Capitolo 35.

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«Non è possibile.», borbottai, raccogliendo i libri che mi erano caduti a terra.
Ero un disastro.
Sbuffai e, dopo aver raccolto tutto, salii in camera, ma anche lì trovai una sorpresa.
La porta era chiusa a chiave.
Stavo per sclerare.
Quello era stato un giorno orribile. Non avevo sentito la sveglia, avevo fatto tardi, mi ero dimenticata il tema di incantesimi, a cena mi ero rovesciata addosso la torta di melassa e, quando volevo solo tornare nel mio letto, la mia camera era chiusa a chiave.
Bussai.
Niente.
Bussai più forte.
Nervosa al massimo, presi la bacchetta ed aprii.
La camera era vuota.
O almeno così sembrava.
La porta del bagno si aprì e ne uscirono due ragazze.
Sophia e Dominique con solo due asciugamani a coprirle.
Divenni improvvisamente rossa.
«Non hai visto che la camera era chiusa a chiave?», sbottò Sophia.
«Sì, ho visto.».
«Potevi anche bussare.», sputò fuori con voce velenosa.
«L'ho fatto. Nessuna di voi si è degnata di rispondere.».
«Allora dovevi andare via.», ringhiò. «Via? Ti ricordo che è anche la mia camera da letto. Ho tutto il diritto di entrare per andare a dormire.».
«Non dovresti essere a cena?», chiese Dom.
«Ho avuto un imprevisto.», risposi, indicando la maglietta sporca, «Tranquilla, Rose. Anzi, scusaci.», continuò mia cugina.
«Ma scusarci di cosa? Non dire cazzate, Nique, è lei che sta sempre in mezzo.».
«Come l'hai chiamata?», chiesi, perplessa.
«Nique, l'ho chiamata Nique. Problemi?».
«No, io non di certo.», dissi, guardando Dom.
«Bene. Ora, avendo capito che non sei gradita, puoi anche andare.», disse la Zabini.
«Come, prego?».
«Vattene.», sibilò.
«No, me ne vado io, è tardi.», disse Dominique.
«Non devi andartene tu, Nique.». «Tranquilla, Sò. Rose, so che sei stanca, ma se vuoi stasera vieni a dormire da me.».
Vidi Sophia guardare lei sorpresa e me con un'aria omicida.
«Non puoi restare tu, Dom?», le chiese.
«Amanda verrà tra poco.», dissi, rivolta a Dom.
Non sapevo se era vero, ma vedere l'espressione di Sophia era impagabile.
«No, Sò, noi ci vediamo domani.», disse Dom, accarezzandole una guancia.
«Ora vado a vestirmi. Vieni a cambiarti pure tu, Rose.», disse, indicando la macchia, «Poi prendi il pigiama e le cose per domani, che dobbiamo uscire.».
Il giorno dopo era sabato e saremmo andate ad Hogsmeade.
Presi dei vestiti e la seguii in bagno.
Lei si vestì e io mi cambiai la maglietta.
Presi i miei effetti personali e misi tutto nel borsone.
Quando uscimmo, Dom guardò Sophia.
«Se ti chiedo di rimanere con me no, ma lei te la porti?».
«Siamo state insieme fino ad adesso, Sophia.».
«Da quando te la porti in bagno?».
«Dai tempi di pannolini cara, le cose che hai visto oggi le ho viste molto prima di te.», risposi io, infierendo. «Rose!», esclamò Dominique.
«Sto scherzando!», dissi, ridendo.
«Andiamo?», continuai poi, rivolta verso mia cugina.
Lei mi fulminò con lo sguardo, poi si voltò e baciò appassionatamente Sophia.
Dopodiché si staccò ed uscimmo.
«Potevi anche risparmiartela, quella battuta.», disse.
«Andiamo, Nique, non ho detto niente di che.».
«Hai finito di prenderla in giro?».
«Senti, è ridicola. Io e te siamo migliori amiche da quasi diciassette anni, ma soprattutto siamo cugine. Non può essere gelosa di me!».
