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Erano circa le 3 di notte e Ian non aveva ancora chiuso occhio. Avrebbe dovuto dormire sul divanetto della camera di Nora, che invece stava comoda nel suo letto. Aveva lasciato la luce di una lampada accesa, così almeno Ian aveva la possibilità di guardarsi attorno.
I muri erano pieni di fotografie e su una parete c'era una lavagna di sughero sulla quale c'erano attaccate delle cose che lui non riusciva bene a distinguere; perciò si alzò in piedi e si avvicinò per vedere meglio. C'erano polaroids, post it, frasi e promemoria. Sembrava che scrivesse, aveva appunti da tutte le parti.
Nella stessa parete, c'era uno scaffale sul quale era riposta circa una decina di quadernini, o diari, qualunque cosa fossero. Aveva tanti CD, e ancora fogli con frasi scritte, e tanti sticker colorati ancora nelle confezioni che sbucavano da quadernini che sembravano anch'essi ancora nuovi.
In altri scaffali aveva delle piccole piantine, e ancora tante altre foto attaccate alle pareti. Ne notò una in particolare per caso e vi si avvicinò: era ritratta Nora, nuda, distesa sul suo letto, coperta nelle parti intime dal lenzuolo accartocciato.
«Fammi indovinare» la voce di Nora alle sue spalle lo fece sussultare. «questa è la tua preferita»
Lui si voltò a guardarla e vide che gli stava venendo vicino.
«Sono bella, non è vero?» domandò lei, guardando compiaciuta la foto.
Ian ridacchiò. «E anche molto modesta»
«Sono sicura di me stessa, ho un'autostima di ferro. Mi piaccio. Perché dovrei fingere che non sia così? Per sembrare modesta e non vanitosa? Io non mi vanto, apprezzo quello che ho» gli spiegò chiaramente.
Ian annuì in silenzio e tornò a guardare la fotografia. «Chi ti scatta questo genere di foto?»
«Jacquelyn» rispose. «e io le ricambio il favore»
«Aspetta, aspetta» disse lui. «significa che tu scatti fotografie a mia sorella nuda?»
«Che c'è? Sei geloso?»
«Stiamo parlando di mia sorella nuda»
Lei alzò gli occhi al cielo, sbuffando. «Sì, tua sorella nuda, io nuda» disse. «Oh, ma non preoccuparti. Per quanto possa piacermi il corpo femminile, preferisco il sesso maschile per quel genere di cose»
«Ti piace il corpo femminile?»
«Mi affascina. Ecco perché le foto nude» spiegò Nora. «Il nudo maschile non può competere col nudo femminile»
«Facciamo a gara?» disse lui, togliendosi la maglia del pigiama e poi il pantalone, mostrandole pettorali e addominali.
Nora sorrise sentendo la sua proposta. «Mi auguro che stavolta resterai a guardare». Si sbottonò la camicetta di seta e la lanciò sul letto, poi fece la stessa cosa col pantaloncino.
Ian stavolta la guardò e non riusciva a farne a meno.
«Allora? Che ne pensi?» gli domandò lei.
Lui ridacchiò e si rivestì. «Hai vinto»
Nora lo guardò inclinando la testa da un lato, con un sorrisetto malizioso. «Tu vuoi che mi rivesta?»
Il suo sorriso pian piano divenne rigido e aggrottò le sopracciglia. «Dici sul serio? Verresti a letto con me se lo volessi?»
«Se lo volessi io, lo staremmo già facendo.» chiarì lei rivestendosi. «Ma non è così e ti stavo solo mettendo alla prova.»
«Almeno l'ho superata?» domandò lui.
Nora sorrise tra sé e tornò sul suo letto senza dargli una risposta, anche se l'aveva superata alla grande.
«Mi stupisce il modo in cui ti sei scandalizzato»
«Quando una donna ti invita nel suo letto in modo così banale ed egoista non è un buon segno»
«Ma io non lo stavo facendo»
Lui annuì. «Meglio, perché stavo già cercando di immaginare quanti fossero quelli a cui l'avessi chiesto»
Stavolta Nora non rise, era seria e quasi offesa. «Va' a chiedere in giro in quanti mi abbiano vista in intimo, Ian. Ti sorprenderà sapere quanti di loro probabilmente non hanno nemmeno parlato con me.»
