Capitolo 7

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Alla fine si addormentò, beccandosi tutti i rimproveri di Minho la mattina dopo.
-Sei una testa di caspio! Potevi almeno svegliarmi prima di crollare!
-Scusa.
-No sai cosa, non serve dirlo, tanto non lo avresti fatto lo stesso.
-Scusa.
-Basta chiedere scusa.
Litigavano così tanto. Litigavano anche solo perché Minho diceva di mettere avanti il piede destro e Thomas metteva il sinistro. Si fermavano spesso perché iniziavano anche a perdere la sintonia che avevano avuto dalla prima corsa nel Labirinto.
-Minho.
-Dimmi.
-Dove stiamo andando?
-Da Newt.-Thomas rise.
-Non lo sappiamo dov'è Newt.
Camminarono un altro giorno pieno,e sapevano di avere ormai i tempi stretti. Sapevano che più il tempo passava, meno possibilità c'erano che il piano funzionasse. Era questo il pensiero che tormentava le loro menti quella notte. E se tutta la fatica non fosse servita a niente? E cosa li avrebbe aspettati il giorno dopo? Era stato tutto fin troppo facile. Come la quiete prima della tempesta. Ma era uno il pensiero che predominava su tutti.
-Minho?
-Sì?
-Pensi che Newt sarà...sempre Newt quando tornerà in vita?
-Cacchio,Thomas,non farmi domande a cui non so rispondere. Penso di si, comunque. Sarà sempre lo stesso stupido.- si lasciò sfuggire una piccola risata nostalgica.
-Non intendevo quello.
-E cosa?
-Intendevo...non diventerà magicamente Immune all'Eruzione, vero?
Il silenzio di Minho fece subito capire che non si era mai posto quella domanda. In effetti, entrambi avevano dato per scontato che sarebbe bastato iniettargli il siero. Il "dopo" era una sorpresa. Si erano così tanto lasciati prendere dall'euforia che non avevano pensato a come affrontare il futuro. Forse avrebbero dovuto passarlo proteggendo Newt dalla malattia. Mentre scivolava negli incubi, la paura della morte, non sua ma dei suoi cari,tornò a insidiarsi nella mente di Thomas.

-Ehi,Tommy.
-Newt. Newt,sei tu!
Thomas gli corre incontro per abbracciarlo. Era come circondato da una luce. La sua luce in fondo al tunnel. Aveva desiderato così tanto riavere quel contatto tra di loro, le braccia intricate come un nodo impossibile da sciogliere.
-Mi sei mancato.-sussurra Newt. Thomas piange lacrime di gioia. Aveva provato ad immaginare quel momento ma questo...questo lo fa sentire meglio di qualunque cosa avesse potuto sperare.
Nel loro abbraccio tremano per l'adrenalina, si tengono per i capelli e se li accarezzano a vicenda.
-Sei stato morto ma hai sempre i capelli morbidi come quelli di una ragazza.- Thomas ride dopo tanto tempo. Si allontana un attimo dal suo migliore amico, messo alla distanza di tre dita. Lo guarda attraverso i suoi occhi da cerbiatto, gli sfiora le occhiaie nero opaco. Spinto dal suo istinto, si avvicina lentamente al suo viso...

Thomas si svegliò di soprassalto. Aveva il battito accellerato e il respiro affannoso. Non era ancora sorto il sole, e Minho dormiva come un sasso. "Era solo un sogno,soltanto un sogno", si ripeteva. Tremava ancora, come nel sogno. Si costringeva a soffocare le urla per non svegliare Minho, ma ogni volta che pensava all'ultima scena del sogno sembrava che crescesse dentro di lui il bisogno di esplodere. Iniziò a strapparsi la pelle dalla faccia, a torturarsi le unghia. Pensava che sarebbero sembrati i segni della lotta contro gli Spaccati il primo giorno. Iniziò a piangere, e improvvisamente desiderava -più  del solito- di essere morto.
Ci mise un po' a calmarsi. Si teneva le mani tra i capelli, costringendosi a tenere alte le braccia per regolarizzare il fiato. "Devo dormire" pensò. "Devo sognare". Quel pensiero involontario lo investì in pieno come un autobus con una bicicletta. "Forse sono malato anche lui". Riprese sonno con questa speranza nel cuore. Era arrivato a sperare di morire per raggiungerlo. Oppure, per non pensare più.
Ancora era in dormiveglia quando fu investito dalla luce del sole. Non lo avrebbe mai ammesso davanti a Minho, ma aspettava il giorno con un'assurda trepidazione. Quel giorno avrebbero dovuto trovare Newt, a qualunque costo. O sarebbe stato troppo tardi.
Thomas svegliò Minho all'alba. L'ex intendente notò subito gli occhi scavati del suo amico. Ma pensò che fossero solo tornati gli incubi che tormentavano tutte le vittime del governo. Si alzò,quindi, senza molte parole. In genere facevano un po' di stratching prima di affrontare un lungo viaggio, ma sapevano bene di dover affrontarne uno dove ogni minuto avrebbe fatto la differenza. Iniziarono semplicemente a correre, senza sapere bene dove stavano andando. Ogni tanto facevano lo slalom tra i pochi alberi che incontravano, ma per lo più quella landa desolata consentiva loro di andare e basta,perché un cadavere attaccato da altri quasi-cadaveri si sarebbe notato. Non superarono nemmeno villaggi, o cose così.
-Sicuro che sia la strada giusta?- chiese Minho ad un certo punto.
-No.
Quindi continuarono a correre per un po'. Ancora il sole non era arrivato sul punto più altro. A quel punto avevano deciso di rallentare il passo, e sentirono un urlo gracchiante provenire dalla loro sinistro. Si fermarono del tutto. I brividi iniziarono a farsi vivi sulla loro pelle sudata.
-Sono loro- disse Thomas. Singhiozzò. Non riusciva a vederli, ma partì verso la direzione dell'urlo prima che Minho potesse replicare in qualche modo. Il caldo torrido gli pizzicava il viso.
-Thomas,fermo!
All'inizio sembrò non sentirlo. Minho lo chiamò per tre volte prima che gli desse retta.
-Che c'è?!
-Non possiamo continuare a girare...a caso. Così non va.
Thomas era d'accordo. Non lo avrebbero mai trovato,in questo modo. Prese a guardarsi intorno cercando come un'ispirazione divina. Ma vedeva solo deserto,rocce,un albero,sabbia. Poi se ne rese conto: un albero, spoglio ma alto e robusto. Ancora una volta ignorò Minho, che si era ormai rassegnato a seguirlo e basta.
Thomas si arrampicò sull'albero con tutta la forza che riusciva a tirare fuori, le vene che sporgevano dalle braccia. La luce intensa complicava decisamente l'impresa di vedere come un falco. Rischiò anche di cadere per mettersi in piedi. Il ramo si stava spezzando. Minho era rimasto alla base del tronco.
-Thomas...
-È tutto okay,tranquillo!
-Scendi...
-Sono stabile ho detto!
-Vieni giù! Li vedo!
Thomas cadde per la sorpresa. Pur col dolore, si alzò, e li vide anche lui. Due Spaccati che sembravano zombie, quasi senza capelli e mezzi nudi, la pelle corrosa dal sole e dalla sabbia. Non avevano labbra per coprire i denti luridi. Stavano inginocchiati l'uno accanto all'altro, stretti come a formare un unico corpo deforme. Prima ridevano soddisfatti,insieme, subito dopo si urlavano a vicenda pronti per scannarsi. Thomas se ne rese conto quando si gettarono a lottare per terra. Stavano attorno a un altro corpo. La pelle pallida solcata da vecchie cicatrici ancora rosse. I vestiti tanto familiari per i radurai. Thomas ebbe un tuffo al cuore quando se lo trovò a pochi metri di distanza, in pericolo di essere sbranato da due pazzi. Come fosse carne fresca e non il suo migliore amico.
-Newt!
Non aveva mai corso così nella sua vita. Sapeva di non poter essere sentito,ma non gli importava. Li raggiunse presto,e iniziò a combattere, ancora una volta, per chi amava.

ciaaao. okay,scusatemi tanto se questo capitolo non è un gran che (no, vabbè, sarò sincera: è fatto proprio "alla cazzo di cane") ,però volevo un po' accellerare la storia per arrivare alla parte che dovrebbe essere centrale. quindi sorry if it was written bad, i'll do better next time

The Maze Runner - La Vita Dopo WickedWhere stories live. Discover now