Capitolo XV

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" Scomparsa, II parte "

***

Quando il branco scoprì del rapimento di Kate, fu qualcosa di devastante.
Il branco era come una grande famiglia e la scomparsa della ragazza sembrava aver colpito personalmente ognuno dei componenti. Durante l'assemblea straordinaria, Edward aveva parlato con una tristezza tale da far venire la pelle d'oca, le sue mani strette tanto a pugno da far sbiancare le nocche. Tuttavia in tutto questo fu Amanda colei che attirò maggiormente l'attenzione. I suoi occhi grigi erano rossi a causa del pianto, le guance umide dalle lacrime che non riusciva a smettere di versare ma la postura era quella di un angelo vendicatore, pronto a mettere a ferro e fuoco qualsiasi cosa si trovasse sul suo cammino.
Le iridi color ghiaccio sembravano prive di anima e allo stesso tempo parevano potessero nascondere le fiamme dell'Inferno. Non emanavano più quella luce tipica degli adolescenti, sembrava quasi che anche la più piccola briciola di felicità fosse stata spazzata via per fare spazio ad un immenso vuoto. Un nuovo sentimento stava nascendo lentamente dentro di lei: la vendetta, tale che riusciva a sentire bene la sete di sangue del suo lupo.
Kate era una vittima innocente, così come tutti quelli a cui Alexander aveva fatto del male, a partire da Zack e fino ad arrivare a quella ragazza che suo fratello e Lizzie avevano trovato pochi giorni prima.
Lei era il suo obbiettivo, perché prendersela con altri che invece non c'entravano nulla? In quel momento si sentiva tremendamente in colpa.
"Se non l'avessi mai conosciuto di sicuro tutto questo non sarebbe successo" Pensò, seduta alla finestra, in camera sua. "Se non avessi mai accettato la sua proposta adesso Kate sarebbe qui e nessuno si sarebbe dovuto preoccupare di una possibile guerra." Asciugò una piccola lacrima solitaria e continuò a guardare oltre il vetro la vita di quelle persone che erano all'oscuro di ciò che stava accadendo.

Dopo la riunione, era fuggita e si era rifugiata in camera sua, non volendo parlare con nessuno. Sentiva il bisogno di stare da sola per poter riorganizzare i pensieri.
Quando la porta si aprì, la ragazza nemmeno se ne accorse. Continuò a fissare i passanti desiderando ardentemente di essere al loro posto.
-Tesoro.- la chiamò con una dolcezza infinita Theresa, attirando finalmente l'attenzione su di sé. -Vieni, devi mettere qualcosa nello stomaco o rischierai di sentirti male.-
La mora però non era d'accordo, il suo stomaco era sottosopra e l'ultimo dei suoi pensieri era mangiare un boccone. Sua madre la osservò e non poté non avvertire una stretta al cuore.
-Vedrai che la troveranno.- affermò avvicinandosi, poggiando una mano sulla sua spalla. Amanda si scrollò di dosso il suo tocco e si alzò di scatto, i suoi occhi avevano preso a brillare di ira.
-Come potete essere così stupidi?- chiese stringendo la mascella tanto da farsi male. -Non capite che nessuno riuscirà a trovare Kate fino a quando lui non sarà stanco di giocare? Pensate veramente che bastino pochi giri di ronda notturni in più per riuscire a salvarla? Beh, notizia del giorno. Non bastano.- concluse, correndo via.
Sentiva le lacrime premere per uscire ma era stufa di piangere, voleva reagire anche se non sapeva come fare.
Corse a perdi fiato sino a raggiungere il parchetto poco più avanti. Si sedette su una panchina e abbassò il volto, scoppiando definitivamente in lacrime, che andarono poi a bagnare il selciato sotto i suoi piedi.
-Sai, fin da quando ero piccolissima i miei genitori mi hanno insegnato che non bisogna mai abbassare la testa e che piangersi addosso non è mai producente, per nessuno.- disse una voce sconosciuta alla sua destra.
Amy alzò di scatto il viso, spostandosi i lunghi capelli scuri così da liberare gli occhi e non poté non rimanere sorpresa.
-Piacere, il mio nome è Clara. Nessuno ha avuto il tempo di presentarci.- le sorrise sedendosi accanto alla mora, che dovette reprimere un brivido sconosciuto che le attraversò la spina dorsale. -Tuo fratello e la sua fidanzata mi hanno trovato nel bosco, per mia fortuna.-
-Mi dispiace tanto.- sussurrò Amanda, sentendo i sensi di colpa farsi sempre più pressanti.
-E per cosa? Non è mica colpa tua. Comunque ti stavano cercando, tuo padre voleva parlarti.-
-Grazie, allora sarà meglio se ci muoviamo.- disse la giovane, sospirando. Clara si passò una mano tra i capelli e poi si aggiustò meglio i vestiti.
-Purtroppo io devo fare una cosa importante, quindi ti devo lasciare. Spero di rivederti presto.- le sorrise, sfiorandole delicatamente il braccio per pochissimi secondi.
Amanda si passò una mano su punto in cui lei l'aveva toccata e non poté non provare la stessa identica sensazione di pochi istanti prima.
Scosse la testa non volendo pensarci e si diresse verso casa sua, sperando vivamente che non fosse accaduto qualcos'altro di spiacevole, anche se il suo istinto le diceva, a gran voce, di non metterci la mano sul fuoco.

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