Living hell - parte V

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C'è un amore che non muore mai, più lontano degli Dei
A sapertelo spiegare che filosofo sarei
Baustelle - Gli spietati

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Fuori era ancora notte fonda, riuscirono a ritrovare la macchina grazie alla flebile luce che filtrava da alcune fessure delle finestre del capannone e degli sporadici lampioni intorno. Quando finalmente raggiunsero l'auto poterono vedere dal cruscotto che erano le tre: non sarebbe stato facile spiegare tutto quello che era successo. Nef avrebbe dovuto srotolare la matassa dei suoi casini di fronte a Rebecca e Jane avrebbe dovuto giustificare il suo mancato rientro al lavoro, entrambi sapevano bene che sarebbe stato meglio non rendere pubblica la storia del rapimento.

Dopo un ennesimo momento di raccoglimento dei pensieri, Nef girò la chiave nel cruscotto ad avviare il quadro comandi, la radio si accese donando una musica bassa in sottofondo.

"Aspetta."

Fade lo sorprese posando una mano decisa sul suo ginocchio.

"Lo accetto. Accetto che sia finita, che sia stata solo una storia passeggera, ma immagina ora di essere in una bolla; una bolla che si sta stringendo e che a breve si consumerà del tutto, permettendo alla realtà di colpirci in pieno. Fino a quel momento dammi la possibilità di capire dove Fade si mescola con Jane e dove Mark lascia il posto a te."

Nef elaborò a lungo quelle parole. Aveva deciso che non avrebbe più fatto del male a Rebecca, ma ne avrebbe fatto a lei se le avesse negato quell'ultima richiesta. Era di nuovo su un filo sospeso in mezzo alle due donne, ma stavolta la ragazza gli proponeva un punto di vista alternativo, una scelta diversa: l'avrebbe raggiunto lei al centro, liberandolo dal quell'onere, poi sarebbe tornata indietro o si sarebbe buttata di sotto, non le importava. Questo lo sapeva.

Si concentrò sulla teoria della bolla, sul piccolo universo parallelo che lui stesso aveva usato come scusa per tenere separate Rebecca e Jane tutti quei mesi, era vero: stava diventando sempre più piccolo e rarefatto, non avrebbe retto a lungo il peso schiacciante della realtà.

Si avvicinò alle sue labbra, che si dischiusero come quelle di un assetato a cui viene offerta dell'acqua fresca e cancellò il resto. Il rapimento, il ragazzino impazzito, le manipolazioni mentali, la sua donna che probabilmente se n'era andata, la band, il fatto che non aveva preservativi con sé in quel momento. Le slacciò la camicetta bianca, sporcata e sgualcita dagli eventi, anestetizzando ogni pensiero. Fade chiuse gli occhi per memorizzare ogni singola sensazione di quel momento, aveva quasi paura che un giorno si sarebbe dimenticata di tutto quello che Nef era diventato per lei, si disconnesse da tutto, tranne dalla radio che in sottofondo continuava a trasmettere ignara le canzoni che facevano da cornice ai loro ultimi istanti insieme. Erano da poco cominciati gli accordi di chitarra e basso di Drive dei R.E.M. Lasciò che quelle note si mescolassero ai loro gesti e ai suoi ricordi.

Smack, crack, bushwhacked.
Tie another one to the racks, baby.
Hey kids, rock and roll.
Nobody tells you where to go, baby.

What if I ride? What if you walk?
What if you rock around the clock?
Tick-tock.
Tick-tock.*

[...]

Non si dissero più niente.

Ognuno annaspava nei propri pensieri mentre l'uomo guidava la macchina che li portava verso il bivio dove si sarebbero separati. La canzone continuava a risuonare nella testa di Fade mentre, intorno a loro, le sottili pareti della sfera che li avvolgeva si incrinavano facendo infiltrare stille di realtà nell'abitacolo.

Maybe I ride. Maybe you walk.
Maybe I drive to get off, baby.*

Nef fermò la macchina in una delle strade secondarie del suo quartiere che si affacciava sul palazzo dove viveva la rossa. Spense il motore e si voltò verso di lei.

