XI

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Sorse l'alba del 31 Dicembre. Il sole seguì il suo percorso nella volta del cielo e Thomas osservò i numeri sullo schermo del suo cellulare mutare e scambiarsi di posto con il passare delle ore, l'ansia che gli lambiva lo stomaco con i suoi freddi baci. La sera discese sulla città, carezzando le strade con le sue pallide dita adorne di stelle. La luna era distesa contro lo sfondo buio, falce eterea e sottile. Ogni tanto una nuvola le passava dinanzi, celandola alla vista per quanto si poteva. La sua luce immortale non soffocava mai del tutto.
Thomas cenò con suo padre. Quello fu il primo capodanno che passò da solo con lui. Si sentì triste e pervaso da una malinconia opprimente, ma sorrise e allo scoccar della mezzanotte lo strinse a sé per dargli gli auguri. Una lacrima sfuggì alla presa delle sue ciglia, ma suo padre non sembrò accorgersene; se lo fece, non diede alcun segno di averla vista.
Teresa passò a prendere Thomas a mezzanotte passata, il corpo esile avvolto in un abito rosso, le labbra dipinte e i capelli lasciati liberi sulle spalle di porcellana. Salutarono George e si infilarono in auto, stringendosi nei cappotti a causa del freddo pungente.
Thomas si allacciò la cintura, sbuffando e scuotendo il busto per scaldarsi. Teresa gli lanciò un'occhiata di sottecchi e gli chiese di indicarle l'indirizzo di Brenda. Thomas le aveva mandato un messaggio per assicurarsi che fosse pronta: ovviamente lo era. Doveva aver trascorso la giornata con indosso la stessa ansia che Thomas sentiva dentro di sé.
« Posso? », chiese il ragazzo, indicando con un dito lo stereo spento. Teresa annuì e lui infilò nel dispositivo un CD scovato nel vano portaoggetti: era un mix di canzoni che Teresa aveva ricevuto nel giorno di San Valentino da un ammiratore, un ragazzo a sua detta stupido, ma con buoni gusti musicali.
Le casse cominciarono a diffondere le note di Another Love di Tom Odell.
« Anno nuovo, vita nuova! », trillò Teresa, abbassando il volume della radio. « Basta piangere sugli amori sbagliati! Anzi, basta piangersi addosso! Quest'anno sarà migliore, me lo sento, Tom ».
Thomas scosse la testa, le labbra piegate in un mezzo sorriso. Quante volte si erano ripetuti quella bugia?
« Lo spero, Tes. Ce lo meritiamo ».
Arrivarono di fronte a casa di Brenda e Teresa fermò l'auto nel vialetto. Thomas si slacciò la cintura. « Vado a fare gli auguri. Vieni con me? »
« No, ti aspetto qui ». Teresa tirò fuori il cellulare dalla pochette e lo sbloccò con le lunghe dita. Gettò un'occhiata a Thomas, ancora immobile sul sedile, lo sguardo puntato sul suo volto, e aggrottò le sopracciglia. « Vai, muoviti! », sbottò e lui trasalì.
« Sì, scusa ». Thomas ridacchiò e aprì la portiera. Il vento freddo gli sferzò il viso l'attimo dopo, costringendolo a incassare la testa nelle spalle e nel colletto del cappotto. Infilò le mani in tasca e si avviò verso l'ingresso della casa camminando a testa bassa. Bussò alla porta, attese alcuni secondi e sua madre venne ad aprirgli.
« Thomas! », cinguettò Abigail, gli occhi lucidi e brillanti contornati di ombretto dorato. Anche il vestito che indossava era dorato e scintillava di migliaia di glitter sotto le luci dell'ingresso. La donna strinse suo figlio tra le braccia e gli baciò le guance.
« Tanti auguri! »
« Anche a te », rispose Thomas, arrossendo. Entrò in casa e si richiuse la porta alle spalle, rabbrividendo. « Brenda è pronta? C'è Teresa che ci aspetta in macchina ».
« Perché non l'hai invitata ad entrare? » Sua madre gli lanciò un'occhiata di rimprovero e lo guidò lungo il corridoio che conduceva in cucina. « Brenda è pronta. Benda! », la chiamò.
« Arrivo! », gridò la ragazza dal piano superiore. Thomas udì dei passi sulle scale e si aspettò di vederla scendere, ma quello che si ritrovò di fronte fu Jorge, sorridente e vestito di tutto punto.
« Hermano, buon anno! », gli disse, stringendolo in un mezzo abbraccio.
Thomas ricambiò gli auguri e lasciò vagare lo sguardo dall'abito di lui a quello di sua madre. « State uscendo? », chiese, inarcando le sopracciglia.
Abigail sorrise e si ravviò una ciocca di capelli. « Non siete mica gli unici che possono divertirsi a capodanno ».
« Tranquillo, hermano », Jorge gli fece l'occhiolino, « la riporterò a casa sana e salva ».
Abigail rise. « Sarò io a vigilare su di te, stasera, non il contrario ».
Thomas annuì. « Ha ragione ».
« Tua madre ha sempre ragione ».
« Anch'io ho sempre ragione », si intromise Brenda, entrando in cucina. Era vestita di nero e truccata in modo leggero. Ai piedi portava scarpe col tacco che le impedivano di camminare senza dare l'impressione che stesse per cadere da un momento all'altro. Thomas le sorrise e si fecero gli auguri in un fugace scambio di abbracci e rapidi baci.
« Dobbiamo muoverci, Teresa ci aspetta in macchina », le disse lui.
« Prendo il cappotto e andiamo ».
Sulla soglia, Brenda strinse a sé il braccio di Thomas e lo guardò dritto negli occhi con una serietà che le indurì i tratti del volto. « Tienimi », gli disse. « Se cado a causa degli aggeggi infernali che porto ai piedi, ti trascino con me nel fango ».
« Perché hai messo i tacchi se non sai neanche portarli? »
Brenda arrossì. « Imparerò con la pratica. Non può essere così difficile, lo fanno tutte ».
Quando raggiunsero l'auto di Teresa, la ragazza bloccò il suo cellulare e si voltò verso di loro, sorridendo. « Ciao », disse, rivolta a Brenda, « e auguri. Io sono Teresa, la migliore amica di Tom ».
Brenda chiuse la portiera dell'auto e allungò una mano attraverso i sedili anteriori per stringere quella tesa dell'altra ragazza.
« Auguri anche a te! Piacere, io sono Brenda », disse, ricambiando il sorriso. « Grazie del passaggio ».
« Ah, di niente, figurati ». Teresa la liquidò con un cenno della mano e mise in moto l'auto.

Il tuo nome sul mio polso - NewtmasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora