Capitolo 11

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Si staccarono e scoppiarono entrambi a ridere. Che caspio stava succedendo? Si erano appena baciati, ecco cosa. Erano uno più sorpreso dell'altro. Nessuno dei due si aspettava di provare quelle cose, né tantomeno che fossero ricambiate. Continuavano ad accarezzarsi il viso a vicenda, incapaci di lasciarsi andare. Thomas era leggermente più alto di Newt. Appoggiò la fronte alla sua, riavvicinandolo a sé. Respirava affannosamente. Quel bacio...non ne aveva mai dato uno così. Né a Brenda, né a Teresa. Non aveva mai sentito lo stomaco contorcersi verso l'interno per poi esplodere in una miriade di coriandoli infuocati che solo Newt avrebbe potuto spegnere. Lui si sentiva, invece, come un fiume in piena, costretto nei suoi argini e che finalmente si libera quando arriva ad una cascata. Tutto sé stesso si liberava quando si avvicinava a Thomas.
-È stato...wow.-disse Newt.
-Era il tuo primo bacio?
Newt annuì ad occhi bassi, nascondendo un timido sorriso. Non poteva desiderarne uno migliore. D'altra parte, Thomas non avrebbe sopportato che qualcun altro potesse rubargli quel privilegio. Egoisticamente, voleva essere l'unica vera forte emozione di Newt. Lo abbracciò, tenendogli la testa nell'incavo tra la spalla e il collo. "Che cosa stiamo facendo?..."
-Dobbiamo andare, pive.- ricordò Thomas.
-Solo un altro po',giusto...
Newt si staccò da Thomas con malavoglia, e staccandosi sentiva come se avesse perso una parte del corpo. In pochi minuti il legame che li univa si era amplificato da fare paura. Thomas notò un velo di dispiacere negli occhi di Newt e gli porse la mano. Avrebbero camminato così fin quando le loro mani non sarebbero state fradice di sudore. Newt gli prese la mano e iniziò a tirarlo, e Thomas si lasciò tirare. Conosceva Newt, sapeva che quando era felice poteva sorridere anche per le cose più stupide, come sentirsi quello grande tra i due.
Camminarono ridendo di tutte le cose per cui non avevano riso a causa della tensione. Da quando si era svegliato, Newt aveva solo desiderato la vicinanza di Thomas. E Thomas aveva solo desiderato non doverlo più lasciare.
Mentre percorrevano il fianco di una montagna, dei rumori iniziarono a riempire l'aria. Rumori di pietre che venivano spostate, di gente in corsa, probabilmente.
-Sta' indietro.- disse Thomas, facendo da parte Newt per proteggerlo. La polvere davanti al suo viso diventava sempre più densa, un'ombra iniziò a materializzarsi di fronte a lui e dalla nube scura uscì...Minho.
Thomas si rilassò, mentre Newt dietro di lui scoppiò a ridere. Come avevano fatto ad aver paura di lui?
-Ehi, facce di sploff.
Minho e la sua smielata dolcezza erano tornati. Erano di nuovo tutti insieme.
-Hai trovato qualcosa?- chiese Thomas.
-In effetti sì, camminando per qualche chilometro si arriva in un punto da cui vedi la radura in cui è atterrata la Berga.
-Amico...qua è tutto una radura.- ricordò Newt.
-Ottima osservazione.

