Capitolo 17

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Kaeya's POV

Non pensavo sarebbe mai arrivato questo giorno.

Durante primi anni della mia adolescenza ero sceso a patti con il fatto che probabilmente non avrei mai più rivisto i miei genitori o avuto una conversazione con loro, e questa realizzazione non era stata accompagnata da nessun tipo di sentimento, a parte forse una punta di sollievo.

La situazione che mi si era palesata davanti era assolutamente inaspettata, ma la mia reazione lo era stato ancora di più. Avrei potuto ignorare tutto completamente e chiudermi in camera mia con Diluc fin quando non se ne fossero andati, o tornare sui miei passi, facendo finta che nulla fosse avvenuto. Invece, con grande stupore, i passi che muovo si dirigono verso il salotto. Forse è il bambino che è ancora in me che tenta di fare un ultimo, per quanto inutile, tentativo di creare un rapporto positivo con loro.

Mentre mi avvicino al salotto, preceduto da Dain, sento una mano intrecciarsi con la mia, trovando l'incastro perfetto. Mi volto leggermente, trovando dietro di me, ad appena pochi passi, Diluc che mi osserva con sguardo preoccupato e allo stesso tempo pronto a supportarmi qualsiasi cosa avvenga.

Ad accogliermi appena varcata la soglia del salotto sono tre figure; una tanto familiare e tanto amata, le altre due ormai estranee. Le due figure, austere e impassibili come le ricordavo, iniziano a mostrare qualche segno di vecchiaia. Il viso di mio padre, mostruosamente simile a quello di Axel, è solcato dalle rughe ed incorniciato da capelli grigi cenere, mentre mia madre mostra solo poche striature bianche tra i capelli colore della notte, più scuri dei miei, e dai suoi occhi si diradano poche linee sottili, simili alla tela di un ragno. Sento entrambi fissarmi con lo sguardo che erano soliti rivolgermi, di disprezzo ma allo stesso tempo di noncuranza. Contemporaneamente sento la stretta di Diluc farsi più rassicurante, un punto fermo su cui ancorarmi per non voltarmi subito indietro e scappare da questa situazione.

"Kae, Diluc!" sento dire a mio fratello come forma di saluto, mentre si alza dalla poltrona per venirci incontro.

Scambiato un breve abbraccio, continuando a percepire gli sguardi su di me, mi rivolgo ad Axel, cercando di evitare le altre presenze nella stanza.

"Cosa ci fanno loro qui?" chiedo a mio fratello, con tono sprezzante.

Prima che Axel possa rispondere una voce femminile lo interrompe

"È questo il modo di comportarsi Kaeya? Hai deciso di farci dono della tua indesiderata presenza, potresti anche salutare come si deve i tuoi genitori." sono le prime parole che sento rivolgermi da mia madre dopo lunghissimi anni.

"Madre-" cerca di dire Axel, venendo interrotto nuovamente.

"Non devi cercare di difenderlo Axel. La sua maleducazione sarà sicuramente dovuta ad una sua mancanza, non a te, non fartene una colpa." sento dire mio padre.

"Madre, padre, la mia giornata sarebbe sicuramente migliore se non foste qui, ma visto che ho questo dispiacere, a cosa dobbiamo la vostra visita?" rispondo sarcastico, mentre sento dentro di me le ultime speranze di quel bambino di quattro anni ormai fatte a pezzi talmente piccoli da rendere impossibile rimetterli insieme.

Detto questo io e Diluc ci sediamo sul lato opposto rispetto ai miei genitori, mentre Axel, sistemati in un vaso i fiori portati dal rosso, si sistema al mio fianco e Dain vicino a lui.

"Prima che tu arrivassi stavamo appunto spiegando ad Axel e Dain di aver saputo della loro idea di adottare un bambino e perciò siamo venuti a congratularci e dare qualche consiglio sulle strutture da visitare, non vorremmo mai che nella nostra famiglia ci fosse qualche altro difetto." risponde acida mia madre.

Symphony of love~A Luckae storyWhere stories live. Discover now