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Le persone iniziarono ad arrivare a casa Carter prima dell'orario stabilito - probabilmente spinti dalla curiosità di vedere gli addobbi di quella grande casa in quell'occasione - ed erano tutti mascherati... tutti tranne Nora Mullen.
«Mi avevo detto che ti saresti travestita» la rimproverò, seccata più che arrabbiata, Jacquelyn, che quella sera aveva preso le sembianze di un angioletto.
«Ma sono travestita» rispose indifferente Nora, che si era degnata di mettere solo un paio di corna da diavoletta sulla testa.
«Le corna vanno bene ma mi aspettavo anche un vestito» disse di fronte al suo look - camicetta a quadri bianca e nera sopra una canottiera bianca e degli shorts a jeans sopra del collant neri; ma lei era felice, perché indossava i suoi stivaletti neri preferiti che le regalavano dieci centimetri di altezza.
Nora la guardava sorridente e lei sospirò. «Però sei sexy»
A quel punto spuntò Jeremy, travestito da zombie, a cui si scaldò il cuore alla visione di Nora.
«Ciao Nora» le sorrise e lei gli mandò un bacio, che lo fece arrossire.
«Come sto?» gli chiese, girando su se stessa.
Jeremy diventò nervoso, era la prima volta che lei gli chiedeva un parere del genere. «Stai bene... sei... bella, molto»
Nora fece un sorrisetto e guardò la sua amica, inclinando la testa. «Visto?»
Jacky alzò gli occhi al cielo. «Lui non avrebbe potuto dire altrimenti»
Allora Nora fece spallucce e si mischiò tra la folla a ballare.
La serata procedeva serenamente, tutti si divertivano, ma Nora si stava quasi annoiando, proprio perché tutti si divertivano e lei non aveva più nessuno con cui ballare. Decise di andare in giardino a fare due passi e si inoltrò nel corridoio per uscire dal retro, ma proprio lì si scontrò con uno sconosciuto, qualcuno che non aveva mai incontrato, ma che aveva un volto familiare.
«Jacquelyn non mi aveva detto che avremmo avuto un invitato speciale» prese parola lei.
Il ragazzo, particolarmente elegante, in giacca e cravatta, sorrise. «Beh, a dir la verità sono un invitato a sorpresa»
«Ah, ecco» disse, e pensò che di presenza fosse ancora più bello.
«Con chi ho il piacere di parlare?»
«Mi chiamo Nora, sono la migliore amica di Jacquelyn»
«Io sono Ian» le porse la mano, che lei strinse. «sono il fratello. A proposito, sai dirmi dov'è?»
«No, sarà in giro per casa» disse. «Con permesso» disse e uscì in giardino, per prendere una boccata d'aria e per riflettere sulla bellezza seducente di Ian Carter.

Tornando dentro, frettolosa di incontrarlo di nuovo, sbatté contro un ragazzo, che le rovesciò una bibita sulla camicetta. Gli lanciò un'occhiataccia, come se avesse voluto ucciderlo, e si diresse verso la cucina per provare a togliere la macchia, dopo aver lanciato un'occhiataccia a quello lì.
Lì però trovò i tre fratelli Carter, dei quali i due più grandi stavano discutendo.
«Che ci fai qui?» aveva chiesto Jacquelyn al fratello maggiore.
«Marion mi ha detto che se ne sarebbe andata, non potevo lasciarvi soli»
«Non ho più 13 anni, Ian»
Jeremy notò la ragazza che entrava. «Nora, tutto bene?» disse e gli altri due si girarono.
«Matthew mi ha versato della roba sulla camicetta» sbuffò. «come faccio a toglierla?»
«Se mi dai la camicetta, ci metto su del detersivo» le sorrise gentilmente Jeremy e Nora se la tolse e gliela diede, dandogli anche un bacio sulla guancia.
«Grazie, sei un angelo» disse, mentre lui si allontanava tutto rosso.
Si tolse il cerchietto con le corna e lo posò sul bancone da colazione, passandosi una mano tra i capelli.
Poi alzò il viso, e il suo sguardo si scontrò con quello di Ian.
Nel frattempo Jacquelyn stava implorando il fratello. «Ti prego, non dire niente a mamma e papà della festa, sai che non vogliono»
«Okay» disse lui. «ad una condizione»
Lei sbuffò, alzando gli occhi al cielo. «Cioè?»
Ian guardò Nora. «Fammela conoscere»
Jacquelyn rise. «Non è un tipo da "una botta e via"»
«Meglio ancora» osservò lui.
Jacky si voltò verso la sua amica. «Nor, lui è mio fratello Ian» disse. «Ian, lei è...» e in quel momento si sentì un rumore proveniente dal soggiorno.
Jacky sospirò. «Se hanno rotto qualcosa, li uccido» disse, dirigendosi in soggiorno.
