Capitolo 9

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Minho fu il primo a staccarsi dal mucchio, più che altro perché era messo in modo che le spalle ossute di Newt gli perforassero lo stomaco. Una volta in piedi continuò a guardare la scena dei due amici abbracciati, distesi sulla terra sporca che li univa, e cercava di non impazzire per qualunque cosa di pazzesco fosse successo per far tornare in vita una persona.
Newt si appoggiò sulle mani per alzarsi, ma Thomas lo teneva così stretto da non dargli la possibilità di staccarsi dal proprio corpo, quindi si alzarono insieme. In effetti, più che altro fu Newt a trascinarsi il suo Tommy, che non riusciva più a lasciarlo andare. Aveva paura che un soffio di vento glielo portasse via,che se avesse aperto gli occhi sarebbe tutto sparito come se fosse stato un sogno. Newt lo capiva benissimo. Ma se Thomas rischiava di scoppiare a piangere da un momento all'altro, Newt,invece,non riusciva a spegnere il sorriso che gli illuminava la faccia.
Thomas si riscosse solo sentendo delle grida in lontanza,e capì che stavano tornando. Lo avevano capito tutti.
-Dobbiamo andare.- annunciò Minho. E lui e Thomas presero Newt sostenendolo sulle loro spalle, perché era ancora troppo debole anche solo per camminare sulle proprie gambe. Iniziarono ad allontanarsi il più velocemente possibile,animati dalla speranza nascente di una vita degna di essere definita tale. Le urla degli Spaccati a un certo punto non li raggiunsero più, e si fermarono a riprendere fiato senza nemmeno cercare un posto all'ombra.
Ci sarebbero state mille cose di cui parlare, ma l'incredulità sovrastava ogni parola. Newt era seduto in mezzo, e con lo sguardo passava da Minho a Thomas aspettando che aprissero bocca. Lui non aveva di che parlare. Com'era stato essere morto? Non era stato. Aveva avuto la conferma che da quando ti addormenti per sempre, non c'è niente ad aspettarti, e ne era stato sollevato. Cosa poteva dire? Com'era stato perdere, ogni minuto di più, il buon senso e la ragione? Aveva pensato di mangiare degli esseri umani. Aveva distrutto innocenti. Si era alleato con la gente da cui scappava e a cui credeva che non sarebbe mai appartenuto. E Thomas sapeva già tutto questo. Lo sapeva da quando aveva accettato di premere quel grilletto. E Newt non ne avrebbe parlato ancora, di tutto lo schifo che aveva passato, del mostro che era diventato. Si vergognava di sé stesso. Aveva paura di far male ai suoi amici, aveva paura che nel giro di niente sarebbe tornato allo stato in cui era morto.
-Quindi sei vivo. Sei davvero vivo.
-Quanto sei perspicace, Tommy.
Scoppiarono tutti e tre a ridere. Senza un motivo particolare,solo perché adesso avevano una ragione per essere felici. Risero liberandosi del male che si era accumulato in loro nel corso dei mesi. In quel momento si resero conto di avere tutto ciò di cui avevano bisogno. Thomas non sentiva nemmeno più la mancanza di Teresa. Ora che aveva accanto Newt, lei era stata rilegata nel cassetto dei ricordi che avranno sempre un posto in te, ma non faranno male essendo tirati fuori.
-Non vuoi sapere come...beh...come sei tornato qui?- chiese Minho. In realtà,sperava di parlarne per riordinarsi le idee, perché nemmeno lui capiva ancora bene cosa fosse successo. Non conosceva molta biologia, ma non serviva conoscerne tanta per capire che è strano quando qualcuno resuscita. Se mai succede.
-È che in realtà lui è Gesù. Lo dicevano che sarebbe tornato.
Un'altra risata generale riempì l'aria torrida che li circondava, e l'argomento troppo serio cadde lì.
Col passare delle ore, iniziò a fare buio, mentre due camminavano e uno stava in braccio, alla ricerca di un riparo, anche solo di una sporgenza, dove passare la notte. Fu solo a quel punto che si accorsero di aver perso la strada per tornare alla Berga.
-Caspio.
-Che succede,Minho?
-Non mi oriento più. Non capisco come tornare alla Berga.
Thomas si fermò, costringendo anche gli altri a fare lo stesso. Sospirò, scoraggiato per le difficoltà che irrompevano anche in un raro momento di gioia.
-Siete venuti fin qua con una Berga?
Newt parlava con entusiasmo. Entusiasmo che però irritava i suoi amici, più che incoraggiarli. Lo ignorarono, guardandosi intorno cercando di orientarsi. Intanto, il sole continuava a calare.
-Non riesco a non fare niente.
Minho lasciò il braccio di Newt per allontanarsi da loro.
-Dove caspio vai?-gli urlò Thomas.
-A cercare la strada. Vi raggiungo presto.
E senza aspettare una risposta se ne andò via correndo, lasciando Newt e Thomas a bocca aperta. Pensavano entrambi la stessa cosa. "Ci siamo appena ritrovati, e ci separiamo di nuovo". Si misero seduti per terra, aspettando una specie di segno divino che annunciasse il ritorno del loro Intendente.
Thomas apriva e richiudeva la bocca, indeciso se parlare o meno. Non sapeva nemmeno esattamente cosa dire. Pensava solo a quanto gli fosse mancato e voleva trovare le parole giuste per dirglielo.
-Mi sei...mi sei mancato,Newt.
Erano le parole più semplici che potesse trovare, ma dicevano tutto. Non sarebbe servito fare lunghi monologhi che probabilmente avrebbero sviato dal messaggio centrale,che era tutto là. Le persone, pensò Thomas, si preoccupano troppo di fare i poeti, ma a che pro? Che poi magari sbagli una parola e ti rovini il discorso, o vieni frainteso, o sembri pesante. La gente, pensò Thomas, dovrebbe preoccuparsi di meno di fare bella figura e di più della sostanza delle cose. A questo proposito gli tornò in mente il biglietto che Newt gli aveva lasciato. Era stato diretto, lo aveva detto chiaro: voleva essere ucciso. Non c'erano doppi sensi, non c'erano secondi fini. Ecco perché erano amici. Risultavano spinosi anche sulle cose più delicate. Erano come le rose: delicati e spinosi. E più belli se messi insieme.
Quando Thomas si girò per vedere la reazione di Newt,lo trovò sorridente, e leggermente arrossito. Stava per abbracciarlo e invece lui se ne uscì con una delle sue stupide battute, che erano orribili ma lo facevano sempre ridere.
-Non posso dire lo stesso, Tommy, sai...ero morto.
Si abbracciarono lo stesso. I loro corpi sembravano calamita e metallo. Ma tanto,pensarono,ne avevano di tempo da recuperare.
-Minho non tornerà,vero Tommy?
-Non ora, Newt.
Quel "non ora", i doppi sensi li aveva. "Non ora", perché era ormai buio e chissà dov'era Minho. "Non ora", perché quello era un bel momento tra loro due e nessun altro.
Thomas si distese sulla terra umida, bagnandosi i vestiti, tremando per il freddo che stranamente lo investì come un temporale improvviso.
-Hai freddo?
Thomas annuì,e Newt si buttò su di lui stringendolo, beccandosi gli sguardi confusi del suo amico.
-Che c'è? Tu hai bisogno di una coperta e io di un letto.
E si addormentò subito. Thomas, da parte sua, continuò ancora per quasi un'ora ad accarezzargli i capelli.

The Maze Runner - La Vita Dopo WickedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora