Capitolo II

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"Incubi & Nuovi Strani incontri"

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Amanda correva come se la inseguisse il diavolo in persona. Sentiva il fiato dell'animale sul suo collo, il suo ringhio pareva echeggiare in tutta la foresta. Iniziava a sentire la stanchezza e le sembrava di correre da chissà quante ore. Così, ormai sfinita e non sentendo più i passi del suo aguzzino, decise di fermarsi per riprendere fiato e cercare una via di fuga abbastanza sicura.

Quando si guardò alle spalle vide che non era riuscita a seminare la creatura come aveva pensato poco prima, ma al contrario quest'ultima la stava aspettando ad alcuni metri di distanza, con gli occhi accesi da una scintilla inquietante. Quando la ragazza vide l'animale mettere in bella mostra i denti affilati come rasoi, non riuscì a trattenere un urlo e si voltò velocemente, riprendendo la sua folle corsa verso la salvezza.

Solo in quel momento notò una piccola casetta in mezzo agli alberi e pregò con tutta se stessa che fosse abitata da qualcuno.

Per sua fortuna, dal comignolo usciva del fumo e si potevano ben vedere dall'esterno delle luci accese. Cercò di raggiungere l'abitazione aumentando la velocità, pur avendo i polmoni che chiedevano pietà, e per questo non vide subito la radice.

Inciampò e ruzzolò a terra, lasciando la possibilità al mostro di essere immediatamente su di lei. La giovane urlò a squarciagola, ma questo non l'aiutò per niente, anzi peggiorò solo la situazione. Sentiva le sue possenti zampe schiacciarle il petto, mozzandole il fiato, e provò a dimenarsi, ma la forza della bestia era il triplo rispetto alla sua e non poté far altro se non arrendersi.

"Ecco, la mia ora è giunta..." pensò, chiudendo gli occhi e lasciandosi avvolgere nel freddo abbraccio delle tenebre.

Amanda si svegliò sudata e agitata. Le coperte erano arrotolate ai suoi piedi e il cuscino era caduto a terra. Le capitava spesso nelle ultime settimane di fare sogni, o per meglio dire incubi, simili a quello ed ogni volta si svegliava angosciata, sudata e con il cuore che batteva impazzito. Si tirò su lentamente, prendendo un respiro profondo e si passò una mano tra i capelli scuri, per poi girarsi verso la sveglia che aveva iniziato a suonare proprio in quel momento.

Sospirando la spense, alzandosi poi per andare a farsi una bella doccia per rilassarsi e svegliarsi del tutto.

Dopo essersi preparata, scese al piano di sotto per fare colazione. In cucina trovò sua madre che stava finendo di versarsi una tazza di caffè, così le si avvicinò e le baciò una guancia, per poi prendere una tazza e infilarla nel microonde per prepararsi il suo solito tè nero. Dopo alcuni minuti le due furono raggiunte dal Signor Evans, che si stava legando la cravatta.

Sorrise ad entrambe e rubò un sorso di caffè dalla tazza della moglie per poi baciarle le labbra. Fece un occhiolino alla figlia, che scosse la testa, ed uscì di casa di corsa, avvisando che sarebbe tornato direttamente verso l'ora di cena. Non passò molto tempo prima che dalle scale scendesse un James tutto trafelato. Anche sta volta era in ritardo e Theresa si ritrovò a sospirare sconsolata.

-Mai una volta che riusciamo a fare colazione tutti insieme.-

-Dai mamma, non farne una tragedia. Vedrai che prima o poi ci riusciremo.- ridacchiò Amanda, facendo annuire sua madre che le sorrise, prima di uscire anche lei.

James prese una brioche e corse via, gridando alla sorella di fare la brava per poi sbattere con poca grazia il porta. Fu così che Amy si ritrovò da sola.

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