Il fuoco ardeva davanti a loro. Fortunatamente, avevano trovato un paio di alberi secchi lungo la strada e avevano avuto la prontezza di raccoglierne i rami. Minho raccontò di come aveva corso senza praticamente fermarsi, sfuggendo a un paio di Spaccati incontrati lungo il percorso e di come aveva acchiappato quei due scoiattoli che stavano mangiando e che -chissà perchè- si trovavano in piena landa desolata. Usarono alcuni rami più sottili come spiedini e quegli scoiattoli sembrarono loro il pasto più buono di sempre. Solo Newt si sentiva un po' in colpa perché stavano mangiando degli animali carini e innocenti.
-Newt è sentimentale.
-Avevano una famiglia, Tommy,magari dei cuccioli!
-O magari erano loro i cuccioli...-incalzò Minho ridendo.
Newt lasciò andare il suo spiedino, disgustato da quell'ipotesi. Non era mai stato vegetariano, ma non aveva mai contemplato l'idea di nutrirsi di animali come gli scoiattoli. Per lui erano come dei cani, ma randagi.
Minho afferrò il legnetto prima che toccasse terra, e mangiò anche quella porzione, sotto lo sguardo accusatore di Newt. Anche Thomas ridacchiava un po', ma cercava di non darlo a vedere per non fare sentire il biondo a disagio.
-Fate schifo.- concluse Newt, distendendosi per terra. -Il primo turno di guardia è mio.
Gli altri due non fecero opposizione.
-Se ci tieni tanto...-commentò Minho finendo la sua cena. Poi, si rannicchiò un po' a distanza dal fuoco perchè "mi fa starnutire", diceva, e piombò subito nel sonno più profondo.
Newt osservava le stelle, e Thomas gli si mise accanto, con le mani dietro la testa. Riusciva a riconoscere alcune costellazioni.
-Lo abbiamo già fatto.
-Cosa, Tommy?
-Di guardare le stelle. Nel Labirinto.
Newt sorrise a quel ricordo. D'altra parte, chi se li dimenticava più quei momenti? Ogni istante trascorso insieme era un marchio indelebile nella sua mente.
-Brillano come i tuoi occhi...- sussurrò Newt, sperando che Thomas non avesse sentito quelle parole uscite di getto. Gli si fermò il fiato in gola ripetendosi quello che aveva detto e avvampò sotto le guance calde e arrossate. Thomas non l'aveva sentito, ma lui sapeva di averlo detto. Ma che poteva farci se provava quei sentimenti per lui? E soprattutto, quali erano questi sentimenti? Non era sicuro di esserne innamorato, ma di certo era qualcosa di forte come la sbronza del sabato sera.
Si girò verso Thomas. Sembrava davvero concentrato su quelle stelle. Era concentrato a cercare qualcosa che gli ricordasse Newt. In quel momento, lui si appoggiò al suo petto e iniziò ad accarezzarglielo. Quel gesto era scaturito dall'istinto, non aveva potuto controllarlo. C'era troppa energia tra di loro.
Thomas gli bloccò la mano, inizialmente per farlo smettere perché tutto quello lo stava facendo emozionare troppo. Ma poi non riuscì a trattenersi neanche lui, e tirandolo da quella mano fece distendere Newt su di sé. I loro visi a pochi centimetri di distanza.
Il biondo aprì le gambe per mettersi seduto sopra Thomas, con le ginocchia appoggiate per terra. Gli sorrise dolcemente, e Thomas ricambiò il sorriso con un tono di superiorità.
-Sei proprio un piccoletto.- disse.
-Ma se abbiamo la stessa età.- rispose Newt aggrottando le sopracciglia. Fingersi offeso fece ridere Thomas, che sentì confermata la sua teoria. Il "piccoletto", allora, si abbassò sul suo viso e gli lasciò un leggero bacio sulle labbra.
-Sono ancora così piccolo?
Thomas annuì, allora Newt gli girò la testa lateralmente per baciargli il collo. Sentì l'altro che ansimava leggermente. Si prese di coraggio e continuò a stuzzicarlo, lasciandogli un segno livido vicino al mento e mordendogli poi il labbro.
Thomas non resse più la tensione, gli tenne ferme le mani dietro la schiena e lo ribaltò, finendo sopra di lui. Gli alzò le braccia sulla testa per non fargli male e iniziò a baciarlo con più passione di quanto avesse mai fatto. Newt, inesperto com'era, non riuscì a trattenere dei gemiti sotto il tocco di Thomas. S'inarcava verso di lui, ma veniva respinto giù dalla sua mano ferma che gli premeva sugli addominali che, nonostante tutto, erano rimasti lì. Chiuse gli occhi, assaporandosi il fiato caldo del Velocista sulla sua pelle. Quel calore contrastava col freddo della terra sulla sua schiena rimasta mezza nuda dopo che Thomas lo aveva disteso. S'irrigidì quando la mano di lui prese a scorrere sul suo addome, sul suo petto...Non riusciva a rimanere in silenzio.
-Shh.-disse Thomas, poggiando leggermente le labbra sulle sue- Minho non deve saperlo.
E riprese a baciarlo.

The Maze Runner - La Vita Dopo WickedWhere stories live. Discover now