14. You are the question and the conclusion (second part)

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Let us make a thousand mistakes
We will never learn.
*Lasciaci fare un migliaio di errori
Non impareremo mai*








Sono passati tre giorni in cui abbiamo passeggiato nel grande bosco di cedri profumati inerpicandoci lungo sentierini di montagna, in cui abbiamo mangiato la cucina dolce e delicata del Cheshire East , in cui ci siamo rilassati nelle vasche termali, nel vapore caldo e nell'abbraccio dell'acqua accogliente come un ventre materno, in cui non abbiamo fatto sesso, neppure un bacio, neppure una carezza intima.Eppure anche se la sua vicinanza risveglia in me un desiderio che mi scorre in tutto il corpo e che è un pizzicore sotto pelle, una lieve eccitazione ed euforia, eppure non è questo ciò che mi fa poco per volta ritornare alla vita.
E' la consapevolezza, che diventa sempre più profonda, che anche per lui tutto ciò che c'è stato tra noi ha avuto la stessa valenza che io gli ho dato.

Non mi aveva ingannato, non mi aveva imbrogliato, abbiamo condiviso un sogno, sforzandoci di raggiungerlo e renderlo reale.
"Domani è l'ultimo giorno, che ne dici se anziché partire in serata, ce ne andiamo all'alba, potremo essere a casa mia per mezzogiorno e passare il pomeriggio a casa mia"
"Va bene"
Penso che tornare nell'appartamento di Harry sia la cosa migliore per riannodare i fili spezzati.
Che forse è lì, dove si è rotto qualcosa, che è giusto tornare per riprendere da dove avevamo lasciato.
Il viaggio di ritorno è completamente diverso da quello dell'andata.
E' come se mi fossi risvegliato da un sonno durato non so neppure quanto.
Tutto mi sembra bello e nuovo, una scoperta.
Quando metto piede a casa di Harry il cuore mi batte forte.
Ogni angolo, ogni oggetto ha un significato. Insomma è legato ad un ricordo, ad una sensazione.
"Vai in camera c'è qualcosa per te" mi dice lui.
Sopra la poltroncina c'è uno smoking elegante.
Bellissimo, color panna, con ricami delicati e perfetti.
Mi spoglio e lo infilo.
Poi torno di là.
Anche lui si è spogliato e ha indossato uno smoking  nero.
Il nero gli sta da dio
"L'ho fatto venire dall' Italia, mi è costato un capitale, ma ti sta d'incanto"
Mi fa sedere accanto a lui.
Capisco che Harry ritiene che sia giunto il momento di farsi conoscere.
"Per me non è mai esistito un modo diverso di vivere il sesso se non in una relazione di dominanza-sottomissione. Non riesco a concepire nessun rapporto che non passi da lì. Non so se c'entra quello che mi ha fatto mio padre o se in ogni caso le cose sarebbero andate così, una volta ci pensavo parecchio, ora non più, è ininfluente.
Ho cominciato molto presto a rendermi conto di questa mia "attitudine". Ma tutte le storie che ho avuto e ne ho avute molte devi credermi, davvero tante, alla fine mi stancavano.
Una notte, un mese, al massimo due e poi chiudevo, cercando qualcosa che speravo di trovare in qualcun altro, qualcosa che mi soddisfacesse completamente.
La gente normale pensa che fare sesso sadomaso sia il massimo della trasgressione, ma ti dirò che alla fine tutto diventa banale come tra due vecchi coniugi.
Anche le peggiori perversioni sono sempre quelle e fatte una volta, due, dieci, cento, perdono il loro fascino e si riducono ad atti ordinari.
Poi ho cominciato a capire cosa andavo cercando.
Non il tipo che godesse a farsi trattare a pedate nel culo e non solo metaforicamente, ma qualcuno che cercasse come me la perfezione in questo tipo di relazione. Qualcuno che la innalzasse a rito, la facesse diventare qualcosa di profondamente solenne, raffinato.
Per questo mi è venuta in mente la figura della queen come simbolo di un individuo che dedica la sua vita e le sue energie a divenire l'essenza della seduzione, attraverso la via dell'adattabilità ai desideri, anche quelli più nascosti e inespressi, del partner.
Non mi interessava avere uno schiavo, ma qualcuno che consapevolmente e con fatica, si impegnasse a consegnarsi senza timore alcuno e totalmente senza nessun limite nelle mie mani. E che fosse così assolutamente parte di me da saper in anticipo cosa io gradisco.
Non avrebbe dovuto esserci neppure più bisogno di ordinare e chiedere.
E io da parte mia, avrei saputo riconoscere quale dono pregiato e sublime è avere la vita di qualcuno nelle proprie mani. Una preziosità da preservare e da tenere con cura e amore"
"Amore?"
"Si ti meravigli che lo dica vero. Ma tu sei la cosa più preziosa che ho e quindi non posso fare a meno di amarti"
"Tu confondi l'amore con il possesso"
"No non più, tu sei raro, anzi unico per me, insostituibile. Penso che questo possa essere considerato amore. Non posso vivere senza di te.
E' questo il grande mistero di questa relazione, se lo schiavo diventa perfetto, il padrone non ne può più fare a meno e quindi a quel punto chi è realmente schiavo e chi padrone? Chi è necessario a chi? Insostituibile? I ruoli si intrecciano, si annullano, c'è solo un rapporto così totale da diventare inscindibile."

You are my fetishWhere stories live. Discover now