Capitolo 10.

5.4K 296 18
                                    

Scorpius's Point of View.
Stavo guardando la sveglia da minuti ormai, in attesa che suonasse.
Alla fine lo fece.
Le sette in punto.
La spensi.
Andai in bagno e mi infilai sotto la doccia.
Si, una bella doccia calda era quello che ci voleva.
Non avevo dormito per niente, ero stato sveglio tutta la notte a pensare.
Pensare a quello che era successo la sera prima.
Ero appena finita la cena ed io stavo uscendo dalla Sala Grande.
Stavo tornando in sala comune con Albus, Damian, Joshua e le ragazze, quando la preside McGranitt mi aveva fermato.
«Ci sono visite per te, mi aveva detto.
Mi ero girato verso Albus, che aveva uno sguardo interrogativo.
Neanche io sapevo di cosa stava parlado la preside.
Quando siamo arrivati nel suo ufficio, però, tutto mi è stato chiaro.
In piedi, sorretto da un bastone, c'era mio nonno, Lucius Malfoy.
I capelli erano ormai bianchi e avevo notato subito i segni della vecchiaia, sempre più evidenti sul suo viso.
«Vi lascio soli, aveva detto la preside.
«Oh, non c'è bisogno che te ne vai, Minerva, aveva detto mio nonno con tono arrogante, «stavo pensando di portare mio nipote a fare una passeggiata nel parco.
«È tardi, Lucius, ti ricordo che c'è il coprifuoco
«Oh, Minerva, sono solo le nove e un quarto, il coprifuoco è tra più di mezz'ora e sono sicuro che tra meno di dieci minuti Scorpius sarà già nel suo dormitorio, aveva replicato.
«Bene, allora andate pure. Ma sappi, Lucius, che se tuo nipote non sarà nella sua sala comune per le dieci in punto, avrà una punizione. Controllerò io stessa
Detto questo, mio nonno mi ha messo una mano dietro la spalla e mi ha spinto fuori.
«Non ho niente da dirti, ho sputato fuori una volta arrivati in riva al lago nero.
«Hai preso una decisione?», mi ha domandato.
«Si e te l'ho già detta ad Agosto, la mia risposta è no!», avevo sibilato.
Ero stanco della sua insistenza
«Scorpius, forse tu non hai capito che da questa decisione non dipendiamo solo tu ed io
«Ti ho detto che non mi interessa!», avevo urlato.
«Fammi finire, aveva detto con uno sguardo terrificante.
«No! Papà mi ha sempre detto che sono le nostre scelte a fare di noi quello che siamo, ed io ho preso la mia decisone, ho affermato fermo.
«È passato piú di un mese da quando mi hai dato la tua risposta, ma è quella sbagliata. Tu non hai ancora capito che non hai a che fare con gente che scherza. Loro non se la prenderanno solo con te.».
Continuavo a ripetermi di non cedere.
«Ho-detto-di-no.», ho continuato a dire.
«Sono buoni con noi, caro nipote. Ti hanno dato tempo un'altra settimana, non di più. Dopodiché, qualunque cosa succederà alle persone che ami, sarà colpa tua, ha detto.
Poi si è girato ed è andato via.
«Scorp! Scorpius, avanti, è mezz'ora che sei lì dentro e ti ricordo che hai quattro compagni di stanza!», urlò Albus da dietro la porta.
Sbuffai.
Mi finii di preparare velocemente e scesi di sotto senza rivolgere la parola a nessuno.
Ero molto nervoso e non volevo prendermela con i miei amici, che non c'entravano niente.
Ero molto irruente, agivo spesso senza pensare e a volte me ne pentivo.
Non andai nemmeno a fare colazione, mi avviai direttamente in classe.
Alla prima ora avevo trasfigurazione con i Corvonero.
«Come mai qui?», sentii una voce alle mie spalle.
Mi girai ed era la Weasley.
«Forse perché ci sono le lezioni?», risposi sarcastico.
Perché diavolo era lì?
Volevo solo stare solo.
«Intendevo, come mai tu sei qui mentre i tuoi amici sono ancora in Sala Grande.», si corresse.
«Volevo pensare.», risposi.
'Ma che diamine stai dicendo, Scorpiu?', pensai.
«A cosa?», chiese.
«Al fatto che Rose Weasley non si fa mai gli affari suoi.», risposi saccente.
Non potevo assolutamente parlarne.
«Hai ragione, scusami.», si scusò.
Si girò e fece per andare ad un altro banco.
«Devo prendere una decisione difficile.», mormorai.
Non so da dove mi venne di sputare la verità.
«Una decisione che avevo già preso, ed era quella giusta.».
«Se era quella giusta, perché hai tanti dubbi?», domandò esitante.
«Perchè quella che può essere la decisione giusta per me, non lo è per altri. E..», sospirò, «e, in un modo o nell'altro ci andranno di mezzo le persone a me più care».
«Sai, a volte dobbiamo avere il coraggio di prendere le scelte più difficili. Non importa quanto la via più facile possa sembrare bella, perché sarà sempre quella sbagliata. Abbiamo bisogno di lottare. Di lottare contro noi stessi, per vincere le nostre paure, esattamente come mi hai detto quel giorno.
Non so di fronte a quale scelta tu tu trovi, ma ricorda che quella che può essere la scelta più semplice, si rivela quasi sempre quella sbagliata.»
«Si ma la scelta giusta potrebbe causare troppo dolore ad altre persone, persone che amo e che non hanno niente a che fare con tutto questo.»
«Anche la scelta sbagliata potrebbe causare dolore alle persone che ami.
Va bene cercare di proteggere le persone che ami, ma devi agire anche in funzione di te stesso, perché, qualunque scelta sbaglaiata tu possa fare per proteggerle, soffriranno lo stesso. Non soffriranno con te, ma per te.».
In quel momento sentimmo un rumore e ci voltammo di scatto.
Erano due ragazzi, Corvonero, che ci guardavano straniti.
Come se nulla fosse, lei si spostò al primo banco.
La mattinata passò in fretta, stavo andando pranzo con i ragazzi, quando la McGranitt mi bloccò.
«Signor Malfoy, mi dispiace disturbarti, ma hai di nuovo visite.», disse.
«Mi scusi preside, ma vorrei che dicesse a mio nonno che non ho niente da dirgli.»
«Non è tuo nonno, è tuo padre.», disse con un tono preoccupato.
Sospirai e la seguii.
Entrai nel suo ufficio seguito dalla McGranitt.
Due visite in quell'ufficio in meno di ventiquattro ore, fantastico.
«Che succede?», sospirai.
«Si tratta di tua madre, ha avuto un incidente.», disse con voce grave mio padre.

