Come un mantra

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Lucem e Lohana si incamminarono verso il castello. Vista l'ora tarda e le ultime cose accadute, nessuna delle due sembrava propensa al dialogo.
La luna, piena e alta nel cielo, rischiarava quelle vie secondarie che parevano essere state dimenticate da qualsiasi divinità, dando loro modo di orientarsi nella via di ritorno.

Si erano congedate in modo freddo e frettoloso dalla terra dei Saggi, sebbene Lohana fosse prima passata dal Grande Tempio per ringraziare la Luce; era uso dei Saggi, infatti, pregare questa specie di divinità.
La Luce era ciò che guidava nel buio, la forza per sconfiggere le tenebre, la materia prima della Magia Bianca, l'unico nutrimento per l'animo. Chiunque avesse avuto un minimo di senno si sarebbe dovuto sentire in obbligo di pregarla; eccetto Lucem.

Sebbene fosse passato ormai del tempo da quando era stata trascinata nel Regno delle Fate, non aveva ancora perso i più semplici usi e costumi degli umani. Ad esempio era solita inchinarsi alla sera e pregare il suo Dio, ricercava la più moderna tecnologia - nonostante le Fate disponessero solo di oggetti naturali - e sperava di mangiare solo le cose a lei conosciute. Erano molte le cose che le mancavano della sua dimensione, ma pian piano cercava di inserirsi al meglio in quella nuova realtà.

Una volta attraversato il portale, la tensione iniziò a smorzarsi. Entrambe erano consapevoli della bomba ad orologeria che si era innescata, pronta ad esplodere, ma ciò non avrebbe tolto loro la voglia di vincere.

- "Secondo te Aspen sta bene o ci hanno solo ingannate?"

Lohana espirò tutto il fiato che aveva in corpo.

- "I Saggi non mentono. Potrebbero, ma non lo fanno. Tuttavia hanno sempre un fine."

Lucem conosceva bene quel fine. Loro volevano il Re Aaron e Kafas morti, e ad ucciderli avrebbe dovuto pensarci lei.

- "Eri seria quando parlavi di mia madre? Secondo te ha davvero la formula ancora?"

Questa volta Lohana la guardò dritta in faccia. Non tollerava che la sua protetta pensasse che fosse proprio lei a mentire.

- "Io ti ho cresciuta, questo non dimenticarlo mai. Ora ricopri un nuovo ruolo, ma per me non è cambiato nulla. Il sentimento che provo è sempre lo stesso, è sempre incrollabile, e non voglio essere messa in discussione in questa storia. Ho protetto per troppi anni tua madre, Lucem...ma col tempo ha finito col fare il suo di bene, dimenticando il tuo. Se solo ti avesse istruita com'era suo dovere tutto ciò non sarebbe accaduto; ma per lei non era mai il momento adatto.
Ecco il perché dei giuramenti, delle menzogne: lei aveva paura di perderti."

Il discorso lasciò dopo di sé un vuoto incolmabile. Quelle poche parole erano bastate a scuotere Lucem nel profondo, a turbarla, di nuovo. Avrebbe voluto vivere di egoismi e gridare vendetta, ma non era tutto così semplice da elaborare e capire. La comprensione viene sempre dopo la rabbia - si ripeté la giovane come fosse un mantra - e così provò a cercare il percorso più razionale.

- "In cosa speri Lohana? Cosa vorresti cambiare?"

La guardiana emise un amaro risolino, visto che erano anni che non le chiedeva nessuno qualcosa di così intimo.

- "Avrei voluto cambiare tante cose Lucem. Ad esempio, se quel giorno oramai lontano Aaron non ci avesse traditi, a quest'ora avrei un fratello, dei genitori, una famiglia. Ma ho imparato che le cose vanno come devono andare, sai? Se non ci avesse traditi non avrei mai scoperto la sua reale natura, lasciando immutata l'immagine eterea che mi ero creata di lui. Ero una sorella innamorata, lui per me era tutto; ma questo episodio ha sconvolto la mia intera vita, oltre a quella di tutto il Regno delle Fate si intende. In più non avrei mai conosciuto te."

La guardò intensamente, ma Lucem distolse nell'immediato il suo sguardo.

- "Forse ti saresti risparmiata molti doveri."

Lucem - The Prince  ~  Libro I (#Wattys2016)Where stories live. Discover now