Ian allora fece da solo e si avvicinò a lei. «Quindi tu sei Nor»
«Nora... Nora Mullen - nel caso in cui volessi cercarmi su Instagram»
Ian ridacchiò. «Sei simpatica, Nora Mullen»
Lei sorrise beffarda. «Non sempre»
«Oh...» Ian non poté far a meno di notare la scollatura lasciata dalla sua canottiera.
«Non guardarmi come se non avessi mai visto un paio di tette»
Allora lui la guardò negli occhi, cercando di farla arrossire, ma non funzionò. Nora non arrossì e gli tenne testa.
«Sei una compagna di Jeremy?» le chiese.
«No, ho 19 anni. Tu quanti? 30?»
«27»
«Ci sono andata vicino»
«Non proprio»
Nora alzò gli occhi al cielo e ridacchiò.
«Che c'è?» chiese lui.
«Niente, mi fai ridere»
«E perché mai?»
«Perché hai la faccia di un uomo convinto di poter sedurre una ragazzina» gli spiegò. «Ma sbagli due volte: per prima cosa, io non sono una ragazzina; e per seconda cosa, sono troppo intelligente per farmi incantare da uno che cerca di provocarmi»
Adesso quello interessato era lui, anche se il suo stupore era celato da un'espressione divertita.
«Mi chiedo dove mia sorella le trovi, le sue amiche» disse lui.
Nora lo guardò seria. «Non azzardarti a considerarmi una di quelle» disse, «non so se lo sai, ma non sono più amiche di Jacquelyn»
«Peccato» disse lui, versandosi della birra, «Margaret era tanta roba» ma non lo pensava davvero.
«Margaret era troia» lo corresse lei, rubandogli la birra e sorridendo.
Lui rimase a guardarla mentre beveva la sua birra e pensava ad alta voce: «Tu invece come sei?»
Lei lo guardò male e gli diede uno schiaffo sul viso.
«Ahi!» Ian si massaggiò la faccia, «Non intendevo... non intendevo questo» disse ridendo.
Nora incrociò le braccia al petto. «Allora cosa?»
Sul viso di lui spuntò un sorrisetto compiaciuto. «Vieni spesso qui a casa?»
«Ogni giorno»
E ancora restava, quel sorriso, sul suo viso, mentre lo sguardo cadeva, inevitabilmente, sulla bocca di Nora.
«Ora, se vuoi scusarmi,» disse lei rimettendosi il cerchietto con le corna, «vado a cercare qualcuno con cui ballare»
«Qualcuno» ripeté lui.
«Già, un ragazzo... magari carino» disse e se ne andò, mischiandosi alla folla.
Cercare un bel ragazzo con cui far "ingelosire" Ian era una bella idea, ma era molto difficile: erano tutti più piccoli di lei, anche se di poco, e poi a lei erano sempre piaciuti quelli più grandi.
Decise di optare per Stefan Doyle, 17 anni, considerato il ragazzo più bello della scuola, anche se lei non condivideva pienamente.
«Ciao» gli disse quando gli si presentò davanti. «mi chiamo Nora, ti va di ballare?»
«Oh» lui fu preso alla sprovvista. «sì... certo, Nora. Comunque io sono Stefan»
Nora sorrise, mentre pensava: "e questo dovrebbe essere un figo?"; a lei piuttosto ricordava un bambino dal viso dolce e raffinato.
Perciò lo tirò con sé fino all'angolo dove il dj suonava, e iniziò a ballare con lui. Stefan però sembrava un po' confuso. «Non ti ho mai vista»
«Oh, beh, sono nuova» gli sorrise, ma il suo sorriso non riuscì a sciogliere la tensione del ragazzo. «Sembri teso» gli fece notare.
«Beh... in realtà non dovrei essere qui...» disse e qualche secondo dopo una ragazza lo prese sottobraccio, lanciando un'occhiata a Nora.
«Stefan, andiamo fuori» disse, allontanandolo.
Guardandoli andare via, Nora si mise a ridere pensando alla scenata che gli avrebbe fatto quella e tornò in cucina.
«La tua ricerca non è andata a buon fine» disse una voce alle sue spalle e lei sorrise tra sé. «ma ti ho trovato qualcuno»
Allora lei si voltò, con le braccia al petto. «E sarebbe?»
Ian fece spallucce e allargò le braccia, indicando sé stesso.
Nora si mise a ridere. «Vorresti ballare conciato così?»
«Cosa c'è che non va?»
«Per prima cosa, sembri un vecchio, e seconda cosa, la giacca non è il massimo della comodità.»
«Non sono un vecchio, sono elegante»
«Sì, certo» alzò gli occhi al cielo e lo indicò. «Posso?»
Lui non ebbe il tempo di rispondere perché lei gli stava già sfilando la giacca.
Lo attirò a sé per la cravatta e gliela tolse; poi aprì i primi tre bottoni della camicia e svoltò le maniche fino alla metà dell'avambraccio.