***
Ero al San Mungo, al terzo piano, nel reparto per Avvelenamento Da Pozioni E Piante.
Era intervenuto il Ministero.
Mia madre stava meglio ed era fuori pericolo, ma Ginny, la madre di Albus e la guaritrice che si occupava di lei, aveva detto che era stata avvelenata con dell'Aconito.
Papà l'aveva trovata stesa a terra in cucina, c'era una bottiglia di Champagne sul tavolo.
Mamma aveva organizzato un aperitivo con le amiche, era andata in cucina a prendere lo Champagne e prima di servirlo ne aveva preso un assaggio.
Se non ne avesse bevuto solo un sorso, sarebbe potuta morire.
Sarebbero potute morire molte persone.
La madre di Rose, cioè della Weasley, si occupava del caso, l'avevo intravista in fondo al pianerottolo.
Erano ormai tre giorni che ero lì, avevo ottenuto un permesso dalla McGranitt.
Avevo avuto il tempo di pensare, e avevo preso una decisione.
Salii al Quinto Piano, quello della sala tè e per gli ospiti, dove c'erano dei gufi.
Fortunatamente era vuota.
Andai alla finestra, che in realtà era finta, poiché dava su un tunnel fognario che permetteva ai gufi di portare i messaggi.
Tirai fuori un pezzo di pergamena dalla tasca.
Lessi l'unica parola che c'era scritta.
Accetto.
Piegai il foglietto in due e mi avvicinai ad un gufo nero in fondo alla stanza.
«Portalo a Lucius Malfoy.», dissi legandolo alla sua zampa.
Avevo paura di quella scelta.
Sapevo che era dannatamente sbagliata, ma non potevo fare altro.
Le persone che amavo non meritavano di soffrire a causa mia.

#SpazioAutrice.
Mi dispiace davvero se ho aggiornato dopo una vita, non è che io non abbia scritto, l'ho fatto, ed infatti oltre a questo ho altri capitoli in bozza.
Ora la domandà è "ed allora perché non hai aggiornaro prima?".
Avrei voluto, ma non l'ho fatto perché quando scrivo sono un'eterna indecisa (come in tutto il resto, d'altronde) e quindi scrivendo un capitolo, mi rendo conto che ci sono idee e cose che vorrei cambiare che però entrano in conflitto con ciò che ho scritto nei capitoli postati, perciò mi sono presa un po' di tempo per far combaciare tutto.
Detto questo, buona lettura.
Xoxo, Cristina.🌹💕

•||Dirty love.||•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora