Capitolo I.

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Pioveva, quel giorno. Io ero in camera mia, intento a prepararmi per il primo giorno di scuola aspettando impaziente di sentire suonare il campanello della porta di casa dalla mia migliore amica Brenda, in modo tale da uscire da quella topaia. Mia madre ovviamente non c'era. Era troppo impegnata a farsi di cocaina o qualcosa del genere con il suo tipo, probabilmente non si ricordava nemmeno che oggi avrei iniziato il mio primo giorno di scuola per l'ultima volta. Sì, perché grazie al cielo quello era il mio ultimo anno. Poi avrei chiuso con tutta quella sploff per sempre. Mia madre è sempre stata un grande tasto dolente nella mia vita, fin da quando mi ha messo al mondo siamo sempre stati io e lei contornati da immensi problemi. Mio padre non esisteva, quando chiedevo di lui lei cambiava sempre discorso, lo insultava o faceva finta di non ricordarsi: in sostanza, lo aveva dipinto come uno stronzo. Nonostante tutto però, io volevo bene a mia madre e dovevo prendermi cura di lei. Altrimenti chi lo avrebbe fatto?

Proprio mentre ero immerso nei miei pensieri il campanello di casa suonò.

"Ehi Pive!"
"Brenda."
"Sempre contenta, la mia testa di caspio?
"Certo. Non vedi come sono emozionato?"
"Sei sempre il solito."
"E tu sei sempre la solita."

Le sorrisi, lei era davvero una perla nella mia vita. Sapeva sempre leggermi negli occhi se qualcosa non andava, infatti poco dopo mi scrutò preoccupata.

"Tua madre non è tornata a casa, vero?"
"Esatto. Bella sploff, eh?"
"Thomas.."
"No, Brenda. Non ho voglia di parlarne adesso. Piove, siamo già in ritardo ed è solo il primo giorno. Muoviamoci ad andare."

Le presi la mano e la trascinai letteralmente fuori dal portone di casa mia. Durante il tragitto l'avevo tranquillizata in tutti i modi su mia madre. Lei conosceva la cruda realtà in cui vivevo ogni singolo giorno, ma la sua preoccupazione si faceva sempre sentire. Conosceva il nostro problema di soldi e sapeva che oltre alla scuola avevo anche un lavoro, che dovevo badare a me e a mia madre e che forse ero cresciuto troppo in fretta rispetto agli altri adolescenti. Ma cosa più importante, non mi aveva mai giudicato. E per questo lei mi andava più che bene.

"Ragazzi!"

A parlare fu Minho, il ragazzo di Brenda nonché il mio migliore amico. Era strano avere come migliori amici una coppia di fidanzatini che spesso ti trattavano come un figlio aiutandoti in tutti i modi possibili e inimmaginabili, ma davvero non so cosa avrei fatto senza di loro in tutto questo tempo.

"Pive, hai una brutta cera. Che succede?"

Minho mi osservò con preoccupazione.
Vidi Brenda guardarlo con un espressione del tipo: "non adesso, Minho". Lei capiva sempre, dannazione.

"Niente di cui preoccuparti. Ci vediamo dopo ragazzi, ho lezione tra poco. Vi lascio soli, piccioncini."

"Idiota."

Risposero all'unisono, ma giurai di averli visti scambiarsi un bacio a stampo con la coda dell'occhio mentre mi avviavo verso la mia classe. Tipico.

Ero ancora girato verso di loro quando andai a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno. Quel qualcuno finì in terra. Cacchio.

"Oddio, scusa. Ti sei fatto male?"

Quando alzò il viso, notai che mi stavano scrutando dal basso due grandi occhi color nocciola. Il ragazzo per terra era biondo, all'apparenza alto e snello. Ed era così bello da togliere il fiato.

"Beh, diciamo che sono stato meglio. Comunque non ti preoccupare, succede."

Notai che era ancora in terra.

"Aspetta, ti aiuto ad alzarti."
"Grazie."

Appena mi strinse la mano per alzarsi, il mio cuore prese a battere più forte del solito. Quel tipo aveva un non so che di particolare che mi attraeva e non poco. Era come se fossimo stati destinati a conoscerci.

Hope || NewtmasWo Geschichten leben. Entdecke jetzt