CAPITOLO.13

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Sono passati in fretta i due giorni, la sua partenza è arrivata.
Non volevo stare da solo senza di lei, vado a casa sua a salutare i suoi, ma soprattutto per vedere lei, anche perché chi lo sa quando l'avrei rivista poi.
Vado, saluto i suoi, corro da lei , la bacio e la stringo forte a me e gli sussurrò «perfavore, non abbandonarmi, ho bisogno di te», mi risponde «mi dispiace amore mio, ci vedremo presto».
Si mette in macchina piangendo a dirotto, io che piango insieme a lei salutandola con la mano, dio mi mancava di già.
Decido di correre all'aeroporto da lei; arrivato lì, la vedo con le valigie in mano, pensierosa, con quel visino triste, sapevo che dentro di lei c'era un uragano, non voleva lasciarmi solo, lo sentivo!
So anche, che se lei partirà, una parte del suo cuore resterà qui con me.
Mi vede da lontano e mi urla «cosa ci fai qui scemo?», «sono venuto a riprendermi la mia principessa, Super Mario va a salvare la principessa nel castello, io voglio salvare la mia principessa qui, in questo aeroporto, non devi partire amore mio», mi corre incontro piangendo, i genitori sono dispiaciuti per questa cosa, la mamma si commuove, e io che stringo Melissa più forte che potevo.
È arrivato il momento che non doveva venire mai, non me lo aspettavo proprio, la bacio, non volevo staccarmi più da quelle labbra , ma purtroppo dovevamo.
L'ho lasciata andare via da me, mi sento vuoto, sto malissimo..
Tornato a casa, mi butto sul letto piangendo, abbraccio il cuscino e penso a lei, mi riguardo tutte le foto scattate, penso a tutti i bei momenti passati insieme e mi sento ancora più vuoto, non volevo andasse a finire così, cioè, non doveva proprio finire così, quanto mi manca e pensare che per baciare di nuovo le sue labbra, per sentire il suo profumo e abbracciarla, ci vorrà del tempo.

IL PROBLEMA È CHE TI AMO.Where stories live. Discover now