12. You are my agony

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Wrong or right, It's all a role play
*Sbagliato o giusto, è tutto un gioco di ruolo*

"E' tutto finito"
Ho pensato appena sceso dall'auto di Harry, dopo la visita al sexy shop.
E quello che ho provato mi ha stupito.
Perché non è stata disperazione ne dolore.
Solo un senso di perdita inaccettabile, un vuoto profondo e buio.
E insieme, la percezione dello squallore della mia vita senza di lui.
La percezione dello squallore della mia vita con lui.
E' stato solo dopo un paio di settimane che mi è arrivato un messaggio.
"Vieni da me dopo la piscina"
E io ci sono andato.
E lui mi ha infilato un cappuccio nero con solo alcuni piccoli forellini per respirare e mi ha scopato.
"Dopo quello che hai dimostrato di essere non riesco più neppure a guardarti in faccia, la tua espressione da piccolo depravato mi nausea. Meglio così coperto, un oggetto da usare per divertirmi"
La mattina dopo è passato a prendermi a casa per andare a scuola.
Ha fermato l'auto sotto un viadotto.
Mi ha fatto rimettere il cappuccio e mi ha scopato di nuovo.
"Ti aspetto nel pomeriggio, dì ai tuoi che farai tardi"
Il pomeriggio è arrivato e io sono davanti alla sua porta.
Entro.
Non mi aspetto nulla.
Questo trattamento che lui mi sta riservando comincia a produrre i suoi effetti.
Mi sento completamente spersonalizzato.
Senza una speranza, un desiderio, una paura.
Assenza.
Totale.
Appena varco la porta mi getta a terra, mi incappuccia e di nuovo mi scopa senza il minimo interesse, come se dovesse compiere un rito scaramantico.
"Vai in camera lavati e cambiati, oggi abbiamo ospiti, non vorrei che tu mi facessi fare brutta figura" mi dice poi.
"Ospiti?" balbetto.
"Già"
Mi agghindo secondo quanto lui ha predisposto per me.
Mentre sono in camera sento dei rumori, voci estranee, risa.
Ripenso alla scena al sexy shop.
Harry ha in mente di riproporla?
Ma se lui stesso ha detto di esserne rimasto disgustato?
O forse deluso?
Non ricordo.
Quando esco ci sono tre persone che bazzicano per casa.
Una la conosco: è Hansel, il proprietario del sexy shop.
Sta bevendo una birra accanto al frigo.
L'altro ha sulla trentina, capelli neri corti, fisico muscoloso.
Sta seduto sul divano e chiacchera con Harry.
Il terzo è più giovane, basso, il viso anonimo.
Sta guardando i Cd impilati in disordine.
Quando entro sento gli occhi di tutti fissarsi su di me,
di tutti ma non quelli di Harry che mi ignora completamente.
"Certo che sei veramente carino"
Hansel si avvicina e mi sfiora le labbra con il pollice, nei suoi occhi c'è già scritto il mio destino.
"Loro sono Jeremy e Kyle"
Kyle si alza dal divano e mi si accosta.
"Ci divertiremo vedrai, diventeremo amici più in fretta di quello che credi"
Harry si alza, indolente come un felino, con la stessa eleganza e negligenza.
"Andiamo di là saremo più comodi"
In camera stende altri tappeti che teneva piegati e poi silenzioso e quasi scostante si stravacca su una piccola poltroncina, che di solito è invasa dai suoi vestiti.
I tre mi si avvicinano, sembrano una cani che hanno fiutato la preda.
Sono eccitati e scompigliati e quasi festosi.
Non mi spogliano perché non c'è nulla da cui spogliarmi.
Gli indumenti che indosso non hanno la funzione di coprire ma di eccitare e anche se possono essere lievemente d'impiccio, sono comunque essenziali per fare di me il loro perfetto sexy toy.
Loro invece si svestono, da soli o chiedendo a me di sostituirli nel compito.
Cominciano le carezze, i baci,
in un groviglio di mani e di corpi che ben presto sono corpi esaltati, accaldati, sudati, frementi.
Io guardo Harry.
E' immobile sulla poltrona, gli occhi fissi su di noi, stretti.
Due fessure di luce sottile.
L'espressione concentrata, attenta, imperturbabile.
Lo guardo e mi chiedo cosa vuole da me.
Cosa vuole che io faccia?
Per quale motivo ha creato questa situazione?
Di cosa vuole godere?
Della mia sottomissione ulteriore?
Della mia completa accettazione di ogni sua richiesta?
Vuole che io goda?
Vuole che non lo faccia?
Vuole che mi mostri partecipe e felice?
Vuole che accetti con dolore e turbamento?
All'improvviso è come se un'illuminazione mi svelasse la verità, l'inconoscibile, il non-detto.
Ora ho capito ciò che lui cerca da me.
So cosa mi sta chiedendo.
Non gli basta più che io ubbidisca passivamente ai suoi ordini,
ciò che si aspetta è qualcosa di più profondo,
qualcosa che indichi la mia assoluta dedizione nei suoi confronti.
Vuole che io intuisca senza che lui dica nulla,
che io percepisca ciò che lui si aspetta da me,
che soddisfi i suoi desideri pur se inespressi.
Questa è la perfezione.
Assenza di parole, ubbidienza prima dell'ordine.
I pensieri non servono più, lascio libero spazio al mio intuito, al mio essere in sintonia perfetta con lui.
Ora finalmente mi è tutto chiaro e agisco di conseguenza.
Lascio che il mio corpo funzioni per quello che è stato fatto,
