Capitolo 2

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Adriel si svegliò quella mattina stranamente senza nessuna caduta traumatica.

Ma come aveva messo piede fuori dalla propria camera, aveva trovato un enorme appartamento vuoto.

I suoi due migliori amici non gli avevano neanche lasciato uno stralcio di messaggio e si era ritrovato a fare colazione da solo, a tenergli compagnia solo il rumore dei cereali sgranocchiati e il ticchettìo dell'orologio appeso alla parete.

Non aveva mai sopportato rimanere solo, Adriel era sinonimo di festa, di allegria e buon umore.

Riusciva a ravvivare qualsiasi luogo solo con la sua esuberanza.

Adriel era fatto per stare in mezzo alla gente e così, si ritrovò a maledire i due fratelli, impegnati chissà dove con le loro faccende.

Alexis aveva un matrimonio da preparare, invece Ardian se non era in camera sua chiuso a studiare per gli esami mancanti, era in palestra ad allenarsi con la squadra di basket, di cui era capitano.

Sbuffò sonoramente tra una cucchiaiata di cornflakes e l'altra, trovandosi a pensare che non aveva nessun impegno e che la sua vita al momento, era alquanto piatta.

Non praticava nessun sport, non aveva nessun hobby, se la cavava bene a scuola senza molti sforzi e l'unica cosa che faceva oltre all'abbordare ragazzi, era organizzare feste da sballo in cui abbordava ragazzi.

Scostò il piatto ancora mezzo pieno di lato, avendo perso ormai la fame e proprio in quel momento la porta si aprì, Ardian con il suo borsone in spalla fece il suo ingresso e se le occhiate avrebbero potuto uccidere, in quel momento sarebbe finito in poltiglia sul pavimento.

Gli occhi smeraldini si spalancarono e le mani si alzarono in segno di resa.

"Giuro che credevo di tornare prima che ti svegliassi" si difese, lasciando cadere il borsone a terra e si sfilò la giacca sotto lo sguardo azzurro e tagliente di Adriel.

Ardian sapeva quanto il minore odiasse rimanere solo, per di più di mattina, senza nessun messaggio così lo raggiunse dietro il bancone, sbattendo le ciglia e mettendo su un'espressione d'angelo che ben si sposava con il suo viso dolce.

"Alexis dove è?" indagò invece il moro, non lasciandosi abbindolare da un paio di occhi teneri.

Ardian scrollò le spalle, raggiungendo il frigo dal quale estrasse una bottiglietta d'acqua e riportò lo sguardo all'amico.

"Non è neanche rientrato a dormire stanotte" spiegò, dissetandosi con un sorso d'acqua.

"Logico" commentò Adriel, alzando gli occhi al cielo, non aveva bisogno della lampada magica per sapere dove avesse passato la notte.

"Guarda il lato positivo, almeno non lo porta qui" osservò Ardian, ottenendo un sospirò nervoso dall'altro.

Sotto quei atteggiamenti da bambino capriccioso, si nascondeva ben altro, qualcosa che se fosse accaduta, per Adriel, sarebbe stata la fine.
Non voleva perdere nessuno dei due fratelli, per nessuna ragione al mondo.





**



Alexis aprì gli occhi e si ritrovò un paio grigi ad osservarlo con dolcezza.

Carter se ne stava disteso su un fianco con il gomito piegato e una mano a sostenere la testa, sveglio da chissà quanto a guardare il suo fidanzato, dormire beatamente accanto a lui.

"Potevi svegliarmi" mormorò Alexis, allungando una mano verso il corpo caldo e nudo del compagno, reduce da una notte di passione.

"Dormivi così bene che non volevo disturbare il tuo sonno tranquillo" rispose Carter con un sorriso da orecchio ad orecchio, stiracchiandosi come un gatto prima di crollare sull'ampio torace del suo ragazzo.

Six LettersWhere stories live. Discover now