Capitolo 18

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All'improvviso Louis non riuscì a sentire più nulla. Questa era la stessa cosa che era accaduta qualche tempo prima, solo che al contrario. Questa volta era stato Harry ad attaccare, non Louis. Il tono della sua voce era abbastanza tranquillo, probabilmente per non farlo sentire a nessuno, ma quello che Harry aveva detto era stato terribile.

Le orecchie di Louis rimbombavano. Le persone parlavano con lui, ma lui non riusciva a sentire nulla.

Louis aveva bisogno di uscire. Il suo istinto di scappare o di difendersi però, era completamente bloccato perché il suo cervello aveva smesso di funzionare. Louis fece fatica a spingere indietro la sedia, quasi cadde giù nell'intento. Una volta che riuscì a liberarsi dal tavolo, iniziò a correre.

Sentiva una presenza dietro di lui, ma il ronzio delle orecchie era così forte che non riusciva a percepire nient'altro. Louis accelerò. Con tutta la corsa che aveva fatto per allenarsi, era diventato molto veloce ora. Nella sua velocità massima, era il più veloce tra i suoi compagni.

Louis sapeva che era la stessa cosa che aveva fatto l'ultima volta che aveva affrontato Harry. Alla fine era sempre Louis a scappare. Era l'unica cosa che riusciva a fare. Non riusciva a gestire la situazione difendendosi e non poteva attaccare a sua volta per sentire cosa ancora avesse da dire Harry sul suo conto.

Voleva solo stare da solo... dimenticato da tutti.

Nessuno riusciva a capire cosa Louis stesse attraversando, e perché dovrebbero d'altronde.

L'intera band era impeccabile. E poi c'era Louis.

Cantavano tutti in modo divino. E poi c'era Louis.

Lui non era come loro. Non meritava quello che aveva. Louis doveva allontanarsi. Era inutile e indesiderato. Non c'era posto per lui.

Louis corse e corse, per posti sconosciuti, ignorando gli sguardi della gente e le urla. Ad un certo punto la sua giacca volò via dal corpo rivelando la sua camicia bianca e le bretelle. La giacca iniziò a svolazzare nel vento ma a Louis non importava.

Il ragazzo iniziò a tremare dalla testa ai piedi. Si voltò indietro dopo essere caduto in un angolo. Tutto ciò che vide fu Liam, da solo, in piedi, in lontananza. Liam lo fissò. Louis si rialzò e continuò a correre.

Secondi, minuti, ore. Louis non poteva dire quanto tempo fosse passato. Non gli importava. Doveva solo continuare a correre.

Fino a quando non sarebbe arrivato lontano.

Notò un campetto con un parco giochi. Cercò di superarlo, ma inciampò sul marciapiede e atterrò sulla terra dura. Rimase lì, i tagli nel braccio pulsavano e il polso rotto produceva un dolore lancinante per tutto il corpo. Percepiva una strana sensazione sulla spalla e la sua testa stava scoppiando. Il mondo si muoveva su e giù e il fischio nelle orecchie si faceva sempre più forte. Aumentava, aumentava, aumentava, fino a che non si fermò. Louis rimase nel silenzio.

Sentiva solo il suo cuore battere. Credeva si trattasse di un terremoto per quanto era potente ogni battito. Un silenzio tombale e il cuore martellante nel petto erano le uniche cose che poteva percepire, così come il muoversi vorticoso di tutto il paesaggio e piccole lucette bianche che danzavano davanti a lui. Improvvisamente non percepì più il battito.

Tutto diventò nero.

AngolettoLo so, è corto, ma è per dividere meglio i tre momenti. Entro stasera arriverà il prossimo capitolo. Don't worry :)
Come l'avete trovato? Fatemi sapere.
A stasera, Somriure :)

In plain sight // Italian translationWhere stories live. Discover now