1.1) Proposte e rifiuti IIIIII

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📍Londra, 1816

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📍Londra, 1816

«Sei sicuro della tua scelta?» domandò Alfred a suo fratello, che se ne stava in piedi al centro del vecchio studio di loro padre, a fissare la piccola scatolina - contenente l'anello di fidanzamento della loro famiglia - che reggeva tra le mani.

Charles annuì: «Lo sono».

Magica. Era stata una notte magica quella che lui e Miss Osmond avevano passato. Nulla era accaduto oltre il bacio. Lui si era offerto di riaccompagnarla nelle sue stanze e infine per augurarla la buonanotte aveva - per l'ennesima volta nel giro di pochi minuti - poggiato per qualche istante le sue labbra sulle sue.

Quella mattina si era alzato presto con lo scopo di recarsi urgentemente nella studio di suo padre, dove era nascosta una piccola cassaforte. Ciò che gli serviva prendere da quella cassaforte era la stessa scatolina che ora stava stringendo tra le mani. Dopo pochi istanti era stato raggiunto da suo fratello minore.

«Sai che ti appoggerò sempre, in qualsiasi cosa che farai» fu proprio quest'ultimo a parlare, poggiandogli una mano sulla spalla.

«Grazie fratello» Charles distolse l'attenzione dall'anello e guardò il fratello negli occhi prima di sorridergli.

«E apprezzo il fatto che tu ti stia sposando per amore».

Charles aggrottò la fronte. Era questo che credeva suo fratello? Fece un passo verso la scrivania dello studio e ci ripose sopra la piccola scatolina di camoscio, per poi rivolgersi a suo fratello: «Non la sposo per amore».

Alfred rimase confuso all'udire di tali parole. «La luce che vedo nei tuoi occhi non è spinta da un sentimento?» domandò con un filo di sarcasmo nella voce.

«Quella donna mi rende felice, ma-».

«Accetti i suoi difetti?» Alfred lo interruppe. Era contrariato perché ciò che sembrava vedere nel fratello non era indignazione nei confronti di Miss Osmond, piuttosto sentiva la puzza di orgoglio. «Quella donna è caparbia, non ti lascerà prendere decisioni per se stessa e per quanto possa essere ammirevole il suo spirito libero ed intraprendente, sei perfettamente come appare agli occhi di questa infantile società».

Il libertino che mi amava || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora