La scelta

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Lucem seguì Mefesa per i lunghi corridoi del palazzo, ben intenta a non calpestare lo strascico del vestito della Regina.
Tutto in quel luogo era caldo e accogliente; dalle pareti variopinte ai pavimenti in moquette; dalle tende di colori sgargianti agli abiti della popolazione. Perfino le guardie avevano un non so ché di "grazioso" ed estroverso.

Certamente non aveva nulla a che fare con la rigida e classica eleganza alla quale era stata abituata nella sua dimora. Lì, tutto era così panna e avorio, grigio perla e bianco; il colore più vivo che avesse mai visto in casa sua era il marrone, e ciò era tutto dire.
In realtà aveva spesso pensato che il tutto delineasse ed enfatizzasse le figure dei suoi genitori: erano talmente posati, che neanche un macigno in testa li avrebbe sconvolti più di tanto.

Sorrise. Quei pensieri la portavano sempre a riflettere sul fatto che, nonostante tutto, aveva sempre presupposto di essere la pecora nera in quella casa.
Lei era così diversa da tutta la famiglia, in cuor suo sentiva di avere radici diverse; ma l'avevano addomesticata a dovere, almeno fino a quando la sua parte primordiale non era emersa, rivelando una ragazza pronta finalmente a prendere in mano le redini del suo destino.

Mefesa si accorse di quel cambio di umore, e se ne domandò il motivo.

La osservò.

Non c'era nome più appropriato per una simile creatura: nonostante i suoi caratteri scuri, emanava una certa luminosità. L'avrebbe potuta riconoscere tra miliardi di fate e umani, ne era certa.

- "Per quanto tempo sei stata nella dimensione terrena?"

Decise di interrompere il silenzio, così Lucem si riscosse dai suoi pensieri. Era ora di affrontare quella nuova realtà.
Una sola domanda la tormentava: poteva essere sincera con lei?
Qualcosa le disse che si, poteva, nonostante Aspen le avesse proibito di rivelarsi ad alcuno.

- "Ho passato la mia intera esistenza tra le braccia dei mortali, ignorando totalmente le mie vere origini. Ho capito chi fossi solo quando ho visto Aspen e Kaidon; ho sentito di appartenere loro."

La Regina sembrò soddisfatta della risposta, tanto che annuì calorosamente, ma ancora non aveva capito se le sue supposizioni fossero esatte.

- "Hai sentito di appartenere ad entrambi o, nel profondo, hai sentito di appartenere ad Aspen, Lucem?"

La domanda era stata posta in modo molto diretto, non avrebbe potuto aggirarla facilmente. Il nome era stato annunciato appositamente, perché solo chi lo deteneva poteva riconoscerlo, ed una fata ignorante non avrebbe di certo conosciuto la profezia.

Lucem si sentì nuda, oramai allo scoperto. Lei sapeva, e nonostante ciò non l'aveva ancora attaccata. Possibile che l'avesse accettata? O stava solo cercando di allontanarla il più possibile per farla uccidere?

Nonostante volesse mentire, c'era ancora quel profondo e insensato presentimento di fiducia, e fu proprio quello a guidare le sue parole, senza che lei potesse avere influenza sul proprio pensiero.

- "Sono legata ad Aspen mia Regina. Da ciò che mi hanno detto, a quanto pare, sono la sua promessa metà. Mi spiace aver mentito a tutti, ma mi hanno assicurato che sarebbe stata la cosa ideale."

Mefesa annuì, diventando di colpo silenziosa. Ora che era certa di chi avesse davanti, i corridoi non erano più un posto sicuro; allo stesso tempo, però, non voleva spaventarla trascinandola nelle sue stanze.

- "Ascoltami bene, mia Primizia. Se ora ti chiedessi di venire con me, accetteresti senza far domande? Non voglio farti del male."

Ora che aveva dato voce ai pensieri di Lucem, quest'ultima si ritrovò ad essere ancora più titubante.
Se l'avesse seguita in un posto lontano, non avrebbe mai e poi mai potuto chiedere aiuto.

In fondo, però, se l'era cercata; non avrebbe dovuto svelare la sua identità alla prima persona a caso, sebbene fosse la Regina in persona.

Annuì dubbiosa, sperando nella bontà della donna che si ritrovava dinnanzi.

La Regina, capendo molto bene le paure che tormentavano la giovane, decise di darle un segno della sua buona volontà, nonostante non fosse tenuta a farlo.

Intrecciò le dita nella sua intricata acconciatura, e ne estrasse un fermaglio grande almeno quanto il suo stesso indice. L'oggetto era d'oro, e sulla superficie erano state incise quelle che, pensò Lucem, dovevano essere le sue iniziali.

Glielo porse.

- "Nascondilo in un posto intimo. Ci sono ben due motivi per cui sento di dovertelo donare: il primo è che, se dovessi farti del male, sistemandoti per la funzione lo troverebbero, e così facendo troverebbero la responsabile; il secondo motivo è che questo grazioso oggetto è intriso di magia. Funge infatti da amuleto a salvaguardia della propria incolumità. Come vedi non sono seguita da guardie, dovrò pur avere qualche asso nella manica."

Lucem ci pensò su un po', e ricordò che gran parte di ciò che diceva doveva esser vero per forza di cose, ma un ulteriore dubbio ancora persisteva.

- "E se trovandolo, invece, pensassero che io l'abbia rubato e che quindi sia stata legittima difesa?"

La Regina la guardò stupefatta. Era ormai certa di non avere a che fare con una sciocca e civettuola ragazzina, bensì si trattava di una donna riflessiva, accorta nei dettagli. Chi mai, tra le sue ancelle, avrebbe rifiutato un oggetto talmente ricco e potente? Ciò, tuttavia, non la rendeva restia a riporre fiducia nel prossimo.
Era proprio come la profezia l'aveva descritta, e non poteva sperare in un futuro migliore, in un successore migliore di lei.

- "Puoi fidarti di una donna che vuole solo aiutarti?"

Non gliel'aveva imposto, eppure avrebbe potuto. Non si era definita sua regina, ma semplice donna.
Furono questi piccoli dettagli a far annuire in automatico la giovane Lucem.

Ora che anche la Regina conosceva il suo segreto, non le restava che affidare il proprio destino nelle sue mani.
Non sapeva se era una cosa buona o meno, ma era certa del fatto che, almeno, ne avrebbe saputo di più sul suo conto; e chi meglio della donna più istruita del regno poteva illuminarla sui suoi doveri?

Neanche un giorno in quella dimensione e già aveva trovato un'alleata; forse la più potente tra i possibili alleati. In fondo, non stava andando poi così male.

Ma, quello che la giovane ancora non aveva appreso dalla vita, era che cantar vittoria prima della fine della guerra era di cattivo auspicio.

Arisalve!
Finalmente la Regina si è fatta avanti.
Avere un'alleata in questo popolo di cattivi soggetti, non può che essere buono.
Ancora, però, Lucem non ha fatto i conti col Re e con l'intera popolazione!
Sebbene la Regina sia potente, è già stato chiarito il fatto che, in parole povere, ognuno guarda il proprio.

Cosa accadrà? Vi piace la storia fino ad ora?

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Fatemi sapere, ve ne prego! Altrimenti impazzirò nel dubbio c.c non siete obbligati a votare, vi chiedo solo un parere onesto e sincero sulla storia!
Certo è che se vi venisse in mente di votare, non mi farebbe schifo! *faccinainnocente*

Un abbraccio,
Naïve

P.s. In alto la Regina Mefesa!

Lucem - The Prince  ~  Libro I (#Wattys2016)Where stories live. Discover now