lascio una soffiata anonima alla polizia.

"Sembra sia davvero tutto finito." dico dopo alcuni attimi di silenzio.

Poi, appoggiandomi a Kaeya, ci dirigiamo fuori, incamminandoci verso la base, non ancora comprendendo il grande punto di svolta che quella notte avrebbe portato.








CONTINUA...





***********ANGOLO AUTRICE***********

Salve a tutti, e bentornati in questa storia!!!!!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non vediate l'ora per il prossimo, perchè ce ne saranno delle belle.

Se vi va lasciate una stellina e/o un commento e fatemi sapere cosa vi è piaciuto di più

A presto (meno di quanto crediate, spero)

Kaeya__main💜



Symphony of love~A Luckae storyWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu