1.0) Cavalcate all'alba e incontri notturni IIIII

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📍Londra, 1816

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📍Londra, 1816

La serata di Isabella, Clarise e Louise era stata piacevole e si era conclusa in uno modo perfettamente immaginabile: si erano ubriacate.

Avevano completamente finito la bottiglia del pregiato liquore del Visconte e avevano passato l'intera serata a ridere senza un motivo ben preciso. La prima delle tre a svegliarsi era stata Isabella e inutile dire che si era svegliata con un bel mal di testa. Era ancora presto, l'alba non era ancora sorta, e approfittando di questo era sgattaiolata nell'ufficio del Visconte ancora con la camicia da notte, per posare la bottiglia ormai vuota in cui era contenente il liquore.

Ma, mentre aveva puramente a caso lanciato uno sguardo alla finestra dello studio che affacciava sulle stalle della tenuta dei Baker, non aveva mancato di notare che Max, lo splendido murgese dal manto morello del Visconte, stava venendo preparato per una galoppata.

Alla vista di ciò, sarebbe stata una bugia dire che Isabella non fosse corsa in camera ad infilarsi i pantaloni da equitazione, una giacca e un lungo mantello coprente. Aveva corso come una pazza nei lunghi corridoi di casa Baker, sperando che il Visconte non fosse andato via, e successivamente si era ritrovata a concedersi un sospiro di sollievo nel comprende che l'uomo era ancora lì.

Nel momento in cui Isabella si avvicinò alle stalle, il Visconte aveva appena preso posto su Max. Era concentrato ad infilarsi i guanti in pelle nera, proteggendo le mani dal freddo gelido della mattina.

Non si accorse minimamente della presenza della donna fino a quando quest'ultima non lo salutò cordialmente: «Buongiorno Milord».

Charles voltò il capo e abbassò lo sguardo sulla figura di Miss Osmond, non aspettandosi di essere benedetto della sua presenza già così presto: «Buongiorno Isabella».

«Fate una passeggiata mattutina?» Isabella portò le mani dietro la schiena e prese a dondolarsi sulle punte come una bambina, attendendo una risposta dell'uomo.

«Si» acconsentì il Visconte dandosi un'occhiata intorno «Ne approfitto prima che gli altri si sveglino».

A quel punto Isabella smise di tenere le mani dietro la schiena, e con una mano afferrò il lungo mantello che la copriva, scoprendo la parte inferiore del suo corpo e mostrando al Visconte i suoi pantaloni. L'uomo sorrise, mettendo in bella mostra le sue adorabili fossette, e scosse il capo capendo all'istante quali fossero le intenzioni della donna.

Il libertino che mi amava || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora