Lucem - The Prince ~ Libro I (#Wattys2016)

Ad Inferum

L'ombra vagava rapidamente in quelle terre oscure e selvagge, nessuno poteva sospettare di lei, né tanto meno qualcuno poteva individuarla facilmente.

Arrivò in men che non si dica all'ingresso della terra rigogliosa, appostandosi nell'ombra, in attesa che accadesse qualcosa.

E qualcosa accadde. Delle voci si avvicinavano al punto in cui si era nascosta.

- "E dunque cosa intendete fare per risvegliare i poteri?"

Lucem, Lohana e la vecchia saggia camminavano nel roseto principale, ignare di essere spiate. L'ombra nel frattempo aveva richiamato a sé l'attenzione della padrona, creando una specie di collegamento psicofisico con essa.

- "Non saprei vecchia Saggia. Kaidon aveva percepito l'essenza dei poteri racchiusa in quella pietra, e la Regina ha confermato. Se sapessi come riottenerli, forse potrei salvare tutti..."

La vecchia guardò Lohana in modo pensieroso.

- "Hai mai pensato di pronunciare al contrario la formula di chiusura?"

- "Formula di chiusura? Ma io non so di alcuna formula."

Fu Lohana a parlare, con quel suo tono freddo e pacato. Le dispiaceva vedere in difficoltà la Principessa, dopotutto l'aveva accudita per tanti anni e se n'era affezionata, nonostante il protocollo da seguire impedisse in toto i legami col protetto.

- "Se entrambe permettete, vorrei farvi notare che anche io ero in quella casa. La soluzione è più semplice di ciò che sembra: basterà chiedere alla madre di Lucem, del resto è stata lei a racchiudere i poteri nella pietra."

Gli occhi della Principessa si riempirono di lacrime. Non aveva più ripensato ai genitori, si era anzi convinta del fatto che li odiasse, che stesse meglio senza loro. Mi hanno nascosto tutto troppo a lungo - si ripeteva. Ora però iniziava a capire da cosa la stessero proteggendo, e non li avrebbe mai ringraziati abbastanza.

- "Chi conosceva la mia vera natura in casa?"

La domanda era indirizzata unicamente a Lohana, la quale abbassò lo sguardo, preoccupata delle possibili reazioni. Era un argomento spinoso, che sapeva bene Lucem non aveva ancora affrontato; eppure dirle altre bugie le sembrò troppo. La ragazza oramai stava compiendo il suo destino, proteggerla in questo modo era la scelta più errata da compiere.

- "Tutti, piccola Lucem. Dalla balia a tua madre, da Luke al giardiniere. Chiunque sia entrato in quella residenza è stato ispezionato, interrogato, informato. Ciascuno di loro ha dovuto compiere un giuramento di sangue, qualcosa che li tenesse legati alla tua incolumità."

Se sapere che la madre le aveva mentito era doloroso, scoprire che tutti le nascondevano tutto, quotidianamente, la distrusse.
Lucem scoppiò in un urlo sovrumano. I pugni chiusi, la testa china, le labbra strette e la mandibola serrata. Se qualcuno l'avesse sfiorata in questo momento, avrebbe giurato stesse ardendo, tanta era la rabbia che la alimentava.

Non appena ritrovò un minimo di controllo, riuscì a stento a parlare.

- "Ora torneremo per accertarci che Aspen guarisca, poi andremo a casa mia. È ora che tutta la verità venga a galla. Il tempo scarseggia."

Lohana e la vecchia non riuscirono a fare altro che annuire. Non era un piano, non c'erano dettagli né rilevamenti di ipotetici rischi; era solo un mero ordine, qualcosa da eseguire senza indugio. Se ne sarebbero pentite, ne erano certe, ma non potevano disobbedire ad un suo ordine vista l'assenza della Regina Mefesa e del Principe. Una nuova guerra stava per giungere, e la maggiore causa ne sarebbe proprio stata la Principessa.

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Nel frattempo, al di fuori di quel Regno apparentemente tranquillo, Aleysha ascoltava attentamente il tutto nella sua mente.
La giovane non era sciocca come voleva far credere.
Le avevano fatto capire sin da piccola che mostrarsi con scarpe grosse, ma avere un cervello fino, fosse la migliore delle tattiche; e lei l'aveva adottata per tutta una vita.
Sapeva perfettamente che il Re si sarebbe sbarazzato di lei non appena avesse avuto ciò che gli serviva, perciò aveva bisogno di qualcosa per tenerlo fermo, prima che le negasse ogni ricchezza a cui, invece, agognava.