Capitolo 15

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-Pive, svegl...- Minho entrò di scatto nella stanzetta dove Newt e Thomas erano ancora a letto, abbracciati, nudi. Thomas si era alzato di botto sentendolo, e si era messo seduto con una mano a tappare l'orecchio di Newt per non farlo svegliare. Minho aveva notato subito il suo petto nudo, il biondino avvinghiato a quello stesso petto. Non aveva nemmeno finito la frase, ingoiando le parole con un'espressione di disprezzo.
-Siamo atterrati. Carburante finito.- uscì dopo aver recuperato un'espressione impassibile.
Thomas si ributtò all'indietro con un sospiro. Aveva capito, ormai non c'erano più dubbi. Li aveva trovati nella tipica situazione in cui, se Newt fosse stato una ragazza, gli avrebbe dato una pacca sulla spalla con tanto di complimenti. Ma Newt era Newt. Ed era questo che lo rendeva così piacevole e allo stesso tempo frustrante.
I Radurai non avevano mai avuto tempo per pensare alla sessualità di una persona. Ma il 99% di loro erano impazziti vedendo Teresa, e dopo Brenda. Il restante 1% era Newt. Lui era rimasto subito folgorato da quel Fagio nella scatola, a cui era servito un po' più di tempo per accorgersi di lui. Sapeva soltanto che, dall'inizio, aveva sempre avuto bisogno di lui per andare avanti. Doveva solo avere del tempo per accettarlo.
-L'ha capito, vero?
Anche se Thomas aveva cercato di impedirlo, Newt era ormai sveglio quando Minho era entrato poco prima.
Thomas sospirò ancora, portandosi una mano sul viso a stropicciarsi gli occhi.
-Credo di si.
-E ora?
-Ora la smettiamo.
Lo aveva detto d'impulso, e poi si era rimesso in piedi afferrando i suoi vestiti.
-Cosa?!-sbottò l'altro. -Quindi...facciamo come se non fosse successo?
-Esatto. Siamo Thomas e Newt, nient'altro.
-È questo il punto, Tommy. -si coprì col lenzuolo, guardandogli con gli occhi velati di malinconia- siamo noi. Siamo quelli di stanotte, non possiamo fingere di...
Non riusciva a finire. Probabilmente non ci sarebbe riuscito nemmeno Thomas. La verità era che si amavano, e Newt lo sapeva e Thomas non voleva saperlo.
-Mi dispiace.- concluse Thomas, uscendo con i vestiti di nuovo al loro posto.
Andò nella stanza grande, dove Minho stava in piedi davanti al portellone aperto. Si fermò a distanza, con la paura di affrontarlo. Di affrontarli entrambi. Alle sue spalle c'era Newt, che aspettava delle spiegazioni, mentre davanti a lui c'era Minho, che ne aspettava altre.
-Puoi avvicinarti, non mordo.- disse dal nulla l'ex Intendente.
Thomas andò accanto a lui, seguendo il suo sguardo verso il nulla. Cosa doveva spiegargli esattamente? Perché gli piaceva un ragazzo? Perché era stato così bene intrecciato a lui? Che spiegazione c'era alla natura?
-Senti, Minho, io e Newt...
-Non m'interessa. Vai a chiamare quella faccia di caspio.- e si allontanò di nuovo, come se Thomas fosse un appestato.
-Lo so che tu non c'entri.- continuò senza girarsi, a pochi metri di distanza -Tu non lo avresti mai fatto di tua volontà. Ti ha costretto, lo so. Quell'Eruzione...lo sta danneggiando più del previsto. Deve avergli intaccato qualche altra area del cervello.
Sembrava costringersi a dire quelle parole. Teneva le labbra strette, fin quando non esplose, come liberandosi di qualcosa che teneva dentro da anni. Riprese a parlare, esordendo con una risatina isterica che spiazzò Thomas.
-No, no. Qui non c'entra l'Eruzione. Ha sempre avuto qualcosa che non andava, e ora ne ho la prova. Mi dispiace per te, Thomas, immagino quanto sia stato terribile.
