CAPITOLO. 1

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Era una notte come tante altre, mi ero addormentato sul divano, quando lo squillo del mio cellulare mi fece svegliare, era un messaggio da parte del mio amico Jonathan: "preparati velocemente che passo a prenderti, perché stasera si va a ballare" ero così stanco per alzarmi dal divano e prepararmi, ma decisi di farlo.
Una volta finito di prepararmi, gli scrissi che ero pronto.
Passati 10 minuti, sentì  suonare il clacson, era lui, come al solito non se ne fregava niente dei vicini che dormivano; scesi di corsa, salì in macchina e andammo a prendere gli altri.
Arrivati in discoteca, Jonathan e altri due miei amici si misero subito a ballare per far colpo sulle ragazze; io, invece, andai a prendermi un drink, quando tutto ad un tratto mi sentì toccare la spalla, mi voltai e c'era una ragazza dietro di me. «che ci fai tutto solo qui?» esclamó, «sono con i miei amici, loro stanno ballando per far colpo sulle ragazze e io bevo qualcosa», «interessante, comunque che sbadata piacere Melissa», «piacere Jacopo... E tu Melissa, che ci fai da sola qui?» «ho perso la mia amica, stará limonando con qualcuno, che ne dici di uscire a fumarci una sigaretta?» così decisi di accettare l'invito.
Mi veniva spontaneo guardarla, non so che mi stava succedendo, ma la sua voce, il suo modo di gesticolare con le mani mentre parlava mi piaceva, la fissavo dritta negli occhi e mi domandó  «perché mi guardi?» ,«bhe sei una bella ragazza, e le belle ragazze vanno guardate non credi?» si mise a ridere, era veramente troppo bella , il suo sorriso , le sue labbra...in quel momento pensai che non avrei mai visto un sorriso del genere.
Si era fatto tardi ormai, e io dovevo tornare a casa, così la salutai, e mentre mi stavo incamminando per andare dai miei amici, la vidi correre  verso di me dandomi nelle mani un bigliettino dicendomi «potrebbe servirti», così lo misi in tasca e me ne andai salutandola di nuovo.
Raggiunti i miei amici, tornammo a casa; arrivato a casa decisi di aprire quel bigliettino, lo vidi e c'era il suo numero di telefono.
La continuavo a pensare, il suo sorriso era impresso nella mia mente, che cosa mi stava succedendo?

IL PROBLEMA È CHE TI AMO.Where stories live. Discover now