Capitolo 5

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L'arena si era spostata velocemente in uno spazio angusto e svantaggioso, se non per la grande disponibilità di armi. Erano più uomini che donne, probabilmente prima di superare l'Andata si erano messi bene in forma perché i muscoli spiccavano sotto la pelle assottigliata dalla malattia.
-Tutti fuori!
L'avvertimento di Brenda risuonò forte tra le pareti di metallo. I suoi compagni non potevano trovarsi più d'accordo con lei. Il problema erano gli Spaccati che bloccavano l'unica via di uscita. Si davano il turno per restare in tre o quattro a sorvegliare quello spiraglio verso una possibilità di sopravvivenza. L'Eruzione li aveva fatti diventare matti, ma le necessità li facevano ancora organizzare tra di loro.
Thomas era rimasto immobile per lo shock di avere altri ostacoli da superare. Lo risvegliarono le urla di Minho che, fuori dalla Berga, aveva già da un po' iniziato a lottare con tutte le sue forze contro la furia di quella donna che lo aveva trascinato in un baratro. Thomas si lanciò contro uno degli uomini che gli si stavano avvicinando con una calma quasi beffarda. "Non posso perderli entrambi", pensava. Spinto da una rabbia che gli fece pensare di essersi preso anche lui il virus, urlò tanto forte da spaventare tutti gli altri Spaccati mentre prendeva per la testa quello davanti a sè. Prima lo piegò in avanti per spaccargli il naso con una ginocchiata, poi lo buttò per terra con la faccia schiacciata sul pavimento freddo. Gli si mise sopra a carponi, tenendogli le braccia ben ferme dietro la schiena. Con la mano libera strinse la presa sui pochi capelli che erano rimasti all'infetto, e gli tirò indietro la testa con tanta violenza che il rumore del collo che si spezzava in due impedì agli altri Spaccati di avvicinarsi. Videro giacere il loro compagno, morto, col sangue alla bocca. Lasciarono perdere Thomas e si scagliarono su Brenda e Jorge.
-Scappa!- gli urlò lui.
Thomas ebbe solo un attimo di esitazione. Poi pensò a Minho, pensò a Newt. Vide in lontananza le fiale col Dolosiero e ne prese quante più poteva. Saltò giù dalla Berga e nemmeno era atterrato che sferrò un calcio sulla nuca della donna che stava attaccando Minho,mettendola momentaneamente fuori gioco. Il suo amico aveva la faccia completamente ricoperta di tagli ancora sanguinanti, e un livido gli copriva fin cinque centimetri sotto l'occhio destro. Ma fece a Thomas un sorriso che gli fece capire che stava abbastanza bene da andare avanti. Si scambiarono un cenno d'assenso, poi si misero a correre.

-Pausa.
Avevano corso per quanto? Forse due ore. Thomas aveva un gran bisogno di bere, ma nella fretta non aveva preso le provviste. L'unica cosa che aveva con sé,in tasca, erano quelle fiale che avrebbero riportato Newt da lui. Non avendo acqua né cibo, i due Velocisti non fecero altro che sedersi appoggiati contro una parete rocciosa, sempre stando in guardia da quei fuori-di-testa.
-Quanto pensi che ci metteremo per raggiungerlo, a piedi?
-Di sicuro molto più che con la presente Berga.
Thomas aveva fatto quella domanda solo per non far calare il silenzio, perché non aveva voglia di lasciar correre i suoi pensieri.
-Perché sei così determinato a far ritornare Newt?-gli chiese Minho.
-Non lo so, pive.
Risero entrambi per un paio di secondi risentendo quella parola che prima usavano così spesso. Era come se l'innocenza che li caratterizzava quando la loro vita era una continua routine dove l'unico obbiettivo era trovare l'uscita, fosse completamente svanita nel nulla.
Thomas fissava per terra. In realtà, tra sé e sé ci pensava spesso a una spiegazione. Forse troppo spesso.
-Sai, pive...quando è morto, si è portato via una parte di me. Certo, ho sofferto quando è morto Chuck, quando è morta Teresa, ma non mi sono sentito perso, come per Newt. Da quando lui è morto...penso solo di volerlo al mio fianco.
-Forse è perché lo hai ucciso tu. Ti fa questo effetto perché sai che in fondo gli hai tolto tu la vita.
Non c'era compassione nella voce di Minho, solo rabbia e rancore che aveva cercato di nascondere. Thomas si mise a riflettere su quelle parole, e si sentì ancora peggio. Minho stava guardando dall'altra parte,verso un mucchio di case a poca distanza da loro.
-Ho fame.
Minho nemmeno si girò verso di lui.
-Tu non hai fame?
Thomas sentiva di parlare al vuoto davanti a lui.
-In realtà ho più sete che fame. Dovremmo trovare dell'acqua.
L'amico era rimasto immobile. Thomas a quel punto scattò in piedi, con gli occhi iniettati di sangue, e si piantò di fronte a Minho.
-Senti, brutta faccia di caspio, lo so che mi odi per quello che ho fatto. Mi odio anche io, ogni singolo secondo della mia esistenza. Abbiamo una cosa in comune, vedi? Anzi no, ne abbiamo due. Perché non penso di essere l'unico a cui manca Newt.
Anche Minho si alzò di scatto, e finalmente lo guardò in faccia.
-Io e Newt ci conoscevamo da due anni! Due caspio di anni,"Tommy"! Penso che io sia il primo a cui manca Newt!
-Tu lo conoscevi da due anni, per me in qualche mese è diventato un'ancora, il mio migliore amico, la mia coscienza, è diventato tutto, per me!
Urlò quelle tre parole con tutto il fiato che aveva in corpo. "È diventato tutto". Si rese conto di quello che era uscito dalla sua bocca solo quando fu già cosa fatta. Minho lo guardava con gli occhi da cane bastonato. Adesso, si vedeva la compassione nel suo sguardo.
-A te piace...
Fu un sussurro appena udibile. Ma Thomas lo aveva sentito perfettamente, fece solo finta del contrario.
-Che...che hai detto?
Minho, stavolta, si assicurò di essere chiaro.
-Tu...tu eri innamorato di Newt...

The Maze Runner - La Vita Dopo WickedWhere stories live. Discover now