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Il giorno seguente mi alzai presto.

Non avevo un piano preciso, semplicemente perché non ero mai stata abituata a dover fronteggiare un idiota di tali proporzioni.
Così decisi che la mia arma sarebbe stata la gentilezza, sarei stata carina con lui, così magari avrebbe smesso di prendermi di mira in quel modo.
Avrebbe funzionato?
Non ero stupida, avevo un secondo piano e la mia parte preferita di questo piano era "quando l'imbecille abbasserà la guardia, gli rifilerò una vendetta stratosferica".

Allo specchio notai che il mio viso stava iniziando a prendere un colorito più dorato, mentre le mie spalle erano sempre ed inevitabilmente rosso fuoco.
Indossai una maglietta e un paio di pantaloncini sopra al costume a due pezzi, lanciai un'occhiata ad Alice che dormiva ancora,poi mi diressi a fare colazione.

-Hei stai bene, tesoro?-

Lorenzo mi rivolse un tono canzonatorio quella mattina , quando mi apprestai a prendere una brioches al bar.
Se ne stava dietro al bancone con una maglietta bianca, i pantaloncini del costume e i capelli spettinati.

- Quando finisci il turno dobbiamo parlare. -

Feci senza giri di parole, guardandolo storto.

- Uhhuuuu.... interessante. -

Ghignò mostrandomi i denti, poi richiuse le labbra formando una smorfia divertita.

- Hei Ferrari, non è che se ti ho levato le mutande vuol dire che siamo...come dire... Intimi!-

Sghignazzò delle sue idiozie mentre io lo fissavo truce. 

- Sono seria.-

- Beh, e io sono curioso. - fece lui, guardandosi in giro, quasi infastidito dal mio tono serio.

- Non sto scherzando, Gherbini.-

Lui alzò un sopracciglio, fissandomi dritta negli occhi.

- Vieni... nel mio bungalow?-

Mi fece un cenno con la testa, accompagnato da un tono un po' troppo profondo e seducente per i miei gusti.

- Cooosa? No!- esclamai inorridita.

- Beh io non ho nessuna intenzione di farmi vedere in giro con te, Ferrari la rompipalle. Ho una reputazione. -

"Ma quanto si può essere stronzi??"

- Oh sì certo ti stai proprio costruendo una bella..-
Mi bloccai perché avevo deciso che non ero lì per litigare.
Lui ovviamente sghignazzò di gusto.

- Anche se capisco il perché non riesci a starmi lontana..-

-Ma sei idiota! Dobbiamo parlare!-

-Intendi, parlare..parlare?-

Aggrottò le sopracciglia confuso e io tentai di non sbuffare.

-E cos'hai capito?-

- E che ne so, magari vuoi ricambiarmi il favore e levarmi le mutande .-asserì prima di passarsi la lingua tra le labbra.

-Che schifo.-

-Ah già dimenticavo che per te sarebbe roba già vista! -

-Non ti ho visto senza...!-

Mi morsi il labbro, quando la ragazza che lavorava dietro al bancone ci guardò male.
Lui si sporse, parlando sottovoce.

- Oh si mi hai visto nel momento migliore..- ghignò - non so se capisci, Ferrari.-

#ODIetAMOWhere stories live. Discover now