Capitolo 15

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Mi giro ed era mio padre! Che bella sorpresa! Non mi aveva mai detto di avere una voce così... così... non mi viene nemmeno la parola per descriverla. Sembra una culla che piano piano ti fa addormentare, ti trasporta nel mondo dei sogni e ti rilassa. Non mi accorsi nemmeno dei ragazzi che erano scesi. Li salutai e poi mi rivolsi di nuovo a mio padre e andai ad abbracciarlo, ma ciò che Lucy disse poi mi fece irrigidire. Divenni un blocco di ghiaccio.

Lucy: zio?!

Il mio sguardo corse da Lucy a mio padre. La mia espressione era così confusa che Kendall mi si è avvicinato e, tra tutte le domande che iniziarono a vorticare nella mia testa, una in particolare uscì fuori dalla mia bocca.

Io: papà, cosa significa questo? Perché Lucy ti ha chiamato zio?
Papà: perché Lucy è mia nipote.
Io&Lucy: cosa?!
Io: sbaglio o devo sapere qualcosa?
Papà: già...non hai tutti i torti...

Disse grattandosi la nuca. È un gesto che ho notato anche in Kendall. Di solito lo fa quando è nervoso e sta nascondendo qualcosa che non riesce più a trattenere, come se dovesse scoppiare da un momento all'altro.

I ragazzi, rimasti a bocca aperta per ciò che sentirono ma soprattutto videro, esclamarono qualcosa che mi fece ancora più male, come se centinaia di lame mi avessero colpito al cuore.

James, Carlos, Kendall & Logan: Lei è il famoso Dylan Stone?? Il cantante rock degli anni Ottanta che segnò la storia del rock qui a Los Angeles?
Papà: ehm...si ragazzi, sono proprio io.
Io: cosa?!
Papà: tesoro, ti devo raccontare molte cose...pensavo di mascherare bene la mia identità, ma a quanto pare il detto "Prima o poi la verità viene a galla" è proprio vero. Però non vorrei parlare qui nella hall perchè è un po' affollato non credi?

Io: si certo.. Venite tutti nella mia stanza.

Mi guardai attorno e notai troppe paia di occhi che ci stavano fissando. Io ero ancora scossa dalla vastità di notizie venute a galla proprio adesso e avevo come l'impressione che tutto ciò che mi circonda fosse falso, come se la mia esistenza sia tutta una bugia.

Ci dirigemmo nella mia stanza e mio padre iniziò a raccontare la sua storia...
Papà: Vedete, negli anni '80 divenni una leggenda del rock, ma a causa di un incidente che non mi permise più di cantare mi segnò profondamente. All'inizio i medici mi dissero che non avevo più speranze per ritornare a fare il cantante e li ascoltai, ma decisi comunque di avere un secondo parere medico. Così andai in un altro ospedale e lì il dottore mi disse che il danno non era così grave come gli altri medici affermarono, bastava solo che non cantassi per un po'. Mi disse che sarebbero bastati un paio d'anni e poi sarei ritornato quello di un tempo.

Così decisi di trasferirmi in un altro Stato, l'Italia, cambiai professione e fu lì che conobbi tua madre Stefania, Ashley. È stato amore a prima vista: divenimmo amici, ma con il tempo capimmo entrambi che i sentimenti erano cambiati. Non riuscivamo ad essere solo amici perciò pochi giorni dopo confessai tutto e fui sorpreso che anche lei ricambiasse. Decidemmo di comune accordo di frequentarci come fidanzati e da lì cominciò la nostra storia. Dopo qualche anno le chiesi di sposarmi e, nello stesso giorno, lei mi confessò di essere incinta. L'emozione fu grandissima, tanto che scoppiai a piangere dalla felicità. La presi in braccio e la feci volteggiare e la baciai con tutto l'amore che provavo. Un mese dopo divenne mia moglie. Le nostre famiglie andavano d'accordo e non potevo sperare di meglio. 2 anni dopo nascesti tu e la nostra famiglia era al completo. Speravamo tanto fossi una femminuccia perchè il maschietto era già venuto al mondo. I nostri desideri vennero esauditi e non potemmo essere più felici di così. Sei anni più tardi venne alla luce la piccola peste di David. Non era programmato, è arrivato all'improvviso, ma non per questo non lo accettammo. Anzi, io e tua madre sentivamo la nostalgia di tenere un pargoletto in mano e tu e tuo fratello eravate cresciuti così in fretta che non ce ne siamo nemmeno resi conto. Nel frattempo decisi di cambiare nome e cognome e diventare Arthur Spencer, ma ci furono problemi e rimasi Dylan Stone. Se non fosse stato per quel dannato incidente in auto non avrei conosciuto tua madre e sarei rimasto qui in America con la mia famiglia. Io ero a conoscenza di Lucy perché sono sempre rimasto in contatto con la mia famiglia ma non ho voluto dire niente a tutti voi e così ho inventato la storia di aver perso i miei genitori quando ero un adolescente e di essere figlio unico... Ma tua madre venne a scoprire la verità e, nonostante questo, lei rimase sempre al mio fianco e mi aiutò a portare avanti questa bugia. Spero tu possa perdonarmi per averti mentito per tutti questi anni...

Io: mi serve del tempo...venire a scoprire dopo 18 anni tutto questo, mi ha destabilizzata...mi sento come se tutta la mia vita fosse tutta una menzogna. Non so più chi sono veramente, chi ho accanto e cosa fare... Se non vi dispiace vorrei restare sola e desidererei che nessuno mi seguisse...

Detto questo mi alzai e uscii dalla stanza senza aggiungere altro. Non mi preoccupai nemmeno di prendere la giacca per coprirmi le spalle quando la leggera brezza avrebbe iniziato a soffiare soprattutto dove mi sarei recata. Senza neanche accorgemene mi ritrovai sulla spiaggia. Mi sedetti sulle rocce e cominciai a fissare il mare: le onde si scontravano con la sabbia e in alcuni punti anche con dei piccoli scogli. Il rumore mi rilassa così tanto che mi fa chiudere gli occhi permettendomi di ascoltare tutti i suoni meravigliosi che la natura ci offre in continuazione. Mi sembra di stare in paradiso.

Amore a Los Angeles (IN FASE DI CORREZIONE)Où les histoires vivent. Découvrez maintenant