XII

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Una serie di tonfi giunse alle orecchie di Newt e Thomas e i due ragazzi scattarono a sedere, gli occhi sgranati.
« Chi diavolo si è chiuso nella mia camera? », gridò una voce maschile dall'esterno. Seguirono altri colpi secchi contro il legno. « Aprite subito! »
« Cacchio, è Ben ». Newt afferrò la propria biancheria dal pavimento e cominciò a vestirsi. Thomas lo osservò con occhi spenti mentre si infilava i boxer su per le gambe magre e poi si chinava a raccogliere i suoi pantaloni.
« Cosa guardi, testa di caspio? », lo apostrofò il ragazzo biondo, tirandosi su la zip. Si guardò intorno alla ricerca della sua camicia, ma trovò la maglietta di Thomas e gliela lanciò contro. « Devi muoverti », gli sibilò, mentre l'altro annaspava per liberarsi il viso da quella trappola di stoffa che gli era piovuta addosso.
L'ennesimo colpo contro la porta costrinse Thomas a riacquistare lucidità: si alzò in piedi e si vestì in fretta, cercando di contrastare il dolce torpore che gli annebbiava la mente. Si sedette sul bordo del letto per infilarsi i calzini.
« Ben, ma che succede? », chiese una seconda voce dall'esterno della camera.
« Chi cazzo c'è nella mia stanza? », gridò Ben in risposta, battendo un palmo contro il legno.
Newt prese un profondo respiro. « Ben, che cacchio ti urli? »
I colpi si arrestarono. « Newt? », chiese il padrone di casa. « Perché ti sei chiuso nella mia stanza? Ti avevo detto di non lasciarci entrare nessuno ».
Newt indirizzò un'occhiata obliqua a Thomas, che ricambiò il suo sguardo con incertezza. « Mi serviva un posto tranquillo in cui parlare e le altre stanze erano tutte occupate ».
« Come no. Con chi cazzo stai? »
« Un amico », disse, poi si rivolse a Thomas, la voce ridotta a un sussurro affinché nessun altro lo sentisse: « Hai messo la maglietta al contrario ».
Thomas arrossì. « Merda », borbottò e le labbra di Newt si curvarono in un mezzo sorriso. Il ragazzo si guardò intorno alla ricerca di qualunque dettaglio fuori posto, ma non sembrava essere rimasto nulla da sistemare. Quando Thomas fu di nuovo presentabile, aprirono la porta: Ben e un ragazzo moro, che Thomas riconobbe come quello che li aveva fatti entrare in casa poche ore prima, li attendevano nel corridoio. Gli occhi dell'ospite erano venati di irritazione, mentre quelli dello sconosciuto mandavano lampi di curiosità. Thomas abbassò lo sguardo e li superò senza dire nulla; non si fidava della propria voce e dubitava delle sue sinapsi, ancora scombussolate dall'incontro a cui le pareti della camera che stava lasciando avevano assistito. Sentì Newt propinare a Ben delle scuse. « Ti spiego dopo », gli stava dicendo.
« Dubito di volerlo sapere ».
Newt raggiunse il fianco di Thomas ed entrambi si lasciarono alle spalle il corridoio. Stavano per avvicinarsi a Minho e Brenda, che parlavano in un angolo del salone, quando lo sconosciuto dai capelli neri richiamò la loro attenzione. Un ghigno increspava le sue labbra piene e una scintilla di malizia accendeva i suoi occhi verdi. « Newt, hai dimenticato questa ». Gli porse una cintura sottile e, senza abbandonare l'espressione sorniona, tornò indietro, dicendo: « Immagino che fosse troppo stretta e ti impedisse di parlare bene ».
Newt si passò una mano tra i capelli e, senza guardarlo, allungò la cintura a Thomas, che l'afferrò sentendo le orecchie in fiamme per l'imbarazzo.

Gally e Teresa fecero capolino dal corridoio e si avvicinarono a Thomas, Newt, Minho e Brenda, seduti in cerchio. La ragazza rivolse loro un sorriso entusiasta. « Andiamo a vedere l'alba dell'anno nuovo? », chiese.
« Conosco un posto da cui è possibile vederla », aggiunse Gally. « Non è neanche così lontano ».
« Gally, hai battuto la testa? » Minho gli rivolse un'occhiata carica di apprensione. « Non sai neanche come siano fatte le stelle e all'improvviso decidi di andare a vedere l'alba ».
Gally incrociò le braccia sul petto e aggrottò le sopracciglia. « Se hai finito di dire stronzate, testa di caspio, possiamo anche andare. Saranno cazzi miei quello che voglio fare, no? »
« L'ho convinto io », precisò Teresa, saltellando sul posto. Thomas osservò il suo volto: aveva le guance arrossate e gli occhi lucidi; doveva aver bevuto.