«Adesso vado bene?» le chiese lui.
«Un'ultima cosa» disse lei e tirò fuori dai jeans neri la camicia. «ecco fatto»
Stanco di aspettare, le mise una mano attorno alla vita e la trascinò a ballare.

03:14

«Sono distrutta!» disse Jacquelyn, buttandosi sul divano e togliendosi le scarpe con i piedi stessi.
«Anche io» disse Nora, togliendosi il cerchietto. «Jeremy, la camicetta si è asciugata?»
«Vado a controllare!» disse lui in fretta e sparì.
Jacquelyn scoppiò a ridere. «È impazzito»
«Ma dai» ridacchiò Nora, mentre Ian faceva il suo ingresso nel salotto.
«Ma ciao, fratello» gli disse Jacky; quando lo guardò meglio, gli disse: «E questa camicia? Sembri un ragazzino» lo prese in giro.
«Mi hanno dato una mano» rispose lui, appoggiandosi alla spalliera del divano.
«Nora!» la chiamò Jeremy tornando dalla cucina. «Nora... la camicetta è ancora bagnata»
Nora sbuffò. «Merda» disse e in quel momento il suo cellulare squillò. «Oh, Madison è quasi arrivata»
Iniziò a salutare i suoi amici e riuscì a nascondere l'imbarazzo nel momento in cui salutò Ian.
Quando uscì fuori, Jacquelyn e Jeremy salirono nelle loro stanze ma Ian rimase ancora un po' di sotto, vedendo che Nora era ancora lì. Allora prese la sua giacca e uscendo la raggiunse.
«Fa freddo» disse e lei si girò. «prendi questa» le porse la giacca.
«Grazie» rispose lei e la indossò, contenta che lui si fosse curato di raggiungerla.
«Non è ancora arrivata la tua amica, eh?» le fece notare lui, sedendosi sul muretto insieme a lei.
«Madison non è solo una mia amica, è mia zia» sorrise lei. «Ha finito di lavorare poco fa, tra un po' sarà qui»
«A quest'ora?» chiese lui sorpreso.
«Sì, abbiamo un ristorante e il venerdì sera c'è sempre confusione... ci vuole tempo per mettere a posto, pulire...»
«Capisco... e anche tu lavori lì?»
«Sì, cerco di dare una mano insomma»
Dopo un momento di silenzio, Ian le chiese: «Prima mi hai detto che Margaret e le altre non sono più amiche di Jacky... come mai?»
«Il suo ragazzo, Mike, l'ha tradita con Margaret» spiegò lei. «e lei ha allontanato tutti»
«Oh» Ian sembrò sorpreso. «non me l'ha mai detto»
«È successo più di un mese fa... ma comunque non sono cose carine da raccontare, quindi posso capirla»
Lui la guardò. «È successo anche a te?»
«Oh, no» ridacchiò lei.
«Perché ridi? È tanto assurdo?»
Strinse le labbra. «Diciamo che non sono il tipo che istaura relazioni facilmente» disse, poi lo guardò e sorrise. «Tu invece?»
«Cosa?»
«Che mi dici di te?» gli chiese, allora lui fece un sorrisetto pensando che lei fosse interessata e Nora lo capì, per questo alzò gli occhi al cielo. «Mi sto annoiando, almeno parliamo»
Lui rise, poi disse: «Non c'è niente da dire»
Lei annuì. «Wow, che noia»
«Ah, sì? Mi trovi noioso?»
In quel momento l'auto di Madison si fermò davanti alla villa.
«Devo andare» disse Nora, scendendo dal muretto.
«Peccato, proprio adesso che stavo per dirti una cosa» disse Ian e quando Nora lo guardò lui sorrideva.
«Cioè?»
«Te lo dirò un'altra volta»
«Vuoi tenermi sulle spine?»
«Mh, può darsi» disse lui con un sorrisetto provocatorio sul viso.
Lei gli diede un pugnetto sulla spalla e per entrambi fu inevitabile accorgersi di quel contatto. Nora, però, non si mostrò imbarazzata.
«Buonanotte Ian» disse, indietreggiando verso la macchina.
«Buonanotte Nora» rispose lui, cercando di non sorridere.
Quando lei fece per salire in macchina, si fermò. «Merda! Mi si sono sfilati i collant!» disse, Ian la sentì e scoppiò a ridere.
Lei lo guardò, sorrise e salì in macchina.
Presto arrivarono le domande di Madison. «Allora?»
«Cosa?» chiese lei.
«Devo dirmi qualcosa? Magari riguardo alla giacca da uomo che hai addosso o riguardo al ragazzo con cui parlavi?»
«È il fratello maggiore di Jacquelyn e Jeremy» spiegò semplicemente.
«E tu gli hai già messo gli occhi addosso»
Nora sorrise maliziosa. «Diciamo di sì»

Good girls better get bad.Donde viven las historias. Descúbrelo ahora