«È normale essere gelose, Rose.».
«Non delle cugine!».
«Sei comunque una bella ragazza, che sta sempre con me.».
«Non sono bella ed ultimamente non stiamo sempre insieme, considerando che non ho neanche tempo di respirare.».
«Con Scorpius come va?», se ne uscii così, di punto in bianco.
«Ne parliamo quando stiamo con Lily.», risposi.
«Me ne ricorderò.», disse.
Arrivammo nella sala comune di Grifondoro, salimmo ai dormitori del quinto anno e bussammo alla porta di Lily.
Venne ad aprirci una sua compagna. «Ciao, ci potresti chiamare Lily?», chiese Dom.
«Certo..Lily! Ti vogliono!».
«Chi è?», chiese Lily, dal fondo della stanza.
«Le tue cugine.».
Venne da noi.
«Ditemi, ragazze.».
«Stasera dormiamo insieme?».
«Qui non è possibile, stasera le ragazze sono tutte in camera.»
«Stessa cosa per me.», disse Dom. «Adesso ci sono solo Sophia ed Amanda, Rose.», continuò.
«Dom, scusa, ma non me la sento.». «Andiamo, Rose, Sophia non è tanto male.».
«Dominique, io capisco che per te non ci siano problemi, ma se io devo raccontare qualcosa non posso farlo davanti a lei.
Con te sarà un angelo, ma con me no. Le mie cose non devono arrivare al suo orecchio.», dissi, ferma.
Stavo iniziando a stancarmi di questa storia.
Se voleva stare con lei okay, ma questo non doveva dire che dovessi avere anche io dei rapporti con lei. «Sono d'accordo con Rose.», disse Lily. «Bene. Dove andiamo allora?», chiese Dominique, scocciata.
«Stanza delle necessità?», propose Lils.
Acconsentimmo.
Cinque minuti dopo eravamo in una piccola stanzetta, con un letto a due piazze e una scrivania.
Le borse erano per terra, vicino alla porta.
Dominique era stata in silenzio per tutto il tragitto ed aveva sbuffato spesso, ma poi si era calmata.
Non aveva perso l'occasione di ripetere la domanda su Scorpius, che mi aveva fatto prima, anche davanti a Lily.
«Allora?», insistette.
«Con lui non c'è niente. Abbiamo fatto gli infantili con quei giochetti, poi abbiamo smesso, o meglio, ha smesso.».
«Ha smesso? Non è da Scorpius! Perché l'ha fatto?», chiese Lily.
«Ecco..c'è una cosa che non vi ho detto.», ammisi.
«Cosa?».
«Diccelo!», dissero in coro.
«Madame Maxime mi hai inviato un pacco con le sue cose.».
Capirono subito a cosa mi stessi riferendo.
«E cosa c'entra Scorpius?».
«Lui doveva venire in camera per fare pozioni. Ho deciso di aprire comunque il pacco, pensavo solo di dare un'occhiata e di chiudere tutto prima che lui arrivasse, ma..».
«Ma cosa?».
«Ma ho perso il controllo. Non mi sono resa più conto di nulla. Me lo sono trovato in camera, mentre provava a calmarmi. Mi aveva sentito da fuori la porta. Non potete capire quanto ho odiato farmi vedere così.
Gli avrò sicuramente fatto pena.». «Rose, non penso sia per quello che ha deciso di smetterla. Non gli fai pena. Semplicemente ci tiene a te. Ci tiene e questa è stata la scusa per finire il vostro stupido giochetto.». disse Lily. «Oppure, come dico io, è per pena. Forse, anche se toccherebbe a lui contrattaccare, dovrei fargli o qualche altro scherzo. Magari capisce che, anche se ho avuto quel momento di debolezza, non vuol dire che non sappia tenergli testa.».
«No.», disse Dom, «non devi assolutamente fare una cosa del genere. Non mettertelo contro. Ma magari allontanati. Sii solo una normale compagna di scuola.».
«No, non sono d'accordo, non devi allontanarlo. Cavolo, vi piacete! Come fate a non accorgervene?» ribadì Lily. «Poi è successo anche altro.», dissi io. «E quando vuoi dircelo?», ironizzò Dominique.
Raccontai anche che avevo nascosto la scatola -senza specificare dove- e quello che era successo dopo.
Della nostra conversazione.
Del “quasi” bacio.
Del suo sguardo, per un attimo spento, distaccato, ma soprattutto pensieroso e forse sofferente.
«Provateci. Andiamo, Rose!», disse Lily.
«Dom?», chiesi, guardandola.
Volevo capire anche il suo punto di vista.
«Io la penso diversamente, Rose. Non conosco molto Scorpius, ma non mi convince. E non è solo per i suoi “precedenti”, se così si può definire il suo atteggiamento nei primi anni. Insomma, non ho pregiudizi su nessuno, ma c'è qualcosa di strano in lui. Questo modo di fare, prima gentile, poi glaciale poi di nuovo gentile. Non so se sia un giochetto o meno, ma la cosa mi puzza.».
Ci pensai su.
In effetti, anche io mi chiedevo perché facesse così.
Non me lo sapevo spiegare, ma non avevo mai pensato che ci fosse qualcosa sotto.
“Andiamo, Rose, non puoi farti condizionare da lei. È la ragazza di Sophia.”, disse Dolores.
“E cosa c'entra, scusa?”.
“È lei a farle il lavaggio del cervello.”.
“E perché dovrebbe farlo?”.
“Primo, perché non le stai simpatica.
Secondo, perché è la migliore amica di Sarah, che sta dietro a Malfoy da anni.”.
E se fosse stato davvero così?
Se Sophia avesse fatto il lavaggio del cervello a Dom?
Scacciai quel pensiero e tornai alla realtà.
«Secondo me fa così perché ha paura.
Non è abituato a queste situazioni.
Per lui le ragazze sono sempre state solo piacere fisico. Con te non è così. Tu gli piaci davvero.», disse invece Lily.
«Non so, Lils..».
«È così. Vedrai.».
Continuammo a parlare di lui per un po', poi chiesi di cambiare argomento.
Non mi andava di parlarne.
Quella stessa sera, una volta al buio e con il respiro regolare delle mie cugine, ormai profondamente addormentate, il mio cervello iniziò a volare da un pensiero all'altro.
Lily e Dominique avevano detto le loro opinioni, ma non stavano nel cervello di Scorpius, non potevano sapere quello che pensava.
Io non facevo altro che chiedermi chi delle due potesse avere ragione.
Gli piacevo o era solo uno dei suoi giochetti?
Come potevo saperlo?
Come potevo avere delle certezze?
Chi mi avrebbe assicurato che se mi fossi fidata lui non mi avrebbe delusa di nuovo?
Non volevo portare rancore.
Non volevo fare la bambina, ma avevo paura.
Avevo paura di quello che sarebbe successo dopo.
Lo sapevo che non potevo pensare costantemente al dopo, che dovevo vivere il momento, ma non era facile.
Per niente.
La paura di essere delusa era tanta, ma dovevo farmela passare.
Per il fatto di Dominique, invece, cercavo di scacciare quel pensiero, ma tornava.
Non mi piaceva Sophia.
Era cattiva, egoista, era così..presuntuosa.
Non vedeva niente al di là di se stessa.
Con Dominique poteva essere dolce, ma con il resto del mondo no.
E poi, avevo l'impressione che cercasse di sottomettere Dom.
Di farle fare tutto quello che voleva, di influenzare il suo pensiero ed il suo comportamento.
E Dom era cieca.
Non vedeva com'era realmente quella ragazza.
Avevo paura per lei.
Avrei voluto prenderla da parte e parlarci, per farle aprire gli occhi, ma sapevo che non mi avrebbe dato ascolto.
Era troppo innamorata.
Alla fine, stanca morta e con lo sguardo di Scorpius impresso nella testa, mi addormentai.

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