« Non ho mai visto l'alba », confessò Brenda. Tutti si voltarono verso di lei, che arrossì appena e alzò gli occhi al soffitto. « Non fissatemi in questo modo, ragazzi, è inquietante ».
« Non hai mai visto l'alba? » Minho le rivolse un mezzo sorriso. Thomas fu costretto a distogliere lo sguardo. C'era nelle iridi del suo migliore amico una dolcezza così intima da dover restare confinata nell'incontro di due sole anime e lui non era tra queste.
« Allora? » Teresa spostò il peso da un piede all'altro. « Se voi non venite io e Gally ci andiamo lo stesso ».
Thomas si lasciò sfuggire una risata. « E chi ci riaccompagna a casa? »
« Ci torni a piedi a casa ».
« Posso accompagnarti io », si intromise Newt, inarcando un sopracciglio. Thomas incrociò i suoi occhi scuri per un attimo, prima di guardare altrove, arrossendo. Rivedeva, nella sua mente, quegli stessi occhi che lo osservavano da un punto preciso tra le sue gambe...
« Tom? Tooom ». Teresa gli schioccò le dita davanti agli occhi e lui si riscosse. Lanciò un'occhiata a Newt, ma l'altro ragazzo era impegnato a versarsi da bere e non sembrò notarlo.
« Cosa? »
« L'alba. Sì o no? »
« Ovviamente sì », disse Minho, alzandosi in piedi. Tese una mano a Brenda per aiutarla a fare altrettanto e si voltò verso il suo migliore amico. « Tu che fai, Newt? Vieni? »
« Sicuro ». Lanciò un rapido sguardo a Thomas e si leccò le labbra. « L'ultima volta che ho visto l'alba è stato al compleanno di Jeff ».
Minho scoppiò a ridere. « Era così fatto che non credo se lo ricordi ».
« Penso che sia meglio così. Se non lo avessimo tirato fuori dall'auto di quel tipo sarebbe carne per i vermi, ormai ».
« Dai per scontato che fosse un assassino ». Minho scosse la testa.
« L'espressione da serial killer ce l'aveva ».
« Più da maniaco che da serial killer. Andiamo a salutare Ben e lasciamo questo mortorio, pive ».
Newt si grattò la nuca. « Salutalo tu da parte mia. Digli che passerò di qui prima della partenza ».
« Come ti pare ». Minho si strinse nelle spalle e guardò Brenda, che gli stava accanto. « Vieni? »
« Sì ».
« Vengo anch'io », disse Gally e li seguì mentre si allontanavano verso la porta che dava accesso al corridoio. Ben era in una delle altre stanze. Thomas si chiese cosa stesse facendo; aveva sentito gente ridere e gridare oltre le porte chiuse, ma non aveva dato un'occhiata all'interno di nessuna di esse.
Newt si schiarì la voce. « Io vi aspetto in macchina, allora ». Senza dare né a Thomas né a Teresa il tempo di replicare, si allontanò. A Teresa bastò un istante per ritrovare le parole. « Cosa diavolo è successo tra voi due? »
Thomas si morse l'interno della guancia: se l'era aspettato. Chissà come, Teresa riusciva a capire sempre tutto. « Non è successo niente », mentì.
Teresa assottigliò lo sguardo e i suoi occhi azzurri si puntarono in quelli di Thomas, scrutandoli a fondo alla ricerca di qualunque indizio. « Dove sei stato durante tutta la serata? »
« In giro ». Thomas si sporse in avanti e occhieggiò la porta che dava sul corridoio. Dov'erano finiti gli altri?
« Con chi? » Teresa gli si avvicinò. « Eri con Newt », sentenziò infine. Il suo tono non lasciava spazio a dibattiti sull'argomento. « Che avete fatto? »
« Abbiamo - ». Thomas si interruppe.
« Cosa? »
Thomas alzò lo sguardo. Teresa sbarrò gli occhi e indietreggiò di un passo, prima di riavvicinarsi al suo migliore amico e artigliargli l'avambraccio con le lunghe dita affusolate. « Avete...? »
« Non chiedermelo ». Thomas si passò una mano sul volto e tra i capelli scuri. Aveva voglia di urlare: cosa diavolo gli era passato per la testa? C'erano limiti che si era posto per una ragione e li aveva superati tutti a causa di Newt.
« Com'è successo? »
« Credo che tu sia abbastanza grande da conoscere la risposta a questa domanda senza che io ti riveli i dettagli ».
