CAPITOLO 4

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<<hai delle spiegazioni per quello che è appena successo?!>> chiede Emma arrabbiata e spaventata allo stesso tempo mentre entriamo in casa.
<<non ho idea di cosa mi sia preso, come già ti ho detto>> mi sfilo la giacca e la appendo all'attaccapanni che si trova a sinistra della porta <<è stato come se qualcuno si fosse impossessato del mio corpo e mi controllasse>> Emma annuisce.
Henry sentendo le nostre voci scende di corsa le scale e arriva nel salone <<Ciao mamme!>> sorride, ma appena vede i nostri volti preoccupati l'espressione felice sparisce dal suo volto <<Che succede?!>>
Lancio uno sguardo ad Emma e lei risponde per me <<Niente...niente d'importante>> mente
<<Hmmm, non ti credo>> risponde Henry sospettoso <<Ma se non volete dirmelo è ok, tanto prima o poi salterà fuori la verità>> ci guarda con un sorriso furbo.
<<E va bene>> dico allontanando una sedia dal tavolo del salone e sedendomici sopra.
Mentre ripercorro insieme ad Henry i momenti appena passati inizio a sentirmi soddisfatta, ma non penso sia per il fatto di sfogarmi con qualcuno; è come se il male che ho fatto al signor Gold mi facesse sentire bene. Ma cosa dico, il male porta solo male, e il bene vince sempre. Ho sbagliato e ciò che è appena successo non si dovrà ripetere mai più.
<<Non preoccuparti mamma, tu non tornerai ad essere la regina cattiva con il nostro aiuto>> sorride <<te lo prometto>>
<<Grazie tesoro>>gli prendo la mano e la accarezzo con il pollice, spaventata di quello che potrei tornare ad essere <<è meglio che vada>>mi alzo dalla sedia
<<Ma...sei appena arrivata!>> dice Henry prendendomi per un braccio.
<<lo so tesoro, ma ho bisogno di stare un pò da sola per ragionare su ciò che ho fatto>>
Henry annuisce e mi lascia andare <<Ok>>
Afferro la giacca e la indosso di nuovo sorridendo ad Henry per evitare che si preoccupi, poi ringrazio Emma ed esco chiudendomi la porta alle spalle.
Inizio a camminare lentamente immersa totalmente nei miei pensieri.
Ad un certo punto vedo in lontananza una sagoma che sembra una persona: è immobile come se qualcosa gli impedisse di muoversi e mi sta fissando. Io mi dirigo cautamente nella sua direzione per cercare di capire chi è: ora riesco a distinguere meglio quell'immagine. È un uomo. Appena vede che mi sto avvicinando sul suo viso spunta improvvisamente un sorriso e allora lo riconosco:è Robin.
Mi fermo e rimango a fissarlo sbalordita<<Robin!>> grido il suo nome, ma lui non si muove, rimane lí immobile con quel bellissimo sorriso stampato sul volto.
Inizio a camminare  molto più veloce di prima per raggiungerlo, ma nonostante vada avanti la distanza tra me e Robin rimane sempre la stessa, è come se, nonostante lui sia immobile, riesca a muoversi in qualche modo.
Inizio a correre gridando il suo nome e quando finalmente lo raggiungo, senza fiato e con il cuore a mille lui sparisce nel nulla.
Mi guardo intorno preoccupata <<Se questo è uno scherzo non è divertente!>> grido, ma non c'è nessuno nei paragi.
Era solo una visione:ho talmente tanto bisogno di lui che lo immagino qui con me anche quando non c'è realmente.
Forse è un segno. È grazie a lui che ho abbandonato il mio lato oscuro tempo fa, forse ho visto la sua immagine perchè vuole aiutarmi a non cadere nuovamente nell'oscurirà, forse lui può vedermi e parlarmi, ma io non posso sentirlo ne vederlo!
Lui è qui con me.
Robin, ti prometto che farò di tutto per non far risorgere la regina cattiva, lo farò per te.
Spero sia riuscito a sentirmi.
Pensando a lui un sorriso mi spunta sulle labbra, ma poi mi colpisce di nuovo un senso di tristezza.
Mi avvio verso casa lentamente e guardandomi intorno nella speranza di vederlo un'altra volta; arrivata nel mio giardino mi giro un'ultima volta verso la strada prima di aprire la porta ed entrare, ma lui non c'è.
Entro in casa con l'immagine di robin tatuata in mente e, dopo essermi levata la giacca, mi sdraio sul divano e non faccio nient'altro che pensare a lui.

A war inside of me: outlawqueenWhere stories live. Discover now