VI

6.1K 564 346
                                    

L'aria all'esterno del locale era fredda e Thomas rabbrividì nella sua giacca, stringendosela al petto. Newt estrasse dalla tasca dei jeans un pacchetto di sigarette e un accendino nero, sul quale era raffigurato un piccolo teschio bianco. « Vuoi? », chiese all'amico. Thomas scosse la testa spostando il peso da un piede all'altro e Newt annuì, infilandosi la sigaretta tra le labbra sottili. L'accese con pochi e rapidi gesti e si lasciò riscivolare pacchetto e accendino nelle tasche. Inspirò a fondo e Thomas lo vide rilassarsi sotto l'effetto della nicotina: il ragazzo biondo abbandonò la sua postura rigida e chiuse gli occhi, appoggiandosi alla parete alle sue spalle. Thomas percorse il suo corpo magro con lo sguardo e deglutì. « Quindi... », mormorò Newt, senza aprire gli occhi, « non sei più in punizione, eh, Tommy? »
« No ». Thomas guardò altrove e ridacchiò, pensando alla messinscena organizzata da Teresa giorni prima. « Dovrei esserlo, effetti », continuò, pensieroso. « La fine della punizione era prevista per domani. Teresa ha convinto mio padre a lasciar perdere ». Scosse la testa, sorridendo. « Adoro quella ragazza ».
Newt sbatté le palpebre un paio di volte e aprì la bocca per ribattere, poi la richiuse. Stette in silenzio e si portò di nuovo la sigaretta alle labbra.
Thomas si dondolò sui piedi, a disagio. Era così semplice parlare con Newt quando non erano l'uno di fronte all'altro! Adesso, invece, erano separati da un muro invalicabile, fatto d'acciaio, impossibile da eludere o da sfondare. Newt aveva gli occhi bassi, fissi sull'asfalto, tra le punte delle sue converse e Thomas sapeva che era a disagio quanto lui. Non riusciva a spiegarsi come, ma guardare il suo volto era come guardare le pagine di un libro: riusciva a leggerlo meglio di quanto riuscisse a leggere sé stesso. Questa consapevolezza gli provocò un brivido che lo attraversò come un'onda.
« Teresa ha detto che le hai parlato di me », disse Newt, trascinandolo via dai suoi pensieri. Thomas sentì il sangue affluirgli al viso, tingendolo di rosso. Alzò lo sguardo e incontrò gli occhi di Newt, due pozze scure in cui si era fatta strada la stessa incertezza di poco prima. Riusciva a vederla, nonostante l'altro tentasse di mascherarla con un sorriso storto.
« Le ho parlato di tutti voi », borbottò Thomas, roteando gli occhi.
Newt soffiò via il fumo dai suoi polmoni con una risata. « Che delusione », disse quando si fu calmato. « Ed io che credevo di essere speciale ».
Thomas ridacchiò, ma la sua risata si spense quando alzò lo sguardo e incrociò le iridi dell'altro ragazzo. Scintillavano, divertite, ma sul fondo di quello specchio scuro si agitava qualcos'altro: una smania nascosta, un desiderio celato.
« Se lo fossi davvero? » Thomas trattenne il fiato l'attimo dopo aver pronunciato quelle parole. Si era lasciato sfuggire quella domanda senza rendersene conto e ora Newt lo osservava con gli occhi sgranati. La sigaretta pendeva mollemente dalle sue dita e il fumo si sollevava dalla sua mano per poi dissolversi nel nulla attorno al suo volto.
Thomas era pietrificato. Le braccia distese lungo i fianchi, i pugni chiusi, la mascella serrata: i suoi muscoli erano così tesi da fargli male. Si maledisse dieci, cento, mille volte per non aver tenuto la bocca chiusa: il silenzio che li circondava adesso era così pesante da schiacciarli sotto di sé come insetti sotto la suola di una scarpa. Ben presto divenne insopportabile.
« Newt », cominciò Thomas, muovendo un passo verso il ragazzo che lo osservava. Newt era ancora addossato alla parete, ancora immobile come pietra. Non si mosse neanche quando Thomas fu a un passo da lui, così vicino che avrebbe potuto prendergli le mani tra le sue, se solo avesse allungato il braccio.
« Smettetela di amoreggiare e venite dentro ». La voce di Chuck li interruppe ed entrambi si votarono verso l'ingresso del The Maze, da cui la figura del ragazzino faceva capolino. Il suo volto era attraversato da un ampio sorriso e i suoi occhi scintillavano di entusiasmo.
« Che cacchio vuoi, Chuck? » Il tono di Newt era così tagliente che Thomas gli indirizzò un'occhiata confusa, ma Chuck non sembrò rendersene conto, perché batté le mani con foga e indicò la sala dietro di sé. « Gally ha sfidato Teresa a braccio di ferro! Chi perde paga pegno! »
Newt roteò gli occhi, ma le sue labbra si piegarono in un sorriso divertito. Gettò il mozzicone della sigaretta ai suoi piedi ed esso scintillò per alcuni istanti contro l'asfalto, prima che Newt lo calpestasse per spegnerlo.
« Andiamo a fare un po' di tifo per Teresa, Tommy », disse, indicando la porta con un cenno del capo. « Voglio proprio vedere quel rincaspiato di Gally che viene preso a calci nel sedere ».

Il tuo nome sul mio polso - NewtmasOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz