2.You are my obsession

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If you want me to listen, whisper
*Se vuoi che ti ascolti, sussurra*




Quel giorno seguii il consiglio di Styles, andai in infermeria e ottenni la giustificazione per uscire prima.
Mia madre quando venne a prendermi si mostrò sorpresa, erano anni che non mi ammalavo.
Ora sono a letto, è passata una settimana.
La febbre è scesa.
Ma mi sento ancora debole e inerme.
I giorni passati sono stati i peggiori della mia vita: incubi rivoltanti, malsani, malati, hanno tormentato non solo tutte le mie notti ma anche ogni momento in cui, a causa della febbre, mi assopivo.
Anche ora quando comincia a scurire mi prende l'angoscia, temo il momento in cui tutte le luci della casa si spegneranno, in cui io rimarrò da solo, in cui mi addormenterò dopo aver tentato in tutti i modi di resistere al sonno.
Temo il momento in cui quelle sensazioni mi aggrediranno di nuovo: immagini iperrealiste dai colori psichedelici, emozioni che non mi appartengono, voci e suoni amplificati.
Sto male, anche se la febbre mi è ormai scesa.
Non riesco a smettere di far funzionare il cervello, che però sembra una macchina che si è inceppata e che gira senza posa a vuoto.
Che mi sta succedendo?
Perché quel giorno, il primo, ho dato il compito da copiare a Harry?
Se avessi detto di no, se avessi fatto finta di non sentire il suo ordine, ora non sarei in questa situazione.
Se, se, se..
Se.....
Mi sento sporco, pervertito, depravato.
Perché?
In fondo non ho fatto nulla.
Già proprio così, non ho fatto nulla, mi sono solo lasciato manipolare, usare!
Come è potuto succedere?
Che diavolo mi ha preso, perché non ho reagito come avrebbe fatto chiunque?
Perché mi sono fatto spaventare..*no non spaventare* dalla sua voce?
Già la sua voce, è come se mi avesse fatto un incantesimo, una maledizione.
Perché io non sono spaventato, non ho paura, non ho ubbidito ai suoi comando per questo..
Perché allora?
E' da giorni che cerco il motivo, senza riuscire a trovarlo.
Forse ero già malato, debole, febbricitante, con il cervello in stand-by.
Quando rientrerò a scuola sarà tutto diverso.
Lo affronterò.
Gli dirò quello che continuo a ripetermi da giorni:
"Basta! Questo gioco si è protratto anche troppo. Dì pure quello che vuoi, rivela il mio segreto, io so che non esiste, che è tutto un tuo stupido bluff. Non ho fatto nulla di cui vergognarmi, mai!"
Vorrei poter parlare di tutto questo con qualcuno, ma non so con chi.
Ho pensato anche di raccontare a mio padre cosa è successo, ma mi è venuto da vomitare solo al pensiero.
Mio padre che sta seduto accanto a me e mi ascolta.
Ascolta suo figlio che gli racconta di come si sia fatto umiliare da un perfetto sconosciuto, di come sia stato così codardo e pusillanime da non avere avuto la forza di reagire, di come si sia fatto chiudere in un cesso insieme a lui e si sia fatto.....
Mi tocco con la lingua il labbro, ormai si è sgonfiato e il taglio è guarito.
Ma sentire la piccola crosticina che sta per staccarsi mi da una sensazione di assoluta ebbrezza.
Assurdo!
Ecco perché ho paura dei miei sogni e fra poco avrò paura dei miei pensieri.
"Ti piace Louis, ti piace"
Che voleva dire?
A cosa stava alludendo?
Non c'era nulla che mi piacesse in quello che stava succedendo.
Nulla di nulla!
"Louis sei stato un debole d'accordo, uno stupido non c'è dubbio, avresti dovuto reagire da subito, non lo hai fatto, ma in fondo sei stato preso di sorpresa, come avresti potuto aspettarti una cosa del genere? Però al di là di questo non hai fatto niente di male, proprio niente, quindi è inutile stare a tormentarti in questo modo. Cerca di essere razionale. Quando lo rivedrai sarai pronto ad affrontarlo, anzi non ci sarà neppure bisogno di farlo, ignorarlo, questo è ciò che devi fare"
Bel discorso!
Quella parte di me che riesce ancora a ragionare ha deciso che è ora di finirla e tenta di riprendere il controllo.
Qualcuno bussa alla porta.
"Louis c'è un tuo compagno di scuola, è venuto a vedere come stai, lo faccio entrare"