Tornò nella cabina di pilotaggio. Thomas non gli rispose. Quel discorso lo aveva così confuso...e lo aveva reso più titubante di prima. Soprattutto, non pensava che Minho provava da tempo quella repulsione per Newt, che era uno dei suoi migliori amici. Newt, che voleva bene a tutti. Chissà quanti altri la pensavano come Minho, e lui ne era all'oscuro. Un vortice indefinito rullava nella testa di Thomas. Newt gli faceva tenerezza, convinto di essere benvoluto, ma Minho gli aveva dato da pensare... che fosse davvero anormale... amare qualcuno, solo perché è del tuo stesso sesso? Non è che anche nel suo cervello qualcosa non andava? Perché una cosa era certa: non era stato costretto. Anzi, gli era piaciuto, gli era piaciuto più di quanto gli piacesse correre fino allo stremo delle forze. Scacciò via quel pensiero.
-Minho, vengo ad aiutarti!- urlò, dirigendosi nella cabina per preparare il necessario per scendere.
Quando Thomas chiuse la porta, Newt uscì dalla stanza dov'era rimasto fino a quel momento, attaccato al metallo freddo della serratura, sentendo tutto. Si sentiva un vuoto al petto. Sentiva la delusione che lo avvolgeva completamente. Iniziava a chiedersi cosa fosse stato sincero nella vita che ricordava, cosa giusto, cosa completamente bugiardo e sbagliato...
E Thomas. Thomas non lo aveva difeso. Thomas la pensava come Minho, ne era sicuro. E lui cos'era stato? Solo un errore. Lui era sempre stato un enorme errore. Cervello danneggiato, desideri contorti. Non c'era da stupirsi che lo vedevano per quel che era. Non c'era da stupirsi che, quella volta, Thomas non ci avesse messo poi così tanto a premere il grilletto. Iniziò a insinuarsi in lui il dubbio che lo aveva fatto con un pizzico di piacere. E poi si era sentito in colpa, ecco perché era tornato a cercarlo. Il perfetto Thomas non poteva permettersi di essere intaccato da un omicidio volontario.
Una sensazione familiare, avvampante, lo inondò. Sapeva già come sarebbe finita. Oggetti per terra, porte sbattute, urla che avrebbero fatto crollare gli alberi. Vide il portellone aperto, e senza pensarci due volte si fiondò fuori, di corsa, ignorando la gamba che aveva azzoppato durante il suo primo tentato suicidio.
Ruzzolava su ogni pietra, gridando, graffiandosi la faccia sporca e bagnata dalle lacrime. Pensava a Thomas, il ricordo della notte insieme ancora vivo nella sua mente tutta malata.
Thomas uscì dalla cabina di pilotaggio e andò a chiamare Newt per avvisarlo che erano pronti. Ma non lo trovò nella stanzetta. Guardò nelle altre, guardò in ogni angolo della Berga , lasciandosi prendere dall'ansia. Iniziò a sudare, ad avere il fiatone, un vero e proprio attacco di panico. Tornò correndo da Minho.
-È scappato.
-Cosa?
-Newt. È scappato.
E senza aspettare una reazione prese anche lui a correre, più veloce che mai, chiamando a gran voce il nome della sua metà.
Newt, nel frattempo, si era fermato appena in tempo, tenendosi al tronco di un albero, sull'orlo di un dirupo.
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Scusate se non aggiornavo da tanto, ma la scuola mi distrugge. Fortuna che ci sono le vacanze di Carnevale, ye. Spero di aver fatto un ritorno degno:c e ringraziamo wattpad che fa finalmente mettere i video nei capitoli! anche se il video lo riservo per la prossima volta eheh

 Spero di aver fatto un ritorno degno:c e ringraziamo wattpad che fa finalmente mettere i video nei capitoli! anche se il video lo riservo per la prossima volta eheh

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The Maze Runner - La Vita Dopo WickedWhere stories live. Discover now