f o u r t e e n .

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Quella sera stessa, Ian accompagnò Nora a casa, nonostante non si fossero più parlati per il resto della serata. In auto, infatti, il clima di tensione infastidiva molto entrambi.
Tutto procedeva più o meno tranquillamente, quando a un certo punto l'auto si fermò in mezzo alla strada.
«Cazzo, muoviti» imprecò Ian sottovoce.
«Che è successo?» gli domandò Nora, non molto agitata al contrario di lui.
«Ho dimenticato di fare benzina» ammise. «Per fortuna casa tua è nella prossima strada»
«Sì ma tu come fai?»
Lui si voltò a guardarla, con un'espressione rigida e imbarazzata. «Posso chiamare il carro attrezzi e prendere l'auto domani mattina, se mi ospiti stanotte»
Nora, invece, rimase impassibile. «Se ti fa comodo». "Poi sono io quella sfacciata", pensò.
Perciò scesero dall'auto e la spinsero fino al marciapiede. Poi iniziarono a camminare, in silenzio, fino alla casa di Nora.
«Strano, Meredith non c'è» osservò lei, aprendo la porta, non vedendo la sua auto nei dintorni.
«E se viene dopo? Insomma, non sarebbe un problema se mi vedesse qui?»
«Probabilmente si scandalizzerebbe ma se vuoi me ne accerto» disse e la chiamò al telefono. Ma Meredith quella sera sarebbe rimasta da Trevor. «Sei tranquillo adesso?»
Si tolsero i cappotti e Ian si guardò in giro. «Io mi metto sul divano» disse e Nora si sentì divertita.
«Ti aspetti che ti chieda di salire con me?» gli chiese e lui sospirò.
«No, Nora, non me lo aspetto» rispose antipatico.
«Ok, buonanotte» gli disse lei e salì di sopra, nella sua camera.
Si tolse i vestiti e indossò il pigiama, ma quando si mise a letto non sentì per niente il sonno; piuttosto aveva voglia di tornare giù.
"Chissà cosa sta facendo", pensava. "Chissà se mi sta aspettando".
Dopo tanta indecisione, si alzò in piedi e si avvicinò alla scala, e si affacciò per guardarlo: lo trovò sdraiato sul divano, con il viso rivolto verso il piano superiore e con gli occhi aperti. Nora avrebbe sorriso, se non fosse che avessero litigato; tuttavia il suo viso si illuminò comunque.
Nora andò di sotto e Ian si alzò dal divano per andarle vicino.
«Non dovevi scomodarti» gli disse lei ma lui annuì.
«Sì, invece»
Successe tutto in un attimo: lui l'afferrò per i fianchi per attirarla a sé, e in un istante si spinse sul suo viso per baciarla. Nora si lasciò prendere, e lasciò che le sue braccia circondassero il suo corpo.
Ian era preso, la sua bocca era paziente ma sicura allo stesso tempo, e la forza che esercitava sul corpo di Nora era segno del grande desiderio che provava.
Posò la fronte su quella di lei, come per prendere un po' di fiato. «Hai ragione» le disse, in un sussurro. «sono un tremendo egoista»
Nora annuì, poi fece spallucce. «È giusto che lo siamo tutti un po', nella vita.»
Ian ridacchiò. «È incredibile il modo in cui riesci sempre a far sembrare la cosa sbagliata la cosa giusta»
«Succede solo se anche tu vuoi che lo sia» gli rispose e lui dovette ammettere che avesse ragione.
«Sai cosa mi fa incazzare di te?» le disse. «Che riesci sempre a tirare fuori il mio lato peggiore, nonostante io mi sia sempre impegnato per apparire come un bravo ragazzo»
«Si chiama "riscoprire se stessi", Ian»
«No, si chiama "quella ragazza ti ha incasinato la vita"»
Nora fece spallucce. «Se sono così nociva per te, allora dovresti allontanarmi»
Ian annuì ma la sua espressione non era per niente convinta. «O forse dovrei imparare ad accettare anche i miei difetti»
Nora riuscì a trattenere un sorriso compiaciuto ma non uno sguardo malizioso.
