Capitolo 14

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A.A.A. chi è sensibile ai messaggi espliciti salti il capitolo senza criticare, grazie.
Ricordava tutto. Ogni secondo, ogni sguardo, ogni neurone che si bruciava nella sua testa. Ricordava quando li aveva visti arrivare e lui era con gli altri Spaccati. Ricordava come semplicemente non voleva vederli perché non voleva che lo vedessero in quello stato. Era arrabbiato con Thomas e voleva soltanto che Thomas gli stesse vicino.
Ricordava come si era sentito quando l'Uomo Ratto aveva iniziato a leggere la lista dei non immuni e il suo era proprio il primo nome di quella lista. Ricordava come il suo Tommy fosse agitato e lui fosse rimasto totalmente indifferente fin quando non aveva iniziato a provare gli effetti della malattia su di lui.
Soprattutto ricordava quando Thomas aveva provato a convincerlo a salire su quel maledetto furgone, ma lui non aveva voluto essere trattato da animale più di quanto non si sentisse tale. Ogni volta che ricordava quell'ultima volta che aveva visto se stesso riflesso negli occhi dell'amico, pensava alla delusione e insieme al sollievo che aveva provato perché non aveva esaudito il suo desiderio. Ma su tutto prevaricava la rabbia e la vergogna per dover vivere in quello stato. Sussurrava ogni notte le stesse parole da quando si era risvegliato, incurante se Thomas lo sentisse o meno.
Uccidimi.
Ricordava cosa aveva provato quell'ultimo attimo di lucidità, come se degli operai avessero smesso di martellargli in testa, come se qualche altra emozione oltre alla violenza lottasse per fare capolino.
Per favore, Tommy.
Vedeva ancora Thomas deglutire, respirare affannosamente.
Per favore.
In quel punto del sogno si svegliava sempre di soprassalto. Nel punto in cui tutto diventava scuro e sentiva solo il suo corpo morto cadere senza provare dolore.
Aveva avuto spesso gli incubi, anche prima di morire,e a volte apriva gli occhi e basta, spaventato e con un groppo in gola; fatto sta che si riaddormentava in pochi minuti. Altre volte si svegliava quasi urlando, o proprio gridando di paura, con il fiatone e tutto sudato. Gli succedeva spesso nel Labirinto, ma nessuno poteva sentirlo. In quei giorni aveva passato più tempo sbarrando di colpo gli occhi che dormendo beatamente, ma era una cosa che era riuscito a tenere per sé.
Quella notte non ne fu proprio in grado.
Le immagini erano così vivide, i colori così vivaci, le voci tanto amplificate e c'era un eco continuo delle sue stesse parole, e l'espressione di Tommy già disperato prima del tempo gli si ripeteva costantemente.
Si alzò di scatto, tenendosi involontariamente alla maglietta di Thomas, urlando e con il viso tutto graffiato rigato dalle lacrime oltre che dalle cicatrici.
-Newt...che succede?- chiese tirandolo su di lui.
Il biondino si accoccolò sul petto dell'altro, ancora in lacrime.
-Incubi, Tommy. Non mi lasciano mai in pace.
Thomas lo strinse a sé accarezzandogli i capelli.
-È passato, ora. Torna a dormire.
Newt scosse la testa, stringendosi ancora di più a Thomas.
-Non ci riesco.
-Okay.- gli disse dolcemente lui, lasciandogli un bacio affettuoso sulla tempia. Erano tutti gesti spontanei. In quella stanza sentiva che sarebbe potuto succedere di tutto. -Allora starò sveglio con te, Newttie.
Il biondo sorrise.
-Non chiamarmi così, sembra che parli con un ragazzino.
-E quindi tu puoi chiamarmi Tommy e io non posso chiamarti Newttie?
-Touche.
Newt si sollevò con i gomiti sul petto di Thomas, finendo per guardarlo negli occhi con una smorfia in faccia che doveva somigliare ad un sorriso provocante. Si avvicinò per dargli un bacio lampo appena sopra il labbro superiore, e quel tocco fu la scintilla che fece scattare Thomas.
Fece scendere Newt da lui, finendo uno di fronte all'altro con i visi che, prima a pochi centimetri, cancellavano sempre di più quella distanza fino ad eliminarla del tutto con un intreccio di labbra, di lingue, di mani. Quel bacio era senza freni. Le dita dell'uno e dell'altro si intrecciavano tra i loro capelli senza sapere dove finisse Thomas e dove Newt, le loro gambe si ingarbugliavano in nodi impossibili come per non essere sciolte. Thomas morse leggermente il labbro di Newt facendolo ansimare, lui si spinse verso Thomas chiedendo un maggiore contatto e questo lo accontentò salendo su di lui.
