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« Una festa? »
« Una festa ». Minho alzò gli occhi al cielo. « Sai, persone che si riuniscono in un posto per divertirsi, ballare e magari rimediare una bella sco - ».
« Hai chiarito il concetto », lo interruppe Thomas, sogghignando.
Erano sul marciapiede, diretti verso un piccolo bar a qualche chilometro di distanza dal luogo in cui Thomas viveva. Nonostante facesse piuttosto freddo, avevano deciso di fare due passi, entrambi avvolti in pesanti cappotti, i volti nascosti da sciarpe di lana che a stento permettevano loro di respirare.
« Chi la organizza, questa festa? »
Minho si strinse nelle spalle. « Tu non lo conosci. Si chiama Ben, è un amico mio e di Newt. Tra un paio di settimane si trasferisce all'estero. Ha colto l'occasione per organizzare una festa di addio ».
« Mi dispiace », disse Thomas, il naso all'insù, lo sguardo fisso sul cielo grigio. La luce del sole filtrava attraverso le nubi, assumendo tonalità spente e smorte. Ogni cosa, attorno a loro, sembrava più pallida che mai.
Minho rise. « Ti dispiace? E perché? Ha trovato un lavoro che noi ce lo sogniamo la notte! »
Thomas accennò un sorriso triste, ma non disse niente.
« Allora che fai, ci vieni? »
« Non lo so ». Thomas affondò il volto nella sciarpa e inspirò a fondo. Il profumo di ammorbidente alla lavanda gli inondò le narici. « Chi ci sarà? »
« Un sacco di gente, immagino ». Minho diede un calcio a una lattina abbandonata sull'asfalto. Thomas la osservò rotolare via e scivolare giù dal marciapiede, dritta in strada. Un'auto la sorpassò senza colpirla.
« Gli altri Radurai? »
« Gally e Newt di sicuro. Frypan e Chuck non credo e Winston non si decide a farmelo sapere ». Minho sbuffò, poi il suo sguardo sembrò illuminarsi. Si voltò verso l'amico che gli camminava di fianco e sorrise. « Tu potresti chiedere a Teresa! », esclamò, battendo le mani.
Thomas si rabbuiò e distolse lo sguardo. « Sì », disse, ma la sua mente viaggiava su di un binario diverso. Voleva evitare alla sua migliore amica il dolore di vedere il ragazzo per cui aveva una cotta provarci con le altre; come poteva chiederle di accompagnarlo a quella festa? Sospirò e scosse piano la testa.
« Che ti succede, pive? », gli chiese Minho, punzecchiandogli una guancia con l'indice. Il suo tocco freddo fece rabbrividire Thomas, che si ritrasse con una smorfia di fastidio. « Sei pensieroso ».
« Non più del solito ».
« Molto più del solito, in verità ». Minho aggrottò le sopracciglia. I suoi occhi scuri erano fissi sul profilo di Thomas, che guardava dritto davanti a sé. « Scommetto che c'entra Newt, non è così? »
Thomas trasalì. « Cosa? », quasi gridò. « Perché dovrebbe? »
Minho si morse l'interno della guancia e alzò gli occhi al cielo, trattenendo a malapena un sorriso. « Ah, nessun motivo, davvero », sussurrò, infilandosi le mani in tasca. Thomas lo imitò e si morse il labbro inferiore. « No, seriamente », riprese, la voce che ancora gli tremava, « perché dovrebbe essere a causa sua? »
Minho spalancò gli occhi per un istante, contemplando un'idea. Thomas la vide attraversare le sue iridi scure, ma scomparve con la stessa velocità con cui era apparsa e Minho tornò a far mostra della sua solita espressione strafottente. Aprì la bocca per rispondere, poi la richiuse e infine disse: « Dato che ti piace, pensavo stessi ancora male per la storia del - ».
« Anche tu? », sbottò Thomas, arrossendo. « Com'è che tutti sapete della mia cotta per Newt senza che io l'abbia detto a qualcuno? È stata Teresa? »
« Teresa? » Minho rise e gli rifilò una pacca sulla spalla. « No, pive, Teresa non c'entra niente. È che hai in fronte un immenso » spalancò le braccia per porre enfasi sull'aggettivo « cartello che lo dice a chiare lettere! »
« Mi dispiace di essere il primo a darti questa brutta notizia, Minho, ma credo che tu non sappia leggere », borbottò.
« Che difesa del caspio. Puoi fare di meglio, amico mio, credimi ». Minho gli fece l'occhiolino e indicò con un cenno del capo un'insegna poco distante, recante la scritta BAR W.C.K.D. . « È quello il posto. Devi assaggiare il cappuccino che servono ».
« Spero per te che sia buono come dici, perché a furia di camminare nel gelo mi si è congelato tutto ».
Minho emise un verso strozzato e lanciò all'amico un'occhiata di fuoco. « Io ti ho detto che potevamo andarci con la mia macchina, di che ti lamenti? »
Thomas fece una smorfia, come se la risposta a quella domanda fosse tanto ovvia da non necessitare di alcun chiarimento. « Mi piace lamentarmi », disse col tono più candido che gli riuscì di trovare. Minho gli diede uno spintone e scoppiò a ridere.

Il tuo nome sul mio polso - NewtmasМесто, где живут истории. Откройте их для себя