Capitolo XXVIII

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" Tuffo Nel Passato "

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Amanda si svegliò per l'ennesima volta in quella piccola camera d'ospedale. Si prese alcuni secondi per riordinare i pensieri, prima di guardare il ragazzo accanto a lei.
-Hey pulce.- disse James, sorridendole un po' forzatamente.
-Dov'è Luke?- chiese lei, senza neppure ricambiare il saluto. Gli avvenimenti le tornarono in mente di getto, facendole stringere il cuore.
-Beh, diciamo che ha passato tempi migliori.-
-Cosa vuoi dire?- Amy si tirò su a sedere e si tolse le leggere coperte, pronta a scendere dal lettino.
-Sta bene, tranquilla. Quello che volevo dire era che avrebbe dovuto pensare prima di agire. Nostro padre è stato costretto a riunire i grandi capi per discutere sulla punizione che spetterà quasi sicuramente a quel idiota.- spiegò il maggiore, porgendole un bicchiere con del succo.
Alcuni attimi di silenzio caddero tra loro, che vennero poi rotti dalla voce sottile della giovane.
-Ed ora che si fa?- si passò una mano tra i capelli neri e si alzò in piedi, sotto lo sguardo infelice del fratello.
-Tu non farai proprio nulla. Aurelius è stato categorico, devi stare a riposo.- la riprese James, affiancandola. -Se tu te ne fossi dimenticata sei stata in coma per quasi un mese, non sei ancora nel pieno delle tue forze.-
-Non me ne frega un cazzo. Devo vederlo, adesso.-
-Amy...-
-Piccola, tuo fratello ha ragione.- la voce roca di Luke lo fece voltare entrambi verso la porta.
Il castano aveva alcune ferite superficiali sul collo, il labbro inferiore leggermente spaccato e le nocche sbucciate, già quasi del tutto guarite.
-Oddio.- mormorò Amanda provando ad avvicinarsi a lui, salvo poi per venir bloccata da James, che fulminò con lo sguardo il nuovo arrivato.
-Lasciami James! Spero che tu stia scherzando.- affermò furiosa la mora, cercando di tenere a bada Grace che sembrava impazzita per via della vicinanza con il suo compagno.
-Non sono mai stato più serio di così.- disse convinto il maggiore degli Evans. -Ti ha messo in pericolo, pur sapendo bene le tue condizioni già precarie, e non voglio che ricapiti di nuovo. Quindi no, non ti lascerò da sola con lui fino a quando le acque non si saranno calmate.-
-Ha ragione lui, Amy, e lo sappiamo tutti.- intervenne Luke, proprio quando la ragazza stava per aprir bocca. -Ti ho messo in una situazione di forte stress che ha portato ad un tuo crollo, e se James non...-
-Basta... Basta!- gridò a pieni polmoni Amanda, facendo spalancare gli occhi ad entrambi i ragazzi.
Rilasciò un profondo e prolungato ringhiò, i suoi occhi cambiarono colore, il suo viso divenne più affilato e nella sua mente la voce di Inconscio risuonava forte e chiara mentre cercava di prendere il controllo, per la prima volta in assoluto e ciò rischiò di mandarla nel pallone più totale. Strinse i pugni e cercò di ristabilire il suo autocontrollo, così da non doversi trasformare per dare libero sfogo alla sua parte animale. James, preoccupato e scioccato, le si avvicinò e provò ad allungare una mano verso di lei, che si tirò indietro di scatto ringhiando.
-Non toccarmi.- lo riprese con una voce che non sembrava neanche più sua. -Esci!-
-No, io non ti...-
-Esci! È un ordine!- esclamò con lo stesso timbro che avrebbe usato un capobranco, imponendo al fratello di andarsene. Quest'ultimo fu costretto ed eseguire la richiesta e si sbatté la porta alle spalle, sotto gli occhi increduli di Luke.
Amy trasalì e si passò una mano sul viso, stanca ed esasperata. Lentamente Inconscio si ritirò, ora molto più tranquillo. Nessuno poteva dirgli di stare lontano dal suo mate, nessuno.
Nel frattempo, il castano si mosse lentamente fino a portarsi davanti a lei che lo fissava con i suoi occhi grigi magnetici.
-Piccola?- la chiamò dolcemente. -Calmati, per favore.- la mora ricambiò lo sguardo, poi scoppio in una risata isterica e fece un passo avanti finché i loro petti non si sfiorarono.
-Io dovrei stare calma? Ma mi stai prendendo per il culo?- domandò scuotendo la testa e spingendolo all'indietro con tutta la forza che possedeva. -Ma che cazzo ti passa per la testa?- un'altra spinta sul petto. -Perché l'hai dovuto proprio attaccare? Ti rendi conto che hai sfidato un Alpha?! Un fottuto Alpha, Luke!- concluse urlando, venendo bloccata dal diretto interessato che le strinse i polsi e la tirò a sé, abbracciandola e facendole nascondere il viso nell'incavo del suo collo.
-Lo so, lo so. Ho fatto una cazzata enorme, ma quando... Quando ha detto di essere mio fratello io.- prese un respiro profondo e poi continuò. -Quando mi ha detto di essere mio fratello, quello che non vedo da anni, non ci ho visto più. Ho pensato che stesse mentendo, ma ha ripetuto la frase che diceva mia madre e mi è sorto il dubbio, poi la rabbia ha preso il sopravvento e il mio lupo ha preso il controllo. So di aver esagerato però non puoi capire quanto io mi sia sentito in colpa ed abbandonato in tutti questi anni. Non ne hai idea.- confidò al limite del pianto, tirando su con il naso e immergendosi tra le ciocche scure di lei, prendendo profonde bloccate del suo odore che fu in grado di calmarlo almeno un poco. Amanda sospirò e lo strinse a sé, utilizzando i suoi poteri per tranquillizzarlo.
-Perdonami, sono un vero idiota.-
-Oh ma quello lo sapevo già.- ridacchiò la giovane, vedendolo alzare un angolo della bocca. -Per il resto non c'è nulla da perdonare, l'importante è che tu stia bene e al resto ci penseremo dopo, insieme.-

The Daughter Of The AlphaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora