Cross Fade

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La mattina dopo il bassista si svegliò stordito dall'allarme impostato sul cellulare

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La mattina dopo il bassista si svegliò stordito dall'allarme impostato sul cellulare. Era giunto il tempo di fare di nuovo i bagagli e partire. Rebecca era già in bagno a prepararsi e canticchiava qualcosa. Era sempre pimpante dopo una notte di sesso. Il bassista sorrise fra sé, ripromettendosi per l'ennesima volta che doveva impegnarsi di più per tenere alto il buonumore della sua compagna. Rebecca non era una donna facile, quando si trattava di gestire la band, anche a causa del forte stress, diventava una belva abbastanza ingestibile. Ma anche quei picchi di aggressività erano diventati parte irrinunciabile della vita del musicista.

I quattro membri si ricongiunsero nella hall dell'hotel e subito si scambiarono un cenno d'intesa, chi un'alzata di sopracciglio, chi uno schiocco di denti o un'alzata di pollici: la vecchia tradizione di spiattellare subito se qualcuno ci aveva 'dato dentro' non era andata perduta con gli annie, a quanto pareva, tutti avevano avuto la loro parte la notte precedente. Ted con Joanna e Jess con chissà chi.

Rebecca era ancora all'oscuro di quello strano rituale. Avevano pensato di dirglielo una volta, ma era passato così tanto tempo dal suo ingresso nella band che tutti decisero di tacere per sempre la cosa, per evitare lo scatenarsi della sua furia.

Il personale dell'hotel era tutto in fila a fianco della porta d'ingresso per salutare il gruppo in partenza, ringraziandoli per averli scelti. Al di fuori delle porte girevoli una macchina a nove posti dai vetri scuri li stava aspettando con a bordo Jag. La band lo vedeva per la prima volta dopo sei mesi di tour, il ragazzino aveva deciso di raggiungerli in seguito, a suo dire, la sistemazione di varie faccende improrogabili.

Jess come al solito si sedette davanti per via del mal d'auto, mentre gli altri si accomodarono sui sedili posteriori.

"Nat! Come vanno gli affari?" chiese Rebecca al bambino quasi squittendo. Lei lo adorava e fra i due si era instaurato un rapporto molto complice, tanto che lui le aveva rivelato persino il suo vero nome. La cosa ovviamente non garbava per niente a Nef.

In effetti non poteva biasimarla. Il moccioso aveva ingannato anche lui. Non poteva sapere che dietro quella maschera di spensierato marmocchio si nascondesse una persona cinica e molto spesso crudele, che non aveva esitato un secondo a raccattare la prima disgraziata adatta al suo scopo, per sacrificarla alle sue cause. Ma molte colpe erano le sue e di quello stupido messaggio che aveva lanciato nell'etere da ubriaco, ignaro che il mondo è così vasto da contenere persone così pazzoidi da rintracciarlo ed identificarne il mittente... Ma stava di nuovo ripensando al passato, e si era ripromesso di non farlo più. Doveva vivere il presente, come lui stesso disse a lei... «Accidenti! Di nuovo!» Guardò fuori dal finestrino osservando il paesaggio che fuggiva dietro di lui.

In un paio di ore di volo la band era di nuovo nella loro città. Passarono agli studi per riposare e prepararsi di nuovo per il gran finale. I muri e i cartelli luminosi pubblicizzavano il loro concerto, Jag li informò che davanti al teatro c'era già la fila per prendere il posto, si ritirò poi con Rebecca nella sala conferenze per discutere i bilanci provvisori.

Le Ceneri della Fenice 2 - Living Hell - CompletoWhere stories live. Discover now