Ian tacque, almeno per un po'. Poi si sentì in colpa e le disse: «Scusami, non volevo darti della sgualdrina»
«È circa la terza volta che lo fai, stasera.» gli fece notare lei. «Questo mi fa pensare a quanto tristi fossero le ragazze con cui hai avuto a che fare»
Ian ci pensò su e si sedette. «Hai ragione»
«Mi sorprende che tu ti sia accontentato di loro»
Lui la guardò sorpreso dalla sua vanità. «La tua modestia svanisce frase dopo frase»
Nora alzò gli occhi al cielo. «Tanto non importa a nessuno che io sia modesta o meno. Sono bella e lo so, è un peccato così grave?»
«Non lo definirei un peccato. Ma la consapevolezza di una donna della propria bellezza è un enorme potere che spaventa gli uomini.»
«Io non sono consapevole solo della mia bellezza. Sono anche intelligente e so di esserlo.»
«Ecco, questo è ancora più spaventoso» le disse Ian e lei sorrise.
«Il fatto che lo sia la rende ancora più interessante»
Lui rise. Era stanco, aveva anche un po' di sonno ma non aveva voglia di dormire, voleva ancora restare a parlare.
«Quindi ti piace scattare fotografie?»
«È più forte di me. Scatto fotografie ad ogni cosa bella che vedo o qualcosa che semplicemente mi fa sorridere. Penso che qualunque cosa che susciti un'emozione - meraviglia, stupore, gioia o malinconia - sia degna di essere fotografata.»
Ian lanciò un'occhiata alle foto sulle pareti. «E a te piacciono i tramonti»
Nora sorrise e si alzò per prenderne in mano una. «Mi piacciono da impazzire. Ma è strano, non tutti i tramonti mi trasmettono la stessa emozione. Ci sono alcuni che mi mettono gioia, per i loro colori caldi, altri mi mettono malinconia perché sono come il promemoria di un altro giorno volato via e quindi di altre occasioni perdute... altri, semplicemente, mi lasciano senza fiato»
Lui si alzò e le andò vicino, e prese in mano una foto in cui c'era lei. «Noto anche con piacere che uno dei tuoi soggetti preferiti sei tu»
Lei osservava la sua foto, con il capo leggermente chinato su un lato. «Sono l'unica modella che è riuscita a dare l'impressione che volevo avessero le mie foto»
«Anche a me piace il modo in cui trasmetti i tuoi pensieri solo attraverso un'espressione.» le disse. «Si vede quanto sei sicura di te stessa»
«Non per vantarmi, ma se ne vedono poche in giro, di persone sicure di sé.»
Ian la guardò corrugando le sopracciglia e con un mezzo sorrisetto sulle labbra. «Sicura?»
«Di cosa?»
«Che tu non ti stia vantando?»
Nora rise, dandogli una spinta su una spalla. «Ma dai... Ok, forse anche.» disse e anche Ian rise.
«Anche io scatto fotografie»
«Davvero?»
«Sì»
«E cosa ritrai?»
«Paesaggi, o scenari della vita quotidiana... oh ma non sono un professionista»
«Fidati, nemmeno io»
«Eppure le tue foto sono belle»
«Quello è merito del soggetto» scherzò e lo fece sorridere.
«Ammetto che non posso darti torto»
«Ti capisco»
«Come mai mi hai dato quel bacio?»
«Pensavo avessi avuto una giornataccia e che sarebbe stato carino sollevarti un po' il morale»
«Ha funzionato»
Nora avrebbe voluto sorridere. «Era solo un bacio a stampo»
«Sì, hai ragione... ma è stato il bacio a stampo più intenso che abbia mai dato»
«Per la cronaca, te l'ho dato io»
Ian si mise a ridere. «Giusto... non sembri sempre così simpatica» osservò.
Nora si fermò a lungo sulle sue parole, aveva ragione. «La notte è il momento in cui sono più vulnerabile.»
«Mi piace questa versione di te»
«Peccato che io non sia sempre così»
Ian le si avvicinò, accarezzandole il viso con il dorso delle dita.
«Domani mattina tornerò ad essere l'antipatica di sempre. Non illuderti»
«Quanto mi piacerebbe, allora, che fosse sempre notte»
Nora abbassò lo sguardo sul suo petto. «Per tutta la mia vita la gente mi ha apprezzata per le mie qualità. Voglio qualcuno a cui piaccia anche il mio lato peggiore.» Gli mise le mani sul petto e lo allontanò da sé un po'. «Baciami quando sarò intrattabile, antipatica e stronza. Allora significherà qualcosa per me.» Disse così e tornò a letto, si rifugiò sotto le coperte e spense la luce. «Dormi bene»
«Buonanotte» rispose lui e tornò a sdraiarsi pensieroso.

Good girls better get bad.Where stories live. Discover now