f i f t e e n .

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Quel giorno, entrando in casa, Ian sentì un profumo di cannella provenire dalla cucina. Ebbe il tempo di togliersi la giacca, prima di vedere sbucare Nora dalla stanza accanto. Lei gli sorrise e lui fece lo stesso.
«Ben arrivato» gli disse e gli andò incontro, lo prese per la nuca e lo baciò.
«Ma sei pazza? Potrebbero vederci!» sussurrò lui.
Nora ridacchiò. «Sta' tranquillo, Jacky sta facendo la doccia e Jeremy è andato a comprare il tacchino al supermercato»
«È andato da solo?»
«Sì, è qui vicino, ci è andato a piedi» disse lei e lo baciò di nuovo. «Sento che sarà un bel Natale»
«Mh, e da cosa lo deduci?» scherzò lui. «Cos'è questo profumo?»
«Io e tua sorella abbiamo fatto dei biscotti per domani. E per il pranzo abbiamo pensato, oltre al tacchino, a delle patate al forno e Meredith ha detto che ha chiesto ai cuochi del ristorante di preparare una torta alla zucca e il pudding»
«Ho già l'acquolina» rispose lui, leccandosi le labbra. «Avete bisogno di una mano?»
«In effetti sì, tu che hai la macchina puoi andare a comprare del vino e qualche liquore»
Lui annuì. «Hai sentito i tuoi genitori?»
«Sì... verranno» rispose lei ma lui la guardò stranito.
«Non sembri molto contenta»
«No, è che... non li vedo da mesi e averli qui mi ricorderà un sacco la mia vecchia vita. Sono cambiate tante cose da quando mi sono trasferita qui»
Ian capiva adesso. «Non sanno che sei diventata una stronza ribelle» disse e Nora ridacchiò.
«Beh, se sapessero quello che combino probabilmente mi rispedirebbero a casa»
«E perché? Oltre a essere l'amante segreta del fratello maggiore della tua migliore amica, cosa hai fatto?»
«Mh, fammi pensare: non dormo quasi mai a casa, sono sempre in ritardo al lavoro, salto spesso e volentieri la scuola, bevo tanto e... beh, quello che dici tu è più uno scoparsi il fratello maggiore del ragazzo che è innamorato di me»
Lui annuì. «Beh, cose da ragazzi»
«Sì, infatti» scherzò lei.
«Staranno qui solo due giorni, puoi farcela»
«Non dormivo per due giorni consecutivi a casa mia da settimane» rise lei.
Ian la guardava e sorrideva. «Ti vedo più luminosa oggi»
«È solo l'aria natalizia, non ti ci abituare» gli rispose e lui si mise a ridere.
«Va bene, allora vino e liquore?» chiese. «Un'altra cosa: Meredith è al ristorante?»
«No, oggi restava a casa a sistemare la camera dei miei e a mettere in ordine. Anche lei è stata poco a casa ultimamente. Ma perché volevi saperlo?»
Lui fece spallucce. «Oh, così. Avrei potuto passare a prendere i dolci»
«Il ristorante è aperto comunque, puoi passare da lì per vedere se sono già pronti»
«Va bene, allora ci vediamo dopo» le disse, prese il cappotto e uscì di corsa.
Quando Nora si voltò, vide Jacky scendere le scale. «Chi era?» le domandò.
«Tuo fratello Ian, l'ho mandato a comprare da bere»
Jacquelyn corrugò la fronte. «E lui ci è andato senza fare storie?»
«Sì, perché?»
«Non l'avevo mai visto così interessato al Natale» ammise la sorella.
Nora fece spallucce. «Magari vuole che sia tutto perfetto, dato che sarà il primo senza i vostri genitori» pensò e Jacky annuì. «Tutto bene?»
Lei annuì. «Sì... devo solo ancora abituarmi bene all'idea che adesso sarà tutto diverso»
Nora sorrise e l'abbracciò. «Ti prometto che farò in modo che questo sia il Natale più bello di sempre»

Nora tornò a casa tardi quella sera, essendo rimasta tutto il giorno dai Carter a dare una mano. Era sfinita, e dispiaciuta di non essere andata a prendere i suoi genitori all'aeroporto. Non poté neanche salutarli quella sera, perché quando arrivò stavano già dormendo tutti.
Andò direttamente in bagno a fare pipì e struccarsi, poi finalmente entrò in camera sua; era così presa dal sonno che le ci volle tempo per accorgersi di cosa ci fosse accanto al suo letto: una stella di Natale.
Sorrise pensando che quel gesto fosse dei suoi genitori, ma quando vide un bigliettino allegato pensò che non era da loro scrivere pensierini di quel tipo. Perciò, curiosa, aprì la bustina.
"L'aria natalizia ha addolcito anche me. O forse sei stata tu, o la tua aria luminosa con cui oggi riscaldavi la mia casa che da mesi è piuttosto triste e spoglia. Grazie per aver salvato il nostro Natale, è il regalo più bello che potessi farci. Ian".
Nora non poté fare a meno di sorridere. Chiuse la porta della sua stanza e si spogliò per mettersi il pigiama, mentre digitava al cellulare il numero di Ian. Lui rispose agli ultimi squilli.
«Pronto?»
«Non volevo svegliarti» disse lei.
«Oh, non dormivo, mi stavo spogliando» rispose e attese qualche secondo. «Presumo che tu sia arrivata a casa»
«Sì... non puoi fare queste cose»
«Oh ma non sono mica entrato dalla finestra, Meredith era d'accordo con me» si discolpò e Nora quasi rise.
«Non intendevo questo»
«E allora cosa?»
Lei sospirò. «Non cercare di addolcirmi»
«Non dirmi che ci sono riuscito» le chiese lui, sdraiandosi sul letto.
Alla fine lei sorrise. «Sarà perché sono stanca ma vorrei tanto che tu fossi qui con me»
Ian tardò a rispondere, quasi si preoccupasse di cosa avrebbe potuto rispondere lei. «Per fare sesso?»
Nora fu inspiegabilmente pervasa da brividi. «No»
E Ian, dall'altra parte del telefono, sorrise: questa risposta lo aveva sorpreso particolarmente.
«Nora?»
«Sì?»
«Sei bella» mormorò. «volevo dirtelo»
«Me lo dici sempre»
«No, non è vero»
«Sì che lo fai. Non vorrai farmi credere che lo usi con tutte, quello sguardo»
Ian sapeva che fosse vero. «Non riesco a toglierti gli occhi di dosso ogni volta che ti ho intorno»
«Lo so»
«A te piace... essere guardata»
«Sì, e mi piace quando lo fai tu. Ti leggo tutto il fastidio negli occhi... d'altronde desideri qualcosa che non dovresti nemmeno guardare»
Anche stavolta aveva ragione.
«Posso venire da te?» le domandò lui.
«Ci sono i miei genitori qui»
«Vengo a prenderti, facciamo un giro in macchina, ti va?»
Nora stava morendo dal sonno, eppure gli disse di sì.
Ian impiegò mezz'ora per arrivare da lei e Nora uscì di casa in maggior silenzio possibile.
Entrò in auto e non seppe come salutarlo, ma Ian evitò l'imbarazzo sorridendole e tornando subito a guidare.
Arrivarono fino a Huddy Park, che a quell'ora della notte era deserto, e soprattutto faceva freddo, la temperatura era appena sotto lo zero.
L'aria in auto però era riscaldata e Ian spense la macchina, voltandosi per guardare Nora. Lui le prese una mano allungando la sua. Lei, però, la ritrasse e scavalcò per andare sui sedili posteriori, invitando lui a fare lo stesso. Perciò Ian, con un po' più di fatica la imitò, e si sedette accanto a lei.
Nora si protrasse verso di lui e lo baciò sulle labbra, anche se lui sobbalzò sentendo picchiettare sull'auto.
«Ssh, è solo la pioggia» gli sussurrò lei, tornando a baciarlo.
Ian le circondò il corpo con il suo braccio attirandola a sé, fino a farla salire sulle sue gambe.
«Voglio guardarti» le sussurrò sfilandole la maglia del pigiama, e rimase a guardarle la pelle che pian piano rabbrividiva. Le mise le mani sulle spalle, facendole scivolare lungo le sue braccia, e si allungò a baciarle il petto, scendendo in mezzo ai seni. «In questo momento rimpiango di non avere una casa tutta mia»
«E perché? Non ho mai fatto sesso in macchina» sorrise lei, baciandogli l'orecchio.
Allora lui la guardò in viso. «Ma avevi detto di no»
Nora nascose un sorriso mordendosi il labbro inferiore. «Ti dispiace se cambio idea?» disse, con gli occhi che le brillavano, e Ian pensò che non ci fosse niente di più bello.

Good girls better get bad.Donde viven las historias. Descúbrelo ahora