Con una mano gli bloccò i polsi sopra la testa, con un ghigno dipinto sul viso per la soddisfazione di aver preso il comando della situazione. Newt si morse il labbro da cui già usciva un rivolo di sangue che Thomas asciugò con la lingua facendogli chiudere gli occhi per il piacere. Con la mano libera gli sollevò la maglietta e, lasciandogli i polsi solo per pochi secondi, gliela tolse completamente e iniziò ad accarezzargli le ossa sporgenti delle clavicole, poi il petto -disegnando il contorno di ogni costola- e infine l'addome, facendo dei cerchi con le unghia che scendevano sempre più in basso facendo inarcare Newt verso di lui.
Smise il suo gioco per togliersi anche lui la maglia, strappando un sorrisetto al biondo che rimpiangeva di non poterlo toccare in quel momento. La sua mente già viaggiava più velocemente di quanto facessero i loro corpi.
Thomas gli sbottonò i pantaloni senza peró levargli, soltanto lasciandogli così più esposto il membro e si mise a cavalcioni su di lui, abbassandosi poi per baciarlo sulle labbra e sul collo mentre si strofinava per farlo eccitare. Newt già gemeva per i succhiotti che gli lasciava man mano che scorreva sul suo collo pallido e a quel suono Thomas si allontanò per togliersi i pantaloni e toglierli anche a Newt, molto lentamente, godendosi il piacere di toccare ogni centimetro del suo corpo.
Approfittando di avere le mani libere, Newt prese Thomas per gli avambracci e lo tirò verso di sé con un impellente bisogno di baciarlo e di toccarlo come lo toccava lui. Si aggrappò così forte alle sue spalle da lasciargli dei graffi, gli piacevano così tanto i muscoli del suo corpo che non poté resistere alla tentazione di baciarli uno per uno fin quando Thomas, rendendosi conto che tutto quello lo stava eccitando tanto da perdere il controllo, non lo fermò passandogli improvvisamente un dito sotto l'elastico dei boxer. Quello che normalmente per loro era stato un punto sensibile per il solletico, ora diventava sessualmente sensibile. Newt si spinse ancora verso Thomas, il corpo che praticamente implorava di venire soddisfatto e quello gli levò i boxer sfiorando appositamente con la mano il suo membro che già era duro per l'eccitazione. Si tolse anche i suoi, sfregando il proprio ventre con quello di Newt per infondergli ancora più desiderio mentre, con le mani strette sul suo sedere, gli lasciava scie umide sui punti sensibili del suo collo e del suo addome. Newt si aggrappava ai suoi capelli, spingendosi sempre di più verso di lui, ansimando debolmente fin quando, stremato dall'attesa, aspettò che Thomas risalisse sul suo collo per sussurrargli ancora una volta: Per favore, Tommy, per favore.
Quelle parole che ora acquisivano un significato totalmente diverse. Non imploravano più la morte, imploravano amore. Thomas gli lasciò un ultimo bacio e scese con la bocca fino alla sua intimità. Si fermò qualche secondo chiedendosi che diavolo stesse facendo, ma pensò al viso di Newt tanto eccitato e avvertì per la millesima volta quella notte una strana sensazione al ventre che sapeva benissimo cosa significasse. Si abbassò a baciarglielo, facendo irrigidire tutto il corpo di Newt che -non abituato a quel contatto- strinse ancora di più le mani tra i capelli di Thomas mentre lui lo prendeva in bocca e, senza aver bisogno di pensare come si facesse, iniziò a succhiare ad un ritmo regolare, tenendosi ai fianchi dell'altro e da lì spingendolo verso la sua bocca. Newt non riusciva a non ansimare, emettendo gemiti più forti di quanto avrebbe dovuto per non essere scoperti e Thomas accelerava il ritmo man mano che prendeva dimestichezza, passando poi alle mani quasi naturalmente, per guardarlo in faccia mentre godeva ogni volta che, velocemente, faceva scorrere la mano chiusa sul suo membro. Lo vide in faccia mentre veniva con un orgasmo, inarcando la schiena e aprendo la bocca per fare uscire gli ultimi gemiti che -insieme al respiro- aveva trattenuto.
Thomas si sdraiò accanto a lui, soddisfatto di come se l'era cavata ma ancora eccitato. Allora Newt lo abbracciò da dietro, facendolo distendere lateralmente, e con la scusa di accarezzargli il corpo arrivò anche lui con una mano sull'intimità di Thomas. L'avvolse con delicatezza e lentamente, assaporandosi il respiro di Thomas che iniziava a diventare affannoso, iniziò a far scivolare su e giù la mano aumentando a scatti il ritmo facendolo gemere ogni volta, costringendolo a stringere il cuscino per il piacere fin quando non venne anche lui.
E poi fecero l'amore, ancora e ancora. Alla fine, si ritrovarono così, nudi e abbracciati dopo essersi concessi l'uno all'altro.. Ed era sembrato tutto così perfetto.

The Maze Runner - La Vita Dopo WickedTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang