𝐈 - 𝐒𝐡𝐚𝐝𝐨𝐰𝐬

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Afraid - The Neighbourhood
"When I wake up, i'm afraid"

Afraid - The Neighbourhood                                    "When I wake up, i'm afraid"

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Appena tornata a casa la prima cosa che notai fu il mio fratellino, Jacopo, ha solo 15 anni e passava le sue ore a giocare con la play station.

«Mamma, papà, sono tornata a casa!» Buttai lo zaino vicino la porta della cucina.

Papà, Oscar Wright è il solito uomo alto, barbuto con capelli ricci e neri. Mamma, Olivia Robertson Wright, solita casalinga, disoccupata da ben tre anni con splendidi capelli biondi.

Erano in cucina, non mi avevano sentita e indovinate un po' perché? Litigavano, come sempre d'altronde; non c'era un giorno tranquillo, non c'era un giorno che loro non litigassero.

«Mamma» alzai un po' il tono della voce. «Oh, ciao tesoro, com'è andata all'università?» Si girò di scatto e come suo solito iniziò a farmi duemila domande. «Bene mamma... senti, non ho fame oggi, vado direttamente nella mia stanza a studiare, okay?» Dissi con voce stanca, sperando che mia madre non si addentrasse nelle pieghe dei miei pensieri.

La sua espressione si contrasse leggermente, la preoccupazione evidente nei suoi occhi. «Ancora con queste tue scuse per saltare i pasti? Non puoi studiare bene se non ti nutri correttamente, Althea.»

Io, sospirando, replicai: «Lo so, mamma, ma ho molte cose da fare. Sarà solo oggi, promesso.»

Mia madre rimase in silenzio per un momento, poi scosse la testa, evidentemente insoddisfatta. «Devi prenderti cura di te stessa, Althea. Non puoi ignorare la tua salute così.»

Nonostante le sue parole, il nostro rapporto era teso e logorato. Le discussioni simili erano diventate una costante, e il silenzio che seguiva lasciava spazio solo all'insoddisfazione reciproca. La nostra comunicazione era ridotta a monosillabi e a una superficiale cortesia.

«Vabbè, mangerò qualcosa di leggero più tardi,» aggiunsi, cercando di chiudere l'argomento, anche se sapevo che la mia promessa era sottile come carta velina.

Lei sospirò, accennando un sorriso forzato. «Studia bene almeno. E ricordati che ti voglio bene.»

Entrai nella mia stanza, lasciando dietro di me la tensione che sembrava appiccicarsi all'aria. Il nostro rapporto complicato era come un labirinto emotivo, difficile da navigare. Nella solitudine della mia stanza, mi immersi nei libri, cercando una via di fuga da dinamiche familiari che pesavano come catene invisibili.

Avevo scaffali e librerie piene di libri, ma che potevo farci? Io amo leggere e soprattutto amo il mondo del cinema, credo anche di aver visto troppi film. Ogni sera, prima di andare a dormire, quello che faccio abitualmente è leggere o guardare un film, sperando di poter vivere dentro essi.

So che lo pensi anche tu. Sarebbe bello vivere dentro un libro o dentro un film, dove la vita è perfetta e non c'è niente contro di te. Il sogno di tutti praticamente.

Bᴇʏᴏɴᴅ Tʜᴇ Nᴜᴀɴᴄᴇs Where stories live. Discover now