«Torno di sopra» disse lei, si staccò dalla sua presa e salì in camera sua, senza alcuna fretta.
Prima di tornare a letto si fermò davanti alla specchiera per togliere gli orecchini che le davano fastidio; ci vollero pochi secondi, però, perché si sentì chiamare.
«Nora?»
C'era Ian alla porta, e la guardava, con l'espressione di qualcuno che sta per fare qualcosa di cui potrebbe pentirsi. E Nora si voltò a guardarlo, e aspettò che le dicesse qualcosa.
Con sua sorpresa, però, Ian si tolse la maglietta; subito dopo si sentì in imbarazzo, infatti abbassò gli occhi. «Non mi importa se sarei l'ennesimo, ma essere l'ultimo mi piacerebbe»
Nora, anche lei abbassò gli occhi. In quel momento, per la prima volta dopo tanto tempo, si vergognò. «Ti sbagli, non saresti l'ennesimo»
«Era un modo di dire, nel senso che non so quanti siano stati prima di me»
Nora sorrise, ma era un sorriso triste, e lo guardò. «Intendevo dire che saresti il primo»
Ian era sorpreso. «Come scusa?» domandò, mentre la sua fronte si aggrottava. «Ma io pensavo...»
«Lo pensavi perché io te lo avevo fatto pensare. Ma non è così»
«Perché l'hai fatto?»
«Mi avresti presa di più sul serio, e così è stato»
Ian non capiva ma annuì. Dopo qualche secondo di silenzio, però, lui le sorrise. «Sai una cosa? Adesso che lo so, mi piaci più di prima»
Nora avrebbe voluto sorridere ma abbassò lo sguardo da un'altra parte. «Sono sempre la stronza che ti ha consigliato di ignorare le fantasie di tuo fratello»
«Certo... grazie per avermi ricordato che non sei dolce»
«"Sei fai del bene, la gente si aspetta del bene".» recitò lei. «E io non voglio deludere le aspettative di nessuno.»
«Mi piacerebbe se tu ammettessi cosa provi per me... se provi qualcosa, ecco» le disse lui.
Nora, allora, lo guardò, piegando la testa da un lato. «Perché pensi che l'abbia fatto? Perché pensi che io ti abbia nascosto di tuo fratello?»
«Non so, forse volevi divertirti vedendoci litigare per te» ridacchiò.
Nora scosse la testa. «Non solo per questo. Io volevo piacerti. E volevo riuscirci. Mi considero interessante e detesto quando gli altri non mi considerano in altrettanto modo. Mi dà fastidio. E l'idea di poter non piacerti mi faceva impazzire.»
«Sì ma perché proprio io? C'era già mio fratello cotto di te» insistette lui e Nora sorrise, scuotendo ancora la testa.
«Non lo capisci, che a me piaci tu?»
Quella frase fece drizzare le orecchie di Ian. «In che senso ti piaccio?»
«Adesso non chiedere troppo» disse lei ma lui le andò vicino.
«Nora, ti prego» la supplicò.
Lei però lo guardava senza capire. «Quindi tu pensavi che io ti avessi baciato anche se non mi piacevi?»
Lui si passò una mano tra i capelli. «Io con te non so mai che pensare, Nora»
A lei venne da sorridere. Fece qualche passo verso di lui e si sollevò appena per baciarlo sulla bocca.
«E adesso a che pensi?» gli sussurrò.
«Che voglio passare il resto della notte a fare l'amore con te» le rispose, con lo stesso tono. «Tu che ne pensi?»
La risposta di Nora si fece attendere per qualche secondo, mentre i loro fiati si fondevano l'uno con l'altro, e loro si toccavano con le fronti unite.
«Toglimi i vestiti prima che cambi idea» gli disse e Ian non riuscì a trattenere un sorriso.

Good girls better get bad.Where stories live. Discover now