9. You are my poison

617 30 10
                                    

The one I want tonight
*L'unico che voglio stanotte*




E finalmente la lunga attesa si è finalmente avverata.
Il momento tanto sospirato è giunto.
Appena entrato mi porta in camera e mi stende sul letto.
Mi spoglia come non accadeva da molto.
Mi ispeziona il corpo, attento che abbia seguito i suoi ordini.
Depilazione totale, pulizia in ogni interstizio, un certo tipo di profumo.
Controlla i miei genitali e la mia apertura.
Poi mi fa mettere carponi e io sento che comincia a lubrificarmi.
Poi qualcosa di duro che spinge per entrare, il mio cuore che batte, la mia apertura che subito si apre per accogliere il suo membro.
Spinte sempre più profonde, finchè sento il suo bacino toccare il mio fondoschiena e capisco che lui è tutto dentro di me.
Rimane per un po' fermo per farmi abituare poi comincia a imprimere un ritmo inizialmente lento e poi via, via sempre più veloce e poderoso.
Non so se è già venuto prima che io andassi da lui o se è in grado di resistere per un tempo che per me è assolutamente inimmaginabile.
Ma quel piacere sembra non finire mai e così oltre i gemiti, oltre alle risposte e agli incitamenti che do ai suoi insulti e ai suoi apprezzamenti osceni, di nuovo mi eccito e mentre sento il suo seme riempirmi, vengo anch'io.
Quando se ne accorge non dice nulla, solo un sorriso.
" Oggi sei diventato totalmente mio, ancora più di prima Louie"
Sorrido anch'io a quel vezzeggiativo.
"Sarai Louie qui e solo per me; nel resto del mondo e per il resto del mondo rimarrai Louis Tomlinson"
" E io come vuoi che ti chiami?"
"Tu non devi chiamarmi, mai! In nessun luogo, ne qui ne fuori dovrai pronunciare il mio nome. C'è troppa confidenza, troppa prossimità, troppo possesso in questo, non ti è permesso. Chiamare per nome una persona significa conoscerlo e tu non mi conosci, non sai nulla di me e così dovrà rimanere"
"Come vuoi"
Sono sdraiato e lui mi è accanto.
Sono nudo, lui, come sempre accade, quasi completamente vestito.
Non l'ho mai visto senza nulla addosso, non si è mai lasciato guardare.
Anche ora si è richiuso i pantaloni e si è sistemato la T-shirt che non si è mai levato.
Rimaniamo un po' in silenzio.
Lui sembra assorto, sdraiato supino, le mani intrecciate dietro la nuca, lo sguardo al soffitto.
Io accoccolato lì accanto, cerco di respirare piano e di non fare il minimo rumore, intuisco che in questo momento non vuole avere a che fare con la mia presenza.
Mi alzerei se potessi.
Ma non posso.
Non me lo ha ordinato.
Non mi ha detto nulla.
E se lui non mi dice nulla, quello che posso fare è solo cercare di sparire.
Per un po'.
Finchè non mi rivorrà.
Ad un tratto sposta lo sguardo dal soffitto al mio viso, lo osserva minuziosamente.
"Cos'è quell'espressione che hai sulla faccia?"
"Quale espressione?"
"Quella di una troietta stronza che ha appena goduto. L'espressione di beatitudine post-orgasmo che hanno le cagne dopo che si sono fatte fottere."
Inghiotto la saliva che si è fermata in gola.
In fondo è proprio così che mi sento, l'unica cosa su cui potrei dissentire è il termine" stronza", in realtà non penso di esserlo.
"Sto diventando troppo tenero con te, non va assolutamente bene, forse è colpa del tuo faccino o dei tuoi occhi di ghiaccio, ma questa cosa non sta andando come deve andare"
Mi si avvicina, mi si mette cavalcioni e comincia a solleticarmi i capezzoli delicatamente.
Gemo.
"Dio quanto sei sensibile, ti piace se te li accarezzo?"
"Sì" soffio.
"E se faccio così?"
Comincia a pizzicarmeli, prima con una certa gradevolezza poi via, via sempre più forte.
E' un mio limite, non riesco a sopportare il dolore in quella zona.
Mi mordo le labbra.
"Mi fai male" dico con voce rauca.
"Questo è giusto lo scopo"
Continua a strizzarmeli e poi si abbassa e me li morsica fino a farmeli sanguinare.
Si alza, si allontana.
Il mio sguardo è appannato dalle lacrime.
Ritorna subito dopo.
Ha due pinzette che mi stringe sui capezzoli.
Fatico a non urlare.
Le lacrime mi scendono dagli occhi.
Senza degnarsi di una parola, mi alza le gambe e mi penetra.
Si è eccitato vedendomi contorcere dal dolore.
"Ci scommetto che in questo modo non ti verrà duro"
Mi scopa senza un minimo di attenzione.
Non usa neppure il lubrificante, entra ed esce, spinge e ha gli occhi così chiari che sembra che dietro non ci sia nulla.
Il male è terribile, mi sento una vera merda, in questo momento mi sento proprio una nullità.
Penso che finalmente abbia raggiunto il suo scopo.
Forse per lui questo è il momento migliore di tutto il nostro rapporto.
E io?
Io ho raggiunto il mio?
Era questo che volevo sentirmi fin dall'inizio?
Da quando ho accettato i suoi primi quasi innocenti soprusi?
Mi piace soffrire, farmi umiliare, farmi trattare come uno straccio, farmi fare del male?
Sono veramente un masochista?
E lui un sadico che gode nel vedere il mio dolore.
Non so cosa sono.
So solo che in questo momento vorrei non soffrire così.
So che potrei alzarmi e staccarmi queste maledette pinzette.
Mandarlo al diavolo.
Rivestirmi.
Uscire da questa stanza.
Non vederlo mai più.
So che non lo farò perché stare senza di lui, per me non è più possibile.
Una realtà neppure pensabile.
Non so se è perché lui mi fa queste cose o se sarebbe lo stesso se lui fosse diverso.
Se fosse "normale".
Se io fossi "normale".
Non so se saremmo a questo punto oggi.
O se per entrambi è necessario questa pazzia per riuscire a stare insieme.
Una cosa sola so bene.
Che me ne starò qui a farmi fottere in mezzo al dolore, senza fare nulla.

_________________________________
SPAZIO AUTRICE

Trallalerotrallalà
Eccomi qua ad aggiornare di nuovo.
Sadico il nostro Harry, ormai credo che lo abbiate capito che per lui c'é solo sesso, niente sentimenti. Lui ci gode a vedere Louis soffrire. Gli piace giocarci e Louis obbedisce proprio come fa il proprio cane con il padrone.

*prossimo capitolo giovedì se raggiungete l'obbiettivo di 75+*

Besos, Letstrytowrite.

You are my fetishDove le storie prendono vita. Scoprilo ora