una macchina che si mette in moto se si schiaccia il pulsante giusto,
ad uno stimolo, una risposta.
Mi ritrovo a godere come una vera puttana,
ma a differenza di questa non devo neppure fingere.
Sento le mani di quegli uomini su di me, le loro penetrazioni, acconsento a tutte le loro richieste senza fiatare.
Mi impegno per soddisfarli, perché Harry so che vuole questo.
E quando loro mi ricambiano le cortesie,
lascio che il mio corpo finalmente goda senza nessuna remora.
Alla fine mi lascio cadere dopo l'ultimo orgasmo, senza più forze.
Non mi rendo neppure conto che la sera è già inoltrata, che i tre uomini si sono rivestiti e se ne sono andati. Che siamo rimasti solo io e Harry.
"Alzati e fatti una doccia, sei uno spettacolo indecente"
Mi guardo e mi rendo conto che tutte le tracce di ogni nostra esperienza è rimasta sulla mia pelle.
Mi trascino in bagno e rimango sotto il getto caldo.
Vorrei rimanere qui per sempre, non uscire più.
Ma naturalmente esco, mi asciugo, mi rivesto, raggiungo il riccio in cucina.
Sta mangiando della zuppa.
Lo guardo in silenzio.
"Ti sei divertito? Mi sorprende che tu abbia ancora la forza di stare in piedi, non ti sei risparmiato"
"Non volevi questo?"
"Tu pensi?"
"Volevi vedere confermata l'idea che ti sei fatto di me"
"Quale idea?"
"Che io non sono degno di te, che sono solo una puttana"
"Lo sei Louie, oggi lo hai dimostrato una volta di più"
"Non ho dimostrato questo, ho dimostrato che sapevo perfettamente quello che tu ti aspettavi che facessi, senza che me lo avessi neppure chiesto"
"Secondo te io avrei voluto che tu ti comportassi da troia?"
"Sì"
"Perché?"
"Questo non lo so! Dimmelo tu."
Harry si alza, mi fronteggia.
"Tu ti sei fatto un'idea completamente sbagliata di noi e non ti permetterei neppure di parlarmi così, non perderei tempo neppure ad ascoltarti se non sapessi che posso scoparti quando e come voglio, come ti ho scopato ieri sera e stamattina e oggi pomeriggio, ecco perché ti permetto di parlare"
Abbasso la testa.
"Comunque il nostro patto è stato da subito chiaro: io ordino tu ubbidisci senza obiettare, senza neppure fiatare e tu hai accettato. Che c'è? Non avevi messo in conto che io ti potessi prestare a degli amici? Che diavolo pensavi che ci fosse tra me e te?"
"So quello che ho accettato, tu puoi decidere quello che vuoi e io lo faccio. Se il tuo desiderio era quello di stare a guardarmi mentre i tuoi amici mi fottevano mi sta bene, ma quello che non posso sopportare è che tu non abbia capito che godere come una troia era quello che TU volevi che io facessi e io l'ho fatto. Non è stata una mia iniziativa, non è stato per un mio piacere, l'ho fatto per te, come tutto del resto, da quando ci conosciamo"
"Sai fingere molto bene, sembrava che davvero ti stessi divertendo da pazzi" la sua voce è chiaramente sarcastica.
" Possibile che non capisci davvero" la mia voce si sta incrinando, sto provando dolore, il dolore più forte da quando lo conosco, più atroce di ogni sua piccola tortura.
"Quando ho stretto il patto con te ho pensato che quello che tu mi stavi chiedendo fosse raggiungere la perfezione nell'arte del soddisfare le tue esigenze. Io ho cercato di migliorarmi e penso di essere riuscito nel compito che mi avevi proposto, ma tu non vuoi accettarlo. Perché? Perché Harry mi stai facendo questo, dopo tutti i miei sforzi, le mie fatiche per essere come tu mi volevi?"
Non ricevo risposta, lui mi guarda fisso e i suoi occhi sono solo specchi in cui mi vedo riflesso.
"Non so perché lo fai, non so perché ti è così difficile riconoscere quello che sono diventato, non so perché preferisci disprezzarmi creando situazioni al solo scopo di averne la conferma. Io sento di essere vicino a quello che tu mi avevi chiesto di diventare, ma a te sembra non interessare veramente."
Abbasso lo sguardo, non sopporto la sua totale estraneità in questo momento, come se stessi parlando di qualcosa di insulso e insignificante.
" Forse tutto questo era solo nella mia testa, forse tu volevi solo qualcuno da scopare e da far scopare ai tuoi amici tutto qui e la storia della queen era solo un modo di dire" mormoro.
"Forse" ribatte ed è l'unica parola che dice.
"Non c'era nessun patto in realtà, non è così? Ti sei preso gioco di me e basta, non c'era niente da parte tua se non la voglia di umiliare e far soffrire"
Lo guardo per l'ultima volta,
perché questa è l'ultima volta.
Poi esco mentre lui chiude la porta alle mie spalle e sento la chiave girare nella toppa.  

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SPAZIO AUTRICE
Tadaaaaan, buon anno a tutte belle e brutte. Regalino di inizio anno su richiesta della mia Clarry, cuore mio♥

Ecco,si é stancato. Ha detto basta. Se ne é andato, ma se ne é andato veramente il nostro Louie?
Scopriamolo nel prossimo capitolo *sigla ahahaha okey no.*

*prossimo capitolo a 20 voti*

Xoxo, Letstrytowrite.

You are my fetishWhere stories live. Discover now