Capitolo 16 - The last one

476 19 25
                                    

-Newt...
Si girò con gli occhi iniettati di sangue, con una lentezza disarmante. Thomas ebbe il tempo di deglutire tre volte finché non si trovarono a incrociare i loro sguardi.
-Vattene, Tommy.
Proprio non ci riusciva, era più forte della ragione, non era in grado di essere totalmente acido con lui. Quel "Tommy" alla fine della frase smorzava anche la più infuocata delle arrabbiature.
-Newt, allontanati da lì.
Lui fece appena la finta di voltarsi a guardare il vuoto che si apriva dietro di sé. Stava in bilico, con i talloni senza l'appoggio relativamente sicuro della roccia. Era sempre stato così, in fondo. Quando mai era andato tutto completamente per il verso giusto? Era sempre stato tutto in bilico, a metà tra un abisso da cui è impossibile risalire e un volo pindarico...da cui sarebbe crollato, prima o poi. In un modo o nell'altro, sapeva dall'inizio che non ce l'avrebbe fatta ad arrivare fino in fondo. Quella solida roccia che lo teneva non era il suo posto. Quel mondo, non era mai stato il suo posto.
-Perché dovrei?-chiese acido.
-Perché potresti perdere l'equilibrio, testa di caspio!
Si piegò quasi in due per le risate. Davvero non lo capiva? Oh, Thomas, lo stavi deludendo solo di più. Si aspettava di essere capito, almeno da lui.
Sullo sfondo arrivò Minho, ma si tenne a distanza e, ad ogni modo, non lo considerarono molto.
-Sei tu la testa di caspio, Tommy. Io VOGLIO perdere l'equilibrio. Sto solo cercando il coraggio di farlo.
Thomas s'immobilizzò, sentendo il sangue che smetteva di affluirgli al viso. Fece un passo verso di lui, ma Newt stava per farne uno a sua volta, verso il dirupo, e quindi si bloccò, per poi indietreggiare.
-Newt, non dire sploffate.
Il biondo tirò un sonoro sospiro. Non aveva mai pensato a come dirgli addio. "Sono stato troppo impegnato ad evitare di impazzire", era l'unica giustificazione che si dava.
-Tommy, sono serio. Mai stato così serio. Posso solo dirti che se adesso sono qui è solo per colpa tua. Beh, non esclusivamente, in realtà- lanciò un'occhiataccia a Minho, esprimendo tutto il suo disprezzo e facendogli capire che lui c'era, lui sapeva cosa pensava davvero il suo "amico", il suo compagno di Radura.
-Ma tu, Tommy, tu gli hai dato ragione. Tu non mi ami, vero Tommy? Beh, io sì. E non l'hai ancora capito! Non te ne sei ancora reso conto che mentre sto qui ad urlarti contro vorrei solo...baciarti! Che cosa sono per te, Tommy? Uno sbaglio da non rifare? Uno sfogo per i tuoi ormoni? O c'è una minima possibilità che io sia...una persona, che merita un bacio sincero? Vorrei credere di aver significato qualcosa per te, vorrei credere di essere amato da te almeno la metà di quanto ti amo io. E mi odio per questo, perché mi tieni TU sull'orlo di questo precipizio. E non so se mi chiami di più il vuoto sotto di me o le tue labbra.
Le lacrime gli spezzavano la voce, ma non permetteva loro di venir fuori. Non poteva far vedere di essere indeciso. Non lo era nemmeno tanto, in realtà. Gli bastava quella parola sbagliata che, come un soffio di vento, lo avesse spinto davvero giù.
Thomas lo ascoltava col cervello disconnesso. Riusciva solo a pensare che avrebbe potuto perderlo di nuovo, e sarebbe stata di nuovo colpa sua. "Forse non voleva nemmeno essere salvato...".
Minho, nel frattempo, era sparito, chissà dove.
-Newt, io...
-Non avvicinarti.
-Io ci tengo a te. Tu sei il mio ossigeno e la mia luce in fondo al tunnel. Tu sei la parte più sincera di me.
Newt stava quasi per cedere. Voleva soltanto stare tra le sue braccia, sentirsi dire che andava tutto bene, ma non lo fece.
-Quindi, tu mi ami?
Le lacrime iniziarono a salire anche agli occhi di Thomas. Era questo che voleva sentirsi dire? "Caspio, Newttie...lo sai che...vieni qua e smettila, ti prego"
-Io ti...tu sei tutto, per me.
Newt scosse la testa, con un ghigno beffardo in viso.
-Devi dirlo.
-Non...non lo so nemmeno io. Non so nemmeno cosa sia, l'amore.
-L'amore è il nostro, Tommy. L'amore sono le farfalle nello stomaco, è un nodo alla gola, la tachicardia. L'amore siamo noi, e non te ne sei mai reso conto.
Thomas ci pensò davvero. Pensò alle notte stellate accanto a lui, con gli occhi che vagavano senza controllo sul suo corpo, con l'ansia dell'attesa che si addormentasse sul suo petto. E quel piacevole calore che lo faceva sudare ogni volta che provocava un suo sorriso...Pensandoci, teneva lo sguardo basso. E quella voce che lo incantava lo riscosse.
-Scusa, se questa volta, non ho avuto il tempo di scriverti una lettera.- restò poggiato sulla punta di un solo piede, con Thomas che l'osservava da lontano.
-Scusa, Tommy. Scusa.- mormorò.
E si lasciò andare. Finalmente sentì l'aria graffiargli la pelle, i capelli che si alzavano dalla fronte per il vento che spingeva in su anche i lembi dei vestiti, facendolo rabbrividire.
Thomas corse, e se lo trovò tra le braccia. A un certo punto, senza rendersene conto, aveva perso l'appoggio sotto i piedi. E l'aria graffiava anche la sua, di pelle.
Newt si sentì improvvisamente protetto. Si accoccolò a lui, mentre erano a mezz'aria, sorridendo per l'ultima volta. Quello, Thomas era il suo vero appoggio.
A pochi centimetri dal suolo, Tommy disse:
-Ti amo, Newt.
E poi il nulla.
---------
COME FARE UN FINALE TRISTE💙 e che vi aspettavate da una come me! Embé, volevo rendere eterna la Newtmas. E che dire, spero che questa fan fiction vi sia piaciuta, baci!

 E che dire, spero che questa fan fiction vi sia piaciuta, baci!

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.
The Maze Runner - La Vita Dopo WickedWhere stories live. Discover now