Mia madre ha il viso di circostanza, quello che preferisce.
Non chiedo chi è il compagno, solo sento che il mio cuore comincia a perdere battiti, non mi serve sapere chi è, sopra la spalla di mia madre intravedo un bagliore rosso.
"Non mi sento bene" sussurro con le labbra secche.
"Sciocco, un po' di compagnia ti farà bene" sorride mia madre, mentre con lo sguardo accigliato mi fa capire che è oltremodo maleducato mandare via un ospite cortese.
Harry fa capolino nella stanza.
"Mi fermo solo un attimo, non ti voglio disturbare" e lancia un'occhiata languida a mia madre.
"Bene allora vi lascio soli"
Si siede al bordo del mio letto, mi osserva con aria critica e professionale, quasi fosse un medico che scruta il malato.
"Sei uno sciocco ha ragione tua madre"
"Che cosa vuoi?"
"Vedere come stai. E' plausibile come risposta?"
Guardo i suoi occhi: sono chiari e io non me ne sono mai accorto, del verde che hanno alcune acque di mare, trasparenti quasi, specchi che riflettono solamente.
Un lupo con occhi di gatto.
Sono bellissimi e spaventosi.
"Che stai fissando?"
"I tuoi occhi"
"Sono un regalo di mia madre."
Allunga un dito e cerca di sfiorarmi il labbro che giorni prima mi ha morso.
Mi sposto con uno scatto improvviso.
"Ehi Louis non dirmi che hai paura di me, non ci crederei mai"
Si allunga e mi sfiora il labbro con la bocca e io che potrei allontanarlo da me, mi lascio fare e mi sento sempre più smarrito.
"Non pensavo di farti questo effetto, addirittura la febbre e solo per un piccolo morso, Louis tu sei qualcosa di assolutamente insperato, una delizia"
"Che stai dicendo? Ora basta Styles, io non so che cosa ti sei messo in testa ma sono stufo di tutte le tue assurdità, non voglio avere più niente a che fare con te, mettitelo in testa"
"Eh no, questi non erano i patti, io comando e tu ubbidisci"
"Non ho assolutamente intenzione di farlo, tu devi essere matto"
"Certo che lo farai, lo hai già fatto, lo stai facendo e sai perché?"
E' quello che mi sto chiedendo da quando l'ho conosciuto, mio malgrado attendo quasi con speranza la sua spiegazione.
"Perché ti piace e da matti, te l'ho già detto, devi solo prenderne atto, tutto qui"
" Che ne sai?"
"Dalla prima volta che ti ho visto ho capito che tipo sei"
"E che tipo sarei?"
Non aspetto altro che me lo dica, perché io non lo so più e questo è ciò che realmente mi fa stare male.
"Così serio e disciplinato, rigido... li conosco quelli come te, sono così proprio perché sotto, sotto sanno che se si lasciassero andare chissà che casino farebbero. Dietro la tua apparenza per bene, sei un immorale assoluto, stai solo aspettando che qualcuno lo faccia per te"
"Faccia cosa?"
"Ti strappi di dosso la tua maschera da bravo ragazzo, faccia uscire allo scoperto la tua vera natura"
"Come puoi pensare di conoscermi così bene?"
"Ho esperienza... parecchia"
"Se hai un anno in meno di me...non pensare di spaventarmi"
"Diciotto anni sì, ma ho cominciato molto presto mentre tu non sai neanche da che parte si comincia"
"Te lo dico per l'ultima volta: non importunarmi mai più"
Ride, della sua risata che è aria fredda.
"Che linguaggio! Da dove lo hai pescato, fa tanto Jane Austin, ma tu non sei una verginella dell'ottocento inglese"
"E che sarei?"
"Una queen, la mia sassy queen e io sarò il tuo king, è una definizione abbastanza signorile per te?"
Si alza e apre la porta.
"Ci vediamo a scuola, vedi di guarire presto"


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SPAZIO AUTRICE

Che stronzo che è Harry, vi starete chiedendo.
Io non lo immagino così nella realtà, ma boh io lo vedo più come un cupcake indifeso, quello passivo, quello che si lascia fare, un po' come viene descritto nelle storie Larry. E invece io ho ribaltato la situazione, TIE'!

E' tutto così strano scrivere queste cose scrivendo in modo differente da come la penso io.
Ma è bene sperimentare no?

*Prossimo capitolo a 30 visualizzazioni e 10 voti se non son troppi*
Besos, Letstrytowrtite.

You are my fetishWhere stories live. Discover now