« Non fare lo stronzo, sai cosa intendo. Non volevi aspettare la tua anima gemella e indossare nel frattempo una cintura di castità di metallo? »
« Non ne ho trovata una della mia misura, Tes, possiamo parlare d'altro? »
« Ovviamente no! » La ragazza aumentò la stretta sul braccio del suo migliore amico. « Che hai intenzione di fare? »
« Non lo so ».
« Che significa che non lo sai? »
« In realtà vorrei fuggire in Messico e far disperdere le mie tracce ».
« Sei esagerato. Non lo hai mica messo incinto ». Teresa si fermò per un istante, poi scoppiò a ridere per la sua stessa battuta. Piegò la testa all'indietro e lasciò andare Thomas per battersi la mano contro le gambe celate dal vestito. « Non l'avrete mica fatto senza le protezioni? », trillò ancora tra le risate, strizzando gli occhi. « Io un bambino con i tuoi geni e quelli di Newt non voglio neanche immaginarlo ». Una lacrima le sfuggì lungo la guancia e lei l'asciugò con un unico movimento della mano. Riprese fiato e sospirò, tenendosi la pancia.
Thomas la fissava, impassibile. « Cosa ti hanno dato da bere mentre non c'ero? »
« Non sono ubriaca ». Teresa incrociò le braccia sul petto. « Ho bevuto sì e no due drink e poi non stiamo parlando di me. Mi devi una spiegazione ».
Thomas fece una smorfia e scosse la testa. « Io non ti devo nessuna spiegazione e comunque non siamo arrivati a - », sbuffò, alzando gli occhi al soffitto, « a quello ».
« Risparmiami i dettagli tecnici ».
Thomas si nascose la testa tra le mani. « Credo di essermi innamorato di lui », mugugnò tra le dita. « Questo era tutto ciò che volevo evitare che accadesse e invece è successo ».
Lo sguardo di Teresa si addolcì. Strinse Thomas tra le braccia, lasciando che il ragazzo le poggiasse la fronte sulla spalla. « Ci sono cose peggiori di essere innamorati, Tom ». Gli accarezzò la schiena con una mano. « So che sei spaventato, ma non puoi continuare a nasconderti sperando che ciò che provi si dissolva nel nulla ».
« Perché no? »
« Perché temo che non funzionerebbe ».
« Noi ci allontaniamo per un attimo e al nostro ritorno ci ritroviamo nel più triste degli episodi di O.C. ». La voce di Minho li interruppe e Thomas e Teresa si separarono. Il ragazzo alzò le mani, inarcando un sopracciglio. « No, no, continuate pure. Adoravo O.C. ».
Gally distolse lo sguardo e si sfilò il cellulare dalla tasca dei jeans. « Ci muoviamo o l'alba la guardiamo da questo caspio di appartamento? »
Il gruppo di ragazzi si avviò lungo le scale dell'edificio. Quando furono all'esterno, raggiunsero Newt che li aspettava accanto alla sua macchina, una sigaretta morente stretta tra le labbra. « Io non vengo », disse quando gli altri furono abbastanza vicini da sentire la sua voce. « Ho cambiato idea. Sono stanco ».
« Che? »
« Hai capito, Minho ».
« Lo troviamo noi un modo per farti passare la stanchezza, pive », tentò di convincerlo Gally, ma Newt si strinse nelle spalle e scosse la testa. Gettò il mozzicone di sigaretta ai suoi piedi e lo calpestò fino a soffocare ogni sua scintilla. « Vi divertirete anche senza di me. Ci vediamo in settimana ».
Minho lo trattenne per un braccio. « Non ci puoi mollare così », si lamentò. « Non hai neanche conosciuto Brenda, vi siete scambiati mezza parola. Non esiste che il mio migliore amico non conosca la mia anima gemella. Io conosco - ». Newt gli lanciò uno sguardo feroce e Minho si interruppe, scrollando le spalle. « Vieni e basta. Hai tutta la vita per fare la nonnetta che resta a casa a filare ».
« Minho ha ragione », disse Teresa, incrociando le braccia sul petto. Newt le dedicò uno sguardo fugace, prima che i suoi occhi scuri si posassero su Thomas. Lui abbassò la testa.
« Sono stanco. Caso chiuso ». Newt si divincolò dalla stretta del suo migliore amico e salì nella sua auto. « Godetevi l'alba anche per me ».
« Neanche per sogno », gli gridò dietro Minho, le mani sui fianchi e gli occhi ridotti a due fessure. « Traditore! »
Newt si limitò a ridacchiare. Mise in moto la sua macchina e si allontanò.

Il tuo nome sul mio polso - NewtmasWhere stories live. Discover now