L'inizio della fine

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Kaidon, spazientito, guardava Lucem affannarsi per cercare la sua pietra.
Possibile che quella donna non sapesse dove si trovava?
Forse qualcuno era giunto prima di loro, impossessandosene; o forse la ragazza giocava d'astuzia.

Riprese gli appunti. Se mai vi fosse stato qualche avvertimento, si sarebbe prima o poi svelato anche ai suoi occhi, ma nulla; era certo non si trattasse neanche di lingua umana, visto che aveva avuto modo di essere istruito nel modo più impeccabile sin dalla sua tenera infanzia.

Il tramonto stava ormai giungendo, ed era certo che l'incantesimo di invisibilità non avrebbe retto ancora per molto; così, vista la disperazione derivante dalla sua fretta, decise di stravolgere i piani, rivelandosi per ciò che realmente voleva.

Si avvicinò pian piano alla giovane, attento a non destare sospetti, e, posizionatosi dietro di lei, sfoderò la sua arma per puntargliela alla gola.

Lucem bloccò di colpo la sua finta ricerca e, attenta a non compiere gesti sconsiderati, alzò le mani in segno di resa. Provò a voltarsi verso Kaidon, ma questi, non volendo correre pericoli, strinse la sua presa su di lei a mo' di avvertimento.

- "Principessa, o forse dovrei dire povera illusa; trova quella dannata pietra, o non passerai neanche la notte."

Il respiro di Lucem aumentò, ma era l'unico segno evidente della sua agitazione. Del resto, qualcosa le aveva suggerito di temporeggiare, aspettandosi già da tempo il peggio.

- "Cosa ti turba, Kaidon? Pensi potremmo essere scoperti? O forse vuoi uccidermi per puro divertimento, rischiando così la tua stessa vita?"

Kaidon rise, ma questa volta il suono giungeva tetro alle orecchie della ragazza.

- "Sei una povera stolta se pensi che io metta in gioco così facilmente la tua vita. Al castello c'è chi mi ha promesso molto di più del tuo giovane Aspen, e io gli ho giurato fedeltà. Ora, trova quella pietra."

Lucem, pervasa da un senso di angoscia, fece quello che mai si sarebbe aspettata di poter fare: gettando la testa indietro con impeto, prese di netto il naso del comandante delle truppe, provocandogli una probabile rottura.
Kaidon, che aveva la vista annebbiata dal dolore, allentò la presa, dando così modo a Lucem di allontanarsi un po' di più.

Il piano avventato di Lucem sembrava funzionare, così si diresse verso la parete adibita a libreria, riappropriandosi della pietra; ma appena andò verso la grande finestra per fuggire, le altre due guardie le sbarrarono la strada.

Kaidon si posizionò dietro di lei, ancora dolorante.

- "Pensi che a qualcuno possa importare della tua miserabile vita? Certo, se aveste rivelato al regno intero la tua identità, a quest'ora qualcuno vi avrebbe avvertiti, ma così non è, poiché mi sono premurato di mettere discordie tra il popolo e il Principe. La tua morte non nuocerá a nessuno. Per il popolo sarà un delitto d'amore, solo i reali sapranno la verità, ma nessuno, a quel punto, potrà fare qualcosa. Ora, dammi quella dannata pietra, infame!"

Il trambusto provocato da tutti quegli spostamenti e quelle grida non passarono inosservati nella reggia; c'era chi, infatti, si stava già armando a dovere.
Lucem questo non lo sapeva ancora, ma nonostante ciò cercò di temporeggiare ulteriormente, sperando in un colpo di fortuna.

Avendo ben tre spade fatate puntate in altrettante parti vitali del corpo, le risultò abbastanza difficile pronunciare parola.

- "Chi è che mi desidera morta? Vorrei almeno sapere questo, prima di abbandonare la vita."

Kaidon, visibilmente infastidito, le concesse quest'ultima domanda; sebbene fosse un malvagio, era pur sempre certo della sua vittoria. Che male avrebbe mai fatto infliggerle un'ulteriore stilettata interiore?

Lucem - The Prince  ~  Libro I (#Wattys2016)Where stories live. Discover now