La bolla si frantumò. I due rimasero a fissarsi mentre copiose gocce di consapevolezza si abbattevano impietose su di loro, naufraghi del loro stesso destino.

L'uomo posò una mano sulla sua guancia asciugando col pollice una lacrima che era inaspettatamente scivolata giù dagli occhi della ragazza. Non poteva permettersi di cedere.

"Promettimi che ti ubriacherai solo con un uomo di cui ti fidi."

La ragazza sorrise a quella frase che sarebbe sembrata astrusa a chiunque, ma in cui lei leggeva mille significati. Fece un leggero cenno col capo.

"Mi sono ricordato di una cosa" riprese l'uomo sfilando il portafoglio dalla tasca dei pantaloni. Lo aprì e, da una delle tante tasche, tirò fuori un foglietto, ormai logoro, piegato in quattro.

"Che cos'è?" chiese Fade aprendolo con cautela per paura che si sfaldasse fra le sue mani.

"È l'unico ricordo che avevo di te dopo l'incidente e anche l'unico oggetto tangibile che è rimasto della persona che eri."

La ragazza osservò il foglio malandato: da un lato era stampato in nero con righe chiare irregolari, dall'altra parte era totalmente bianco. Guardò di nuovo il musicista aggrottando la fronte.

"La parte bianca rappresenta un tuo giorno felice, l'ho tenuto al tuo posto, adesso ti appartiene di nuovo."

"Non mi pare che sia un giorno particolarmente felice, questo" valutò lei cercando di ricordare la provenienza di quel pezzo di carta, ma non le sovveniva niente.

"Quando arriverà potrai scriverlo lì" spiegò.

Lei, di tutta risposta, strappò il foglio in due seguendo una delle pieghe che lo solcavano "Questo tienilo tu. Anche se non ci sentiremo più, anche se io troverò il compagno della mia vita e tu sposerai Rebecca, al di là di tutto ci sarà una parte di me nascosta che saprai appartenerti."

L'uomo si sorprese di quella risolutezza.

Prese la metà del foglio e lo ripose nella stessa tasca da cui lo aveva sfilato, poi guardò di nuovo la ragazza che si slacciava la cintura di sicurezza.

"Addio" gli disse accennando un sorriso e per un breve istante cercò di capire se avrebbe dovuto baciarlo o meno.

Alzò un piede per mostrargli che era vestito solamente del calzino: per la fretta di lasciare la fabbrica non erano andati a recuperare le loro cose. I loro cellulari e le scarpe della ragazza erano rimasti lì, forse per sempre o forse sarebbero andati a riprenderli in uno sprazzo di maggiore lucidità, ma di sicuro non in quell'occasione. Fece delle spallucce rassegnata e scese dalla macchina correndo verso la porta del suo palazzo.

Nef rimase solo col suo magone e attese il tempo necessario che la ragazza sparisse dalla sua visuale, poi accese il motore per dirigersi nella casa dove sperava che Rebecca lo stesse ancora aspettando.

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Angolo autrice
M'è presa una commozione! A voi no? =D

Il testo di Drive è un po' complesso da tradurre, ma più che per le parole l'ho inserito per la musica che rende molto bene lo stato d'animo della protagonista, ad ogni modo, qui sotto una traduzione abbastanza scrausa. Se avete cose da suggerire sono ben accette.

*Smack, crack, buttato all'aria
Lega qualcun altro a quei soldi, baby
(rack in slang significa migliaia di dollari, ma potrebbe avere qualche altro significato a me sconosciuto)
Ragazzi, dondolatevi e ondeggiate
Nessuno ti dirà dove andare, baby

E se io cavalcassi? E se tu camminassi?
E se tu girassi intorno ad un orologio?
Tic Tac
Tic Tac

Forse io cavalco, forse tu cammini.
Forse sto guidando per uscirne, baby



Le Ceneri della Fenice 2 - Living Hell - CompletoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora