Resta

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Sono in un ritardo assoluto, sicuramente Roland mi ucciderà.

Lego i capelli in una crocchia deforme e mi pizzico le guance per darne un colore più vivo.

È la prima volta che sono in ritardo per il lavoro e spero mi servirà appunto come giustificazione. Roland sa essere un capo poco carino quando gli gira male.

Mi guardo frettolosamente intorno e la stanza da letto si presenta un totale disastro. Non ho assolutamente tempo per sistemare questa giungla.

Infilo i primi abiti che trovo nell'armadio, senza curarmi minimamente dello scempio che sembro.

Corro di fretta in sala ed afferro borsa e cappotto, precipitandomi verso la porta di casa, prima che uno squillo assordante prenda vita dalla tasca dei jeans strappati. Lo tiro fuori ed il cellulare s'illumina, mostrando ben chiaro sul display il nome del mio capo.

Mi appresto a rispondere, dopo aver preso un bel respiro d'incoraggiamento.

-Pronto?- rispondo a voce bassa.

-Jess, scusami, sono Roland.- la voce roca del mio capo prende vita e mi porta a deglutire dal timore di una bella strillata.

-Signor Roland, mi perdoni!- esclamo dispiaciuta, per poi riprendere a parlare -Non ho sentito la sveglia e così...- le parole escono una attaccata all'altra, cercando tra di loro una qualsiasi altra scusa, ma lui m'interrompe prima che riesca a finire.

-Tranquilla cara, ti chiamo per avvisarti che oggi il bar sarà chiuso a causa del mal tempo. Pensavo lo sapessi- annuncia. Faccio una smorfia interrogativa e guardo brevemente verso il balconcino da dove scorge un cielo a nuvole nere.

Questa mattina sono stata presa talmente tanto dalla fretta che non ho avuto modo di guardare fuori dalla finestra.

Sospiro sollevata e sorrido a me stessa. L'ho scampata.

-Oh, sì, certamente. La ringrazio per avermelo ricordato.- torno a ringraziarlo, buttandomi di peso sul divano.

-Di nulla, cara. Ci vediamo domani.- chiude la chiamata e tiro il cellulare sul tappeto.

Ho il giorno libero, fantastico. Libero, ma rintanata in casa.

Da sotto un grande cuscino tiro fuori il telecomando ed accendo la televisione sul meteo della città.

Una meteorologa snella e biondissima, stretta in un completo da ufficio, detta il meteo della giornata, annunciando un'allarme mal tempo su tutta New York, con forti precipitazioni ed eventuale tromba d'aria. Consiglia in fine di rimanere nelle proprie abitazioni.

Giorno libero e diluvio universale. Cosa diamine farò tutto il giorno dentro casa?

Non ho voglia di tornare a dormire.

Sprofondo ancora di più nel divano e chiudo solo un po' gli occhi, dove poco dopo lo sfondo nero si tramuta nelle scene della sera precedente.

Il sangue ancora mi ribolle nelle vene nel pensare a Gabriel, alla vecchia, il bacio sul collo, il povero Derek che ho abbandonato lì.

È stata una serata del cazzo e spero che Miranda abbia capito il mio disappunto nell'andare ai party.

Cavolo, Miranda!

Apro di scatto gli occhi e recupero il cellulare dal tappeto componendo velocemente il suo numero.

-Pronto? Jess?- risponde dopo un paio di squilli, con una voce impastata dal sonno e debole.

-Hey, buon giorno.-

-È successo qualcosa?- chiede lei con tono preoccupato

-No, volevo solo ricordarti dell'allerta mal tempo di oggi, quindi non uscire da casa o la presunta tromba d'aria potrebbe diventare un uragano- la stuzzico, ridacchiando sotto i baffi.

Affittami per un giornoWhere stories live. Discover now