Potere al popolo!

27 4 4
                                    

Xelyn corse giù per la lunga scalinata del castello, giungendo nell'ampia sala. Il clangore delle spade creava un forte trambusto, tanto da coprire quasi totalmente le urla di dolore dei caduti che, via via, aumentavano in modo esponenziale.
Il Re cingeva per la vita Lucem, mentre le puntava l'affilata e lucente spada alla gola.

Il servo tremò da capo a piedi. Il suo era un animo dolce, gentile; mai aveva affrontato le barbarie della guerra, né mai aveva ucciso un uomo. In quel momento ricordò il buffo e amorevole volto della madre mentre gli raccontava delle Dimensioni in cui aveva vissuto, e quando, da piccolo, gli rimboccava le calde coperte che creava con la lana delle Chimere dell'accampamento. La madre era morta, anch'ella durante quella maledetta Guerra dei Troni.
Voleva forse morire anche lui? Folle! Ricordava bene lo sguardo vacuo, mentre i suoi cari esalavano l'ultimo respiro.

Poi un volto rigato di lacrime si fece strada tra i suoi pensieri. Mefesa. Se in quel momento lui si fosse tirato indietro, avvantaggiando così il Re, che fine avrebbe fatto lei? Se fosse sopravvissuta, tra l'altro, l'avrebbe tacciato d'infamia, rinnegandolo per l'eternità.

Morte o dolore eterno?

L'amore per Mefesa superò quello per se stesso, di questo ne era ormai certo.

Con uno slancio si fiondò tra i combattenti, roteando la spada con incredibile maestria - la fortuna dei principianti, pensò - fino a giungere in prossimità di Lucem. Vedere una giovane pura e innocente un attimo prima, fiera e guerreggiante l'attimo dopo, gli provocò una scossa che partì dal basso della spina dorsale. Se mai Mefesa avesse abdicato o nel peggiore dei casi fosse morta, nessuno meglio di Lucem avrebbe potuto ricoprire quel ruolo.

La giovane si era liberata dalla stretta del Re grazie ad un colpo ben assestato nelle parti basse, e approfittando del dolore riuscì a rifilargli due montanti, che lo misero momentaneamente KO.

Xelyn, desideroso di far coppia con lei in battaglia, si avvicinò ancora di più per parlarle, ma evidentemente non venne riconosciuto, poiché la ragazza iniziò a correre nella sua direzione con aria minacciosa.

- "Principessa ferma! Sono Xelyn! Sono un amico!"

Lucem si fermò giusto il tempo per ispezionarlo.
I medi capelli castano chiaro erano sbarazzini, e coprivano un volto affascinante e avvenente. Gli occhi erano di un caldo color miele, le labbra strette ma perfettamente delineate, i denti candidi. La sua muscolatura era quasi inesistente.
Non avrebbe voluto fidarsi, ma poi l'immagine di costui mentre sorrideva ad un suo strano ordine venne a galla.

- "Da che parte stai tu?"

Fare domande dirette e schiette era il modo migliore per assicurarsi la verità da parte delle Fate.

- "Da quella di Mefesa." - disse l'uomo, arrossendo leggermente.

Lucem nel frattempo aveva recuperato la spada ed era riuscita ad uccidere un paio di guardie che avevano tentato di ucciderli.

Mefesa. Non l'aveva chiamata Regina, e tanto meno era rimasto freddo nel pronunciare quel nome.
Si era così abituato a dichiararle amore nella sua mente, che ora si esprimeva come se avesse una forte intesa con la donna.

Lucem sorrise.

- "Non sei pratico del combattimento, vero? Durante le tue profonde riflessioni saresti morto ben quattro volte, se non avessi ucciso io stessa le guardie."

Xelyn non fece in tempo a rispondere, poiché il suono di un corno si propagò, violento e indomito.

Aleysha voleva richiamare l'attenzione di tutti, e ci era riuscita perfettamente.

Lucem - The Prince  ~  Libro I (#Wattys2016